
Chi legge queste pagine e in particolare segue la rubrica semisegreta intitolata al tarlo, conosce l’attenzione che dedichiamo al tema dell’attendibilità dell’informazione ai tempi del web.
Come abbiamo ripetuto fino alla noia, mentre il web ingloba e sostituisce il quadro mediatico tradizionale, i paradigmi fondamentali che hanno retto il giornalismo professionale per qualche secolo stanno crollando, sostituiti da modelli molto meno tracciabili, il cui fondamento filosofico è interamente poggiato sulla supposta capacità dell’utente finale di riassumere le funzioni di selezione e comprensione dei fatti tipiche della nozione classica del giornalismo.
Risultato di …

In moltissimi hanno visto ed apprezzato la prima puntata di Servizio Pubblico, il nuovo programma “crowdfunded” di Michele Santoro. È la consacrazione di un format molto promettente, varato a marzo 2010 con Raiperunanotte.
È proprio davanti a questa consacrazione, all’idea che questo approccio possa rappresentare un’alternativa al gatekeeping televisivo, che scaturiscono alcune riflessioni.
Partiamo dal concetto stesso di crowdfunding: chi ha sostenuto la trasmissione, ha in questo voluto sostenere una voce, un punto di vista, una sensibilità politica, che ha ritenuto – peraltro a ragione – osteggiata e messa a tacere da …

Proiettiamoci per un attimo nella più volte ipotizzata condizione in cui il nostro cervello sia direttamente interfacciato con Google. In teoria lo spazio della nostra conoscenza si estenderebbe a dismisura: ogni nozione sarebbe a portata di mano, come se appartenesse nativamente alla nostra memoria. Ma cosa esattamente conosceremmo e come? In effetti potremmo dire di conoscere nello stesso senso in cui abbiamo conosciuto finora?
Temo di no. Procedo quindi a lanciarmi in una serie di considerazioni che derivano da riflessioni di lungo corso, buone conversazioni e letture. Non intendo dunque attribuire …

Molto prima di Internet, si definiva gatekeeping la funzione svolta da chi, trovandosi nella posizione di editore o giornalista, filtrava le notizie decidendo a quali dare rilievo e quali ignorare. La figura del gatekeeper era radicata in un contesto mediatico caratterizzato da pochi media di massa, che comunicavano a molti individui simultaneamente (broadcast), individui dotati di un potere di interazione coi media limitato (cd. push, le notizie sono ricevute passivamente, non ottenute in seguito a ricerca).
Inutile dire che il concetto stesso di gatekeeping è stato spesso associato a quello di …

Avrete sicuramente sentito, negli ultimi giorni, del lavoro pubblicato recentemente sulla rivista Science, in cui i ricercatori Betsy Sparrow, J Liu e D. M. Wegner hanno raccontato come Google, e internet in generale, abbia modificato i processi della nostra memoria, facendo si che ci ricordiamo di meno di quanto facessimo prima dell’avvento dei motori di ricerca.
Questa notizia è volata in giro per la rete come ben pochi altri articoli su Science fanno. La sensazione è che è stata accolta con un misto tra scetticismo e paura, sentendosi un po’ in …

Mentre le premesse del provvedimento AGCOM iniziano a sfaldarsi, vorrei condividere con voi qualche riflessione sull’intera vicenda. Partendo dal contributo di personaggi che hanno a lungo seguito da vicino la traiettoria del diritto d’autore ai tempi di Internet.
Partiamo da Stefano Quintarelli, uno di quelli che hanno fatto Internet in Italia, che in un pezzo di cui consiglio la lettura integrale intitolato Il mondo nuovo, tratteggia le premesse che rendono ineludibile una revisione dell’attuale disciplina del diritto d’autore e conclude con alcune linee guida molto concrete:
i beni digitali devono essere ottenibili …

I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano – Pablo Picasso
Un musicista decide un bel giorno di reinterpretare con le sonorità dei sistemi 8 bit degli anni ’80 Kind of blue (1959) di Miles Davis, uno dei più famosi album della storia del jazz. L’album si chiama Kind of bloop e la copertina, coerentemente con l’ispirazione, non è nient’altro che la versione pixelata di quella originale.
Il fotografo autore dello scatto poi divenuto la copertina dell’album di Davis a fine anni ’50 ritiene che il suo diritto d’autore sia stato violato …

Nel mondo dell’editoria finanziata dalla pubblicità, le chance di successo o semplicemente di sopravvivenza di una testata giornalistica sono da sempre legate al mercato dell’advertising, vale a dire esattamente proporzionali a numero di “eyeballs” per annuncio pubblicitario.
Da cui la naturale tendenza dei media – tutti i media – a cortocircuitare il meccanismo: se il guadagno è proporzionato al traffico, e il traffico segue dei trend, rincorrere quei trend significa guadagnare di più. Su Internet, dove tutto è misurabile, questo cortocircuito si è amplificato fino al paradosso: testate online spuntano come …

Qualche giorno fa Facebook ha commissionato ad un’importante società PR una “campagna di sensibilizzazione” sulla gestione dei dati personali attuata da Google, dimostratasi poi fondata su evidenze irrilevanti se non pretestuose e condotta con sistemi piuttosto scorretti – la proposta rivolta ad un influente blogger di pubblicare lo “scoop” sotto dettatura dei PR in cambio della visibilità su importanti testate giornalistiche USA.
Divenuta pubblica la questione, tanto Facebook quanto l’”esecutore materiale” – Burson Marsteller – hanno cercato di prendere le distanze dall’accaduto con spiegazioni parziali e alquanto scoordinate. In particolare Burson …

È di poche ore fa la notizia – commentata qui da The Daily Beast e qui da Techcrunch – secondo cui Facebook avrebbe commissionato alla celebre azienda PR Burson-Marsteller una campagna volta a generare allarme attorno alla privacy dei servizi di Google.
Nella fattispecie USA Today – la testata che per prima ha intercettato e coperto la questione – racconta che un popolare blogger sarebbe stato contattato da un uomo di Burson che gli avrebbe offerto un pezzo fatto e finito sui pericoli per la privacy posti dal servizio Social Circle …