
Come c’era da aspettarsi, in seguito alle rivelazioni di Snowden (per conto mio un eroe) gli utenti di internet sono diventati molto più circospetti nell’esprimere online le loro opinioni. Secondo una ricerca di Pew Research, riportata da Stefano Quintarelli, gli utenti disposti a condividere le proprie idee e confrontarsi con altri sui social relativamente alla questione NSA sono pochi. Il che dà un’idea dello scempio fatto di uno strumento, internet, una volta ritenuto intrinsecamente libero.
È lecito sospettare che anche le comunicazioni private abbiamo subito una simile autocensura, che sarebbe una grossa crepa nata su uno …

Di questi tempi non sono per nulla sorpreso di sapere che un progetto come TOR abbia dei legami più che sospetti col governo americano. La manfrina della NSA che “sorveglia TOR” mi è da subito suonata un po’ ridicola: figuriamoci se questi disinvolti signori si lasciano passare un canale di comunicazione crittografato sotto il naso senza riempirlo di backdoor.
In effetti, come testimonia l’ottimo Pando Daily, pare che la maggior parte degli sviluppatori di TOR abbia ricevuto finanziamenti proprio dal governo USA.
Il che pone immediatamente una questione: quante attività illecite (pedopornografia, traffico d’armi, di droga, di medicinali etc.) i “patron” del progetto …

Caro Vint, mi permetto di rivolgermi a te come un vecchio amico perché il tuo ruolo nell’evoluzione di internet ti pone fra i miei idoli. Con tutta l’umiltà che si deve a una figura della tua statura, vorrei però muovere qualche appunto alla tua considerazione sulla privacy, secondo cui essa rappresenta una semplice anomalia determinata da peculiari condizioni storiche verificatesi di recente e comunque prima di internet. A supporto di ciò, sostieni che fino a qualche tempo fa vivevamo in piccole comunità in cui ciascuno era a conoscenza della vita …

Da sempre uso un firewall per monitorare le connessioni in entrata e in uscita. Sul Mac da qualche tempo adopero Little Snitch, molto efficace nel mostrarmi, anche quando minimizzato, connessioni non giustificate da una funzione conosiuta.
Nela mia ricerca del browser perfetto, mi sono trovato a valutare Chrome, Opera, SRWare Iron. Tre browser accomunati dal motore di rendering, Blink, il fork di Google del progetto Webkit. Osservando le attività di rete durante la fruizione di tutti questi browser, ho notato continue connessioni alcuni indirizzi “strani”: 8.8.8.8 o 8.8.4.4 e due indirizzi …

Reti decentralizzate per sopravvivere ad attacchi nucleari, comunicazioni peer to peer come opposte alla concentrazione dei vecchi e cattivi media broadcast. L’ipertesto come opposto al testo, l’accesso casuale piuttosto che sequenziale, l’auto-giornalismo dei motori di ricerca, la liberazione dall’egemonia culturale dei mass media. Con queste ed altre argomentazioni noi che siamo in internet dagli anni ’90 ci siamo esaltati due decenni fa assistendo, più o meno consapevolmente, all’avvio della più radicale rivoluzione in ambito mediatico dal torchio di Gutenberg.
Cosa ha a che vedere la rete che oggi la NSA spia …

Qualche giorno fa mi sono deciso ad approfittare dell’offerta di Microsoft, ormai con le ore contate, aggiornando quindi i miei due PC (desktop e sub-notebook). Il processo è filato tutto liscio e sul desktop, in particolare, avevo già quasi tutto funzionante nel giro di un paio d’ore (il sub-notebook ha richiesto circa il doppio del tempo, avendo un hardware decisamente inferiore) , anche se, al solito, è rimasto qualcosa da sistemare manualmente per driver o applicazioni.
Nella fase finale dell’installazione mi era stata chiesta l’e-mail relativa all’account di Microsoft (ex Live), …

Solo qualche giorno fa, 30 big spender del mondo advertising hanno pubblicamente biasimato la decisione di Microsoft di attivare di default la funzione Do Not Track in IE10.
La funzione DNT segnala al sito visitato l’intenzione del visitatore di non condividere i propri dati con soggetti terzi quali servizi di analytics, network adv, piattaforme social: un sistema unificato (ma opzionale per chi dovrebbe recepirne le conseguenze) per eseguire l’opt-out dalla pletora di servizi che raccolgono e aggregano dati sugli utenti Internet per analizzare i trend ed eventualmente servire advertising contestuale.
Lavorando nel …

Avevo chiuso lo scorso pezzo su Facebook affermando che, dopotutto, le fonti USA da cui mi approvvigiono di notizie avevano fatto bene a non esprimere opinioni precoci sui primi giorni di scambi del titolo. La più grande quotazione della storia del Nasdaq, la prima dopo lo scoppio della bolla delle dotcom, meritava perlomeno un giudizio ponderato.
Dopo il sostanziale collasso dei primi giorni, le azioni di Facebook ondeggiano fra un -27% e un -30% rispetto al prezzo stabilito per la IPO ($ 38). La capitalizzazione di mercato del social network per …

Mentre Facebook percorre gli ultimi passi in direzione una IPO miliardaria, con prospettive e numeri da far tremare le vene ai polsi della concorrenza, Google, che è poi la concorrenza, si muove nella sfera social con risultati ambivalenti. Se Google+ rappresenta di gran lunga il più convincente tentativo di Google in ambito social, i suoi numeri sono ancora molto lontani da quelli di Facebook.
Inoltre l’integrazione di G+ nei risultati della ricerca, fattore chiave per la crescita del social di Google, mette in discussione il primato della rilevanza fra i criteri …

Come se non bastassero già i problemi e le critiche che si porta dietro, a dare man forte alla (purtroppo) non poco piacevole situazione del cloud computing è arrivata una notizia, pubblicata qualche giorno fa in una delle nostre testate, che rischia di mettere alla berlina questa tecnologia.
In sintesi, grazie al famigerato Patriot Act gli Stati Uniti possono obbligare qualunque azienda nazionale, o che operi nel suo territorio, a rivelare i dati di qualunque utente, anche se le informazioni risultino memorizzate su server fuori dai confini nazionali. Il tutto senza informare …