Cesare Di Mauro – cdimauro

Nato il 1971 negli Stati Uniti, ma tornato dopo qualche anno nella terra dei miei genitori in Sicilia, all’età di 4 anni ho il primo contatto con quella che sarà la passione che continuo a coltivare: i videogiochi.
Nonostante l’interesse per questa forma d’intrattenimento, lo studio della chimica si fa largo nei miei pensieri finché, all’età di 11 anni, l’interazione col Commodore 64 di un amico non mi mette davanti a un fatto compiuto: “Syntax Error”. Evidentemente non parlavamo la stessa “lingua”.

Complice anche la presa in giro dell’amico (che, da “esperto”, era in grado di far partire i giochi col famoso “LOAD” + PRESS PLAY ON TAPE), decido di appianare le divergenze linguistiche cominciando ad acquistare e divorare le riviste del settore pubblicate all’epoca.

Da qui in poi la mia strada è segnata dall’informatica, e in particolare dalla Commodore: Plus 4 prima, 128 appena un mese dopo, e a seguire Amiga 2000 e 1200 sono i gioielli di cui conservo ancora un caro ricordo. Il passaggio al PC avviene soltanto nel 1996, preso finalmente coscienza dell’ineluttabile fallimento della Commodore e del sogno di quella fantastica architettura hardware e software che era l’Amiga.

Il rapporto con l’università è contrastato dall’eccessivo interesse nei confronti dell’informatica, dei videogiochi (per i quali spendo ben 3 anni nello sviluppo di due prodotti, di cui soltanto uno arriverà, troppo tardi, negli scaffali), del lavoro e della famiglia, che mi portano a conseguire la laurea di primo livello soltanto dopo diversi anni.

Dopo la laurea ho lavorato nel settore dei servizi di telefonia mobile, poi si realizza il sogno di lavorare per l’azienda che ha realizzato il primo microprocessore, cambiando nuovamente (ma non i colori!) e arrivando, infine, in una delle più antiche case automobilistiche tedesche.

Nonostante tutto continuo a coltivare con immutato interesse (sebbene con molto meno tempo a disposizione) la passione per i videogiochi, il retrogaming, lo studio delle architetture degli elaboratori (Motorola 68000, mon amour), i linguaggi di programmazione (opero proficuamente come evangelista del “pitone”), i manga e gli anime giapponesi (“Pegas, tek setter!”), il cinema e la politica.

Spero di riuscire a sopravvivere a tutte queste passioni e agli impegni.