
Alla crisi dell’editoria non è estranea l’interpretazione non economica del fenomeno Internet: tutto gratis per tutti, poi si vedrà. Dopo oltre quindici anni di “svendita dell’argenteria” era dunque naturale che nell’arrivo dell’iPad e in generale nel ritorno del tablet, gli editori riponessero molte speranze.
Un po’ meno facile era attendersi che la quasi sola traslazione di contenuti e modelli di business sul nuovo formato – la cui diffusione rimane peraltro di gran lunga sottomultipla rispetto a quella dei terminali non-tablet connessi a Internet – risolvesse come per miracolo la crisi economica …

A dieci anni circa di distanza dal lancio di iTunes e del primo iPod, pochi dubitano del fatto che la un tempo florida industria musicale abbia perso il treno del mercato digitale, entrando a causa di ciò in una crisi irreversibile.
La reazione delle major alle evoluzioni degli scenari distributivi, da subito improntata ad una aperta ostilità, ha di fatto ottenuto l’unico effetto di trasferire ad intermediari come Apple il grosso dei guadagni legati alla filiera un tempo da loro presidiata.
C’era dunque da sperare che i gruppi editoriali riuscissero a interpretare …

Nel breve tempo bastato ai media generalisti per spostare la tragedia giapponese 3 o 4 scroll sotto – in zona “cronaca nera stagionata”, di castronerie ne sono state dette tante, pur di cavalcare quell’ondata di traffico selvaggio che da qualche giorno ha dirottato la traiettoria verso la gravissima guerra in Libia.
Cosa resta oggi, a poco più di una settimana dalla catastrofe che ha lasciato alle sue spalle oltre 10.000 fra morti e dispersi, sui media generalisti che solo qualche giorno fa gareggiavano a chi la sparava più grossa sui titoli …

Con molto ritardo, ma anche con qualche attenzione, sto preparando una serie di riflessioni basate sull’intervista rilasciata da Tim Berners-Lee qualche mese fa alla rivista Scientific American, intitolata “Long live the Web”, disponibile qui.
Voglio anticipare un punto che andrò approfondire nella mia analisi, che mi sembra cardinale nell’impostazione di Berners-Lee e di tutti coloro che promuovono a priori l’intromissione della tecnologia nella sfera della conoscenza.
La storia professionale di Berners-Lee rende del tutto comprensibile il suo bisogno di “dati grezzi” – spogli dal contesto – da accompagnare con sovrastrutture descrittive e …

Sono tutte balle: la “rete distribuita” progettata per resistere ad attacchi militari mantenendo così le comunicazioni attive è vulnerabile, guarda un po’, alla volontà di quegli stessi dittatori sanguinari che a un certo punto potrebbero avere tutto l’interesse a farla tacere.
Per la seconda volta in un mese il blog di Renesys, società specializzata nel monitoraggio della rete, ha annunciato l’interruzione del traffico Internet (confermata da Google) in un paese in rivolta.
Renesys confirms that the 13 globally routed Libyan network prefixes were withdrawn at 23:18 GMT (Friday night, 1:18am Saturday local …

Qualche giorno fa ho proposto una sintesi del botta e risposta fra il giovane Michael Moore-Jones e Paul Carr circa la rilevanza e la longevità delle informazioni ai tempi del web e più precisamente del cd. web 2.0.
Dopo aver letto molti ed interessanti commenti al pezzo precedente, oggi vorrei sviluppare qualche mia riflessione. Premetto che il problema è tutt’altro che nuovo, ed è stato affrontato su queste stesse pagine, in una prospettiva più ampia, in un pezzo di circa tre anni fa intitolato “Internet ci rende più ignoranti e ottusi?“.
Moore-Jones …

Segnalo un interessante botta e risposta fra Michael Moore-Jones, un precoce adolescente australiano, e il famoso giornalista inglese Paul Carr.
La tesi di Moore-Jones (esposta integralmente qui) è che, ai tempi di Facebook, Twitter, Skype, l’informazione si stia “spersonalizzando” e, a causa della sua sovrabbondanza, stia pure diventando irrilevante. Nell’articolare la sua tesi Moore pone un parallelo con le forme di comunicazione tradizionale – le lettere per esempio – che a suo parere, anche a distanza di decenni, riescono spesso a fornire informazione dettagliata sui fatti e sul contesto. La chiusura del suo …

La tematica dell’identità è da sempre una delle più delicate del mondo online: da un lato la tracciabilità di un individuo espone a potenziali macroscopiche violazioni del diritto alla privacy, dall’altro la difficile rintracciabilità dell’identità reale agevola comportamenti fraudolenti anche gravi.
La proposta di legge in questione (consultabile qui), entrata in vigore ad inizio anno nello stato della California, si affianca alla normativa contro le frodi derivanti da furto d’identità per tutelare un aspetto più delicato ma nondimeno potenzialmente molto pericoloso: l’impersonamento di identità altrui.
Una fattispecie la cui pericolosità fu messa …

Fra le varie considerazioni emerse circa Wikileaks, una riguarda il mondo ICT e la rete molto da vicino: la vicenda ha avuto il merito (o demerito, a seconda dei punti di vista) di rendere palesi virtù e vizi della rete Internet.
Le esplosive rivelazioni del sito hanno dunque rappresentato una prova del fuoco per tutte le dichiarazioni di indipendenza e di libertà della rete fatte da enti pubblici e privati nel corso degli anni.
E la gran parte dei soggetti coinvolti o interessati alla vicenda, messi di fronte alle conseguenze più estreme …

Ho finalmente avuto occasione di vedere il film più chiacchierato dei tempi di Internet: The Social Network (2010). Mi piace la storia, mi piace il ritmo, la regia, mi convincono gli attori e i dialoghi. Ma non è del film in sé che voglio parlare, e nemmeno del suo messaggio ai giovani nello scenario startup italiano, cosa che ha fatto egregiamente Tagliaerbe.
M’interessa invece metterlo a fianco a un suo analogo, un cult che ambientato nella west coast di trent’anni fa: Pirates of Silicon Valley (1999, d’ora in avanti PSV). Il …