I newyorkesi che scaricano musica sui loro iPod dovranno pagare una tassa del 4% sul costo del brano che hanno acquistato, questa l’idea di David Paterson, governatore dello stato, per tentare di combattere la crisi di bilancio.
La tassa, già stata soprannominata iTax, riguarderà anche gli ebook e qualsivoglia servizio d’intrattenimento digitale. Contro l’aumento di questa tassa si è schierata la NetChoice, che conta in qualità di membri aziende del calibro di eBay, AOL e Yahoo!
Steve DelBianco, direttore esecutivo di NetChoice ha dichiarato: “Con il riscaldamento globale ed un mondo …
ATTENZIONE. Post ad alto contenuto infiammabile.
Il “Maggiore Nelson” di Xbox Live ha recentemente annunciato nel suo blog una serie di ban da XBOX Live nei confronti delle console modificate per poter giocare a copie pirata, come annunciato su GamesIndustry.biz.
Le console trovate modificate sono inserite in una lista nera alla quale è precluso per sempre l’accesso al servizio di gioco online Xbox Live. Non è un caso che questo periodico giro di vite contro le console modificate sia avvenuto in concomitanza con il lancio dell’attesissimo Gears Of War 2, titolo che trova …
Oggi parlare di lotta alla pirateria è sbagliato, bisognerebbe definirla guerra, e si sa questa non giova a nessuno.
Quello che segue è un frammento di Remix , il libro di Lawrence Lessig, professore di diritto presso la Standford Law School e co-fondatore della Creative Commons, dove viene messo in risalto il problema del diritto d’autore e come questo crei parecchie contraddizioni nell’era digitale, dove la copia o la condivisione di file sono azioni quotidiane.
“A febbraio dello scorso anno, un bambino di 13 mesi di nome Holden Lenz sotto le note della canzone …
Dopo anni di pirateria incontrollata, gli utenti si abituano. È quanto sembra emergere leggendo le reazioni indignate che si sono scatenate sulla “rete cinese” – una versione in scala di Internet che sta alla vera rete come il Corriere dei piccoli sta alla Treccani – agli effetti del WGA sul proprio sistema.
A leggerli con gli occhi disincantati di un decadente occidentale, i suddetti pareri, riportati da The Inquirer, suscitano un sorriso malinconico: “Microsoft non ha il diritto di controllare il mio hardware senza il mio consenso” oppure “Se l’originale costasse …
Non solo a Sony, anche Microsoft e Nintendo non vedono di buon occhio le console modificate tanto da mettere da parte la loro rivalità e unirsi per combattere i produttori di mod chip.
Non è una questione di facciata, tanto meno un subdolo piano di marketing per poi invogliare sottobanco alla modifica e vendere piu’ hardware. I manufacturer (Nintendo parzialmente esclusa), non guadagnano dalla vendita dell’hardware delle console, ma dalle royalty che i publisher di videogiochi devono pagare per poter pubblicare un gioco su una di queste piattaforme proprietarie.
Ecco, inoltre, spiegato …
750.000 posti di lavoro persi. Da 200 a 250 miliardi di dollari di danni economici al settore. È l’apocalisse? I frutti dell’attuale crisi economica? No: sono le cifre che l’industria della produzione di contenuti sventola da anni, ogni qual volta si debba far pressione sul governo per invocare ulteriori restrizioni alla libertà degli utenti per la protezione della proprietà intellettuale.
Bene, un’indagine di ArsTechnica dimostra che sono completamente campate in aria. Nella migliore delle ipotesi poco aggiornate e calcolate in modo da divenire opportunamente catastrofiche.
Adesso io non vorrei partire col …
Ad un anno circa di distanza dal precedente incontro di presentazione rapporto, il quadro emerso dalla conferenza “Digital De-Generation?” (il cui titolo, peraltro, ben poco di positivo faceva sperare) è davvero inquietante.
Dopo aver presentato i risultati di una ricerca dell’Osservatorio Permanente sui Contenuti Digitali , vari “esperti” si sono succeduti nel raccontare le loro idee sui new media e, in generale, sulla distribuzione digitale dei contenuti.
A pochi giorni dalla diffusione dei dati della BSA, vorrei lanciare qualche spunto sul tema “pirateria” – le virgolette sono d’obbligo perché non ritengo le pratiche violente tipiche dei pirati antichi e moderni, assimilabili con reati legati alla proprietà intellettuale.
Premetto che le considerazioni che seguono non intendono minimizzare la gravità del problema, ma contestare alcuni assiomi e cercare di porre la questione in un contesto più ampio.
Un primo distinguo va fatto fra “pirateria” di piattaforma e di contenuto: premettendo che sempre più spesso si parla di “pirateria” forzando esplicitamente (vedi …
Spiacerà a qualcuno apprendere che le attenzioni delle aziende ingaggiate dai titolari di copyright per spiare gli utenti di P2P, sono rivolte anche a coloro che, con trucchi contrari alla “deontologia” del P2P, bloccano l’upload dei propri file condivisi.
È questa una paradossale conseguenza della molto discussa teoria del making available – di cui abbiamo parlato qualche tempo fa in riferimento al caso Jammie Thomas – secondo la quale, per l’appunto basta rendere disponibili delle opere protette per il download, per incorrere nelle sanzioni previste.
Il caso riguarda un utente tedesco, …
Basta porre in condivisione un file, anche senza trasmetterlo a terzi, per essere accusabili di distribuzione non autorizzata di opere protette. È questa la tesi emersa nel celebre processo Capitol Records, et al VS Jammie Thomas, in un parere espresso in merito dalla MPAA.
Per il medesimo processo, qualche tempo fa ci occupammo del parere di Jennifer Pariser, avvocato della Sony BMG, secondo cui la semplice copia per uso personale di un album regolarmente acquistato, rappresenta un modo carino di affermare che [si sia rubata] una sola copia.
Qualche mese fa la …