
Comprare un software non equivale a possederlo: è questa la direzione che va prendendo la giustizia USA, confermata da una recente decisione della Corte d’Appello del 9th Circuit relativamente ad una disputa legale fra la Blizzard e la MDY – produttrice quest’ultima di un software che automatizza alcune azioni necessarie per fare livelli su WoW.
La tesi della Blizzard è per l’appunto che il giocatore non compra il gioco ma una licenza d’uso, vincolata dalle condizioni riportate nella EULA. Questa posizione, rigettata in primo grado, è stata accolta in appello. …
La procura di Milano si è recentemente trovata ad aver bisogno di alcuni dati sensibili trasmessi attraverso i servizi messi a disposizione da Google, per indagare su presunte attività illecite. Alla richiesta ha risposto Nicole Wong, vice presidente per gli affari legali della società statunitense, spiegando alla procura milanese che non può di acconsentire alla richiesta, sia perché alcuni dei dati richiesti non sono più presenti nei server, poiché i dati richiesti sono stati rimossi molto tempo fa dai servizi e che Google conserva i dati per soli 30 giorni, …
I venditori occasionali di Ebay che hanno racimolato un bel gruzzoletto tra il 2004 ed il 2007 potrebbero ricevere una visita dalla Guardia di Finanza.
Questo quanto traspare da un email che il noto sito d’aste starebbe inviando ad alcuni venditori occasionali, anche se è opportuna una certa cautela in attesa di comunicazioni ufficiali da parte delle autorità competenti.
Questo blog si occupa di temi legati alla tecnologia, ma in questo caso ritengo doveroso andare ai margini delle tematiche solitamente affrontate per dare spazio all’appello di Aldo Pecora e Rosanna Scopelliti , del movimento AmmazzateciTutti, cosiddetto dei giovani di Locri, che si batte contro la mafia.
Il prossimo 16 ottobre il movimento compirà il terzo anno dalla sua fondazione che coincide con il triste episodio dell’omicidio Fortugno. Questo terzo anniversario potrebbe essere il più triste, perché se il movimento non sarà in grado di autofinanziarsi dovrà prendere la triste decisione …
Giovedì scorso su un quotidiano locale genovese è uscita una notizia particolare, di cui si intuisce quasi tutto dal titolo: “racconti hard sul blog, divorzio possibile”.
L’articolo in questione narra le vicende di un signore che si vantava sul suo blog delle proprie scappatelle extraconiugali, e di come un notaio del capoluogo sia specializzato nel “certificare i post” per essere usati come prove in tribunale. Una vicenda su cui vale la pena riflettere, anche se con le dovute cautele per via del filtro operato dal giornalista.
AllRise è una startup Israeliana che ha come obiettivo quello di conciliare controversie tra persone fisiche e/o giuridiche, ponendo la community a giudice terzo della lite.
Una volta iscritti al sito si sottopone il proprio caso e, volendo, si convoca la controparte con un invito via email a sottoporre le proprie ragioni. Le parti racconteranno così la propria versione dei fatti, corredando il tutto con eventuali immagini a supporto delle proprie tesi.