In occasione di un articolo del Sole 24 ore, segnalato da Stefano Quintarelli sul suo blog, ho modo di riprendere un tema affrontato nei commenti di un post sul blocco dell’accesso a Xbox Live per console modificate.
L’articolo del Sole riporta e commenta l’estratto di una sentenza relativa a una causa in cui un utente finale, per poter esercitare il suo diritto alla copia privata, domandava al produttore di rimuovere i dispositivi di protezione:
Chi acquista regolarmente un dvd (o prodotti similari) può realizzare una copia per uso privato, come prevede la legge sul diritto d’autore. Ma se per garantire questa facoltà il produttore deve rinunciare alle difese antipirateria, il consumatore deve cedere il passo e rinunciare alla copia privata…
«Deve dunque ritenersi – concludono i giudici – che,allo stato della tecnica quantomeno riferibile al 2004, l’apposizione di misure tecnologiche di protezione che impediscono anche l’esecuzione di una sola copia dell’opera non costituisce violazione del diritto di copia privata».
In soldoni, lo stato mi garantisce il diritto alla copia privata, il produttore mi priva di questo diritto, lo stato suffraga questa pratica piuttosto che tutelare il diritto precedentemente riconosciutomi.
Quintarelli si domanda a questo punto se l’aggiramento delle misure antiprotezione sia punibile o meno, il che però rappresenterebbe, anche nella migliore delle ipotesi, una soluzione solo parziale: come abbiamo visto nel caso di Xbox Live, nel caso in cui la fruizione di un bene acquistato, preveda (e sempre più frequentemente capita, perlomeno in ambito software) come servizio accessorio e/o complementare, l’erogazione di funzionalità remote, il produttore dispone di un’ulteriore arma per ostacolare l’aggiramento delle misure anticopia: il blocco di questi servizi, lato server.
La “bolla di approvazione” che questa sentenza sancisce – a una pratica che, di fatto, va avanti da anni – chiude la questione a favore dei detentori di diritti e comporta una conseguenza di estremo rilievo: la differenza fra diritto alla fruizione dell’opera e diritto alla fruizione del supporto fisico, di fatto svanisce (o perlomeno resta affidata alla benevolenza del produttore).
In assenza di disposizioni che impongano al detentore di fornire a chi ha legittimamente acquistato l’opera, delle copie di riserva, l’acquisto di un’opera protetta dà diritto alla piena fruizione del solo supporto fisico. Deperito il quale, per l’appunto, si può fare solo appello alla benevolenza del produttore.
Il tutto, dopo che ogni utente ha pagato una tassa (l’equo compenso, che nel solo 2007 ha fruttato € 70mln nelle casse della SIAE) per ogni dispositivo o supporto di memorizzazione, che va a compensare, in maniera preventiva e indiscriminata i detentori di diritti, per l’eventualità che il dispositivo/supporto sia utilizzato per violare il diritto d’autore.
Se questo è il “bene dell’industry” non so dirlo; di certo comporta una restrizione ingiustificata (se non in modo volutamente contraddittorio e fumoso) di un diritto dell’utenza, ed è quindi di certo un male per i consumatori.
Avanti così, che andiamo bene.
Una conseguenza del mancato diritto di copia, che mi fa ancora più paura, anche se credo che sia piuttosto lontano dall’avvenire sul singolo cittadino è:
ma se una pattuglia di gdf mi ferma per strada mentre cammino ascoltando musica, chiedendomi di dimostrare che le canzoni che ho sull’mp3 sono legalmente detenute da me come faccio?
Perchè da come sembra essere la legge se io gli dimostro che ho rippato gli mp3 da un cd legalmente posseduto ma con protezione anticopia rischio comunque di essere fuorilegge no?
E così per tutto il resto, se io dispongo di un videogioco per pc con protezione anticopia e per ovviare il problema invece di copiare il dvd mi scarico l’immagine del gioco, è reato?
Mi pare che, per arginare la pirateria, abbiamo perso per strada il concetto di proprietà della licenza del prodotto e non del prodotto stesso…
Cosa che però per le aziende mi pare che non stia succedendo, comprando le licenze del prodotto si può tenere una copia di backup senza il rischio di essere fuorilegge… o mi sbaglio?
potrebbero inserire già nell’originale una seconda copia del DVD (o del CD, o di quello che si acquista) e amen: niente più problemi (o scuse) legate alla copia privata, niente più guai… e costi minimi (quando costa stampare un dvd? ben poco!)
Prima cosa: perchè io devo pagare l’equo compenso su di un supporto se lo posso usare anche come soprammobile, oppure posso scriverci sopra magari dei pezzi musicali prodotti da ME, delle foto delle Vacanze di MIA proprietà, dei programmi che ho creato per conto MIO?
Seconda cosa:
“Il tutto, dopo che ogni utente ha pagato una tassa (l’equo compenso, che nel solo 2007 ha fruttato € 70mln nelle casse della SIAE) per ogni dispositivo o supporto di memorizzazione, che va a compensare, in maniera preventiva e indiscriminata i detentori di diritti, per l’eventualità che il dispositivo/supporto sia utilizzato per violare il diritto d’autore.”
Io pago l’equo compenso perchè POTREI EVENTUALMENTE violare il diritto di autore? Allora, dato che già pago questa tassa, non mi sento colpevole di piratare qualsiasi cosa, tanto la tassa già la pago e sto apposto. Se mi devo fare una copia privata di un cd regolarmente acquistato pago la tassa sia sull’originale che sulla copia privata. Devo pagare due volte per una cosa che mi spetta per legge. Io per guadagnare mica vado a rubare come fanno loro! E devo pure pagare 2 volte…ma va va…
Ma quando in Italia le cose andranno bene? Credo mai…
@M1ao
E se ho rippato un cd audio sull’ipod e poi il cd è andato perso? Come dimostro che i file sono miei?
E se ho rippato un album in vinile e poi i vecchi album li ho buttati o si sono rotti, come dimostro che i file sono miei?
E se ho registrato le canzoni dalla radio o le ho scaricate da un sito di download gratuito o se le ho comprate da un sito che non tiene traccia delle vendite fatte (tipo per chi ha buona memoria allmp3)?
Direi che preso un ipod è impossibile chiedere di dimostrare la legalita di acquisto dei brani presenti.
D’altronde dovrebbe essere lo stato a dimostrare la colpevolezza non il cittadino a dover dimostrare di essere innocente di una colpevolezza solo presunta.
Mi sembra infatti che le condanne di pirateria sono solo per chi condivide dei file musicali, quello si che è una prova di comportamento illegale.
Avere mp3 sull’ipod non prova nulla, potrei avere comprato il cd, rippato e buttato, non sono obbligato a tenere una prova di acquisto.
Questo vale anche per i film. Se ho un videoregistratore digitale e videoregistro legalmente film dalla tv o dal satellite e poi li converto in dvx con il computer e li masterizzo, il possesso del cd masterizzato di un film già trasmesso in televisione non indica nessuna colpevolezza, solo la condivisione lo fa.
Per questo penso che la legge sul copyright vada cambiata. Dopo che un film, canzone, è stato trasmesso su un canale libero, dove un utente può averlo registrato, non ha più senso il divieto di sharing, se l’ho registrato io è legale se l’ha registrato un altro, lo ha scerato e io l’ho scaricato sono un pirata. Cosa protegge la legge l’opera intellettuale o la capacità di usare un registratore?
Dovrebbe esserci una scadenza, tutto vietato per i primi due anni, poi tutto libero.
Io questa cosa della copia privata non l’ho mai capita. Non sarebbe più semplice se il produttore stesso vendesse due copie del cd/dvd? IN questo modo l’utente ha già la copia, la custodisce per bene e problema risolto.
Forse perchè due copie di un DVD si deteriorano allo stesso modo?
Forse perchè quando i lettori di DVD saranno spariti dalla circolazione dovrai comprare una rimasterizzazioe su un nuovo supporto per ascoltarli?
Come stabilisce la legge, se ci fosse la possibilità di fare la copia dei dati, anche più volte nel tempo, questi problemi non ci sarebbero.
Io vado controcorrente:
a me sembra esserci molta ipocrisia nell’articolo e spiego perchè:
1) tutte le case produttrici di software spediscono una o più copie del disco nel caso si danneggi. Basta produrre la prova d’acquisto e pagare le spese di spedizione (e neanche sempre, vedi Adobe)
2) Nessuno di noi ha bisogno della *copia di backup* oggi giorno in quanto raramente i software girano sui supporti, come succedeva in passato, ma si installano totalemente su HD riducendo di fatto l’usura.
Detto questo allora mi sembra che si voglia trovare qualche scappatoia per giustificare il fatto che si usino software o opere piratate. Tanto per riprendere il caso del lettore Mp3 sono sicuro che NON tutta la musica presente proviene da un rip dei tuoi CD. Senza parlare dei film o di Office che sono tra le cose più pirate al mondo.
Allora nasce un’altra domanda: ma abbiamo davvero bisogno di Office2007? Tranne rari casi, la risposta è no. Open Office andrebbe bene. Però, ed è un dato di fatto, MS Office funziona meglio di OpenOffice. E quel *meglio* ha un costo che però in pochi vogliono pagare.
Ancora peggio è la situazione quando con il software ci guadagni!
Chiedo all’autore dell’articolo: ma se scoprissi che un sito guadagna soldoni con i tuoi articoli senza riconoscerti una lira, non ti arrabbieresti?
La pirateria va fermata.
Contestualmente i costi dei software devono scendere.
Ma è ipocrita dire “lo scarico pirata perchè è assurdo che un cd costi 30 euro!”. Se pensi che costi caro semplicemente non lo compri. Ne fai a meno. Non è nè pane nè pasta. Invece, i produttori possono mantenere alti i prezzi perchè hanno la scusa della pirateria.
@ kersal
Puoi citarmi quale legge glielo impone (nello stesso modo in cui per esempio s’impone a me di pagare l’equo compenso)?
Parli della tua esperienza e di una particolare categoria di software (i giochi per console, per esempio, non funzionano affatto in questo modo). Io invece sto cercando di capire quali diritti acquisisco quando pago per un’opera.
Questa si chiama “presunzione di colpevolezza”, un principio che ha ed ha avuto ottime applicazioni nei regimi totalitari, col supporto di Stasi, KGB, OVRA. Quando questo principio sale a livello legislativo, presumendo che l’utente sia un delinquente e abbia intenzione di commettere reati, succede che non gli si garantiscano diritti, al limite gli si concedano favori.
Ecco, e torniamo al punto, che in assenza di una legislazione chiara in tema di diritti sull’opera acquistata, quando la Adobe ti manda la copia del software, più che rispondendo a un tuo diritto, ti sta facendo un favore. Che domani potrebbe decidere di non farti, o di farti pagare.
Magari sta bene a te, a me no di certo, e non accetto insinuazioni per questa mia posizione.
Forse su questo punto e’ piu’ coerente la posizione delle eula, tipo quella di windows.
Slegano la fruizione dell’opera dal supporto dove immagazzinata. Relegandolo ad essere, appunto, un mero supporto, puoi farne tutte le copie che vuoi, usarlo come sottobicchiere o non averlo affatto e scaricare la iso via torrent, finche’ la tua licenza, che e’ legata all’opera, e’ valida la tua posizione e’ perfettamente legale.
Poi anche qui si sono fatti prendere la mano dall’ingiustificato potere che gli viene concesso dal legislatore, inserendo clausole e vincoli che la rendono anch’essa (l’eula) ingiusta.
Saluti
Ma scusate, non è sempre stato così? I floppy si smagnetizzavano, i dischi si rovinavano ad ogni ascolto, per non parlare delle musicassette, dei VHS ecc… si è sempre acquistato il diritto ad usufruire del supporto per la sua durata naturale, perchè tutta questa necessità di “copie di backup” oggi? Ieri non se ne sentiva il bisogno? Ma i vostri lettori di CD rovinano così tanto i supporti?
Quando vado al cinema pago la proiezione, non il diritto a vedere il film quante volte voglio e non mi danno certo il supporto… nel caso di un DVD perchè dovrebbe essere diverso? Pago un supporto per fruire dell’opera un numero elevato, ma non infinito, di volte. Il concetto stesso di proprietà a tempo indeterminato non si sposa con l’essere umano, e quindi mortale.
Detto questo, anche a me piacerebbe avere copie dei dati da sfruttare in caso di eventuali problemi con gli originali, ma mi chiedo cosa fare con una stampa fotografica: il fotografo è obbligato a fornirmene una seconda copia nel caso io perda l’originale? Ansel Adams avrebbe qualche difficoltà a farlo…
@Roberto
Si sta parlando di diritto. Se deve avere solo il diritto allo sfruttamento del supporto basta dirlo.
Se compro il diritto allo sfruttamento dell’opera allora devo, per poter esercitare il diritto acquisito, potermi garantire la fruizione anche in caso di danneggiamento del supporto con una copia di backup.
Siccome oggi si vende il diritto alla fruizione dell’opera non del supporto allora come si può poi vietare il backup?
Come dice Alessio occorre fare chiarezza nella legislazione. O si vende una cosa e ci si comporta di conseguenza o l’altra.
Secondo te il diritto di fruizione del supporto è sufficiente? Mi sembra che tu lo veda come una cosa alla lontana, tipo lasciarlo in eredità ai figli.
Guarda che rotture o righe sui cd/dvd sono possibili e di solito accadono presto quanto stai usando il supporto, quando lo metti sullo scaffale e lo dimentichi difficilmente gli succede qualcosa.
Ora tu compri il tuo bel film, lo usi per un pò e ti ritrovi con una bella riga che impedisce la visione. Per cambiarlo devi avere conservato religiosamente lo scontrino, la confezione e quando ho cambiato un router rotto in garanzia mi hanno anche chiesto la scatola originale di immallaggio, altrimenti niente da fare.
Ma farci fare una copia non sarebbe meglio? Tanto chi vuole piratare lo fa lo stesso è chi non vuole che va in difficoltà.
Il software e la musica presenti sui supporti in mio possesso sono tutti di origine pirata.
D’altronde, sui supporti pago l’equo compenso…
;-)
@kersal
tu parli di adobe dove una licenza costa un pozzo di soldi ,e che cmq registri , ma non tutti lo fanno , un paio di anni fà è successo che una chiave hw di un software non funzionasse + , e la softhouse ci ha chiesto di ripagare la licenza in modo pieno , cosa assurda -.-‘ , invece tempo prima un’altra azienda ci sostituì la chiave e ci fece pagare giustamente solo le spese di spedizione.
Finchè c’è clone cd c’è speranza…
@kersal
Il tuo è un esempio sbagliato.
Col software il problema non c’è, perchè (di solito, magari c’è qualche eccezzione) non ha protezioni anticopia, lì è il seriale che rende il sw originale.
La copia la puoi fare senza problemi, o spesso basta scaricare il programma dal sito del produttore.
Un dvd invece non ha nessun seriale. Se si rovina col tempo (cosa che succede) perdi la licenza (di vederlo). E ti tocca comprarlo di nuovo.
Poi diciamo la verità, le protezioni sono inutili… Anydvd le fa fuori in un lampo, e per i giochi le cose non sono tanto diverse.
Se invece di spendere soldi per nuove protezioni che poi inevitabilmente vengono eluse abbassassero i prezzi, sarebbe meglio, anche per loro.
Poi possono pure provare a rendere le copie impossibili da fare, ma per me sono solo 10 minuti di rip in più
@Alessio:
tu non compri i diritti sulla canzona. Compri il diritto di ascoltarla CON DELLE LIMITAZIONI (ad esempio non puoi mettere su una discoteca con i tuoi cd originali).
Inoltre, se domani ti compri un auto e la distruggi te la ridanno nuova?? Oppure ne puoi fare una copia di backup? E i tuoi libri? Te li fotocopi uno per uno perchè un giorno magari si usurano?
Come ho appunto detto, e come Banjo ha (ahimè) sottoscritto, qui si sta parlando di volere il Diritto di non pagare il lavoro altrui! E questo io non l’accetto.
E riguardo la presunzione di innocenza non mi hai risposto. Ma sarò più chiaro: il tuo problema è che hai tutti i CD originali e ne vuoi fare una copia per tramandarli ai tuoi nipoti? Se è questo il tuo problema ti do una immediata soluzione, che sono sicuro che tu seguirai: contatta la SIAE. Esiste una procedura per avere autorizzate le tue copie di back-up. In pratica loro controllano che tu abbia tutte le carte in regole e ti danno la possibilità di copiare le opere di cui detieni il diritto di visione.
Lo sai che adesso in tutti i DVD warnerBros ti danno la copia digitale? Vai sul sito, digiti il codice che hai ottenuto con il tuo DVD originale e scarichi la copia in DiVX. E lo fa anche la Sony Music con alcuni degli ultimi album usciti.
Chi glielo fa fare a loro o ad adobe di restituirti il DVD? Nessuno. Si chiama Customere Care. Valore aggiunto. In teoria tu scegli di comprare Adobe Lightroom invece di Apple Aperture perchè Adobe ti da un servizio migliore. Ma ho detto COMPRI, non scarichi.
@Banjo:
I miei complimenti.
@Marcos86:
come vedi anche tu confermi che l’articolo è ipocrita. Il tuo problema non è avere la copia di backup (tanto la scarichi) quanto il fatto che i DVD costino troppo.
E ti posso anche dare ragione in questo: ma la soluzione NON è vederlo lo stesso scaricato ma NON VEDERLO. Se una camicia Armani che costa 300€ per me è pazzia io non vado a rubarla in negozio, ma semplicemente non la compro.
Il fatto vero è che è troppo facile ottenere le copie in maniera illegale e del tutto gratuita.
Aggiungo un’altra cosa che mi fa andare in bestia (io compro solo originali): un tempo ti davano delle belle custodie con un sacco di manuali, e di paccottiglia (a volte inutile) varia. Ora è un DVD e basta. Poi il manuale lo leggi a video o Online. E non parlo del programmino da 30€. Parlo di Autocad ad esempio (4000€ di programma), o Lighroom (800€) e così via.
Questo mi fa andare in bestia e vorrei che nei blog si combattesse per questo e per prezzi più modici e non per un fantomatico diritto di copia.
@Alessio:
quindi se ti danno il diritto di copia e aumentano i prezzi del 30% a te va bene? Saresti soddisfatto??
@ kersal
A quel che mi risulta, quando acquisto un CD ho diritto ad ascoltarlo finché non tiro le cuoia, non finché il supporto regge. Mi riporti la legge secondo cui, al deperire del supporto, qualcuno è obbligato a darmene uno nuovo?
Questo esempio è totalmente estraneo alla discussione. Stiamo parlando di opere protette da diritto d’autore. Per quel che riguarda i libri, non sono previsti dispositivi anticopia quindi sì, se ritengo me li fotocopio per i posteri.
Puoi mostrarmi dove trovarne gli estremi?
Se secondo te i diritti vanno negati presumendo che chi ne fruirebbe, se ne approfitterebbe per violare la legge, non è di stato di diritto che stai parlando. Nel caso specifico per quel che mi riguarda, la composizione della faccenda è molto semplice:
1) abolire l’equo compenso in quanto non rappresentativo di nulla per chi lo paga
2) sancire per legge il dovere delle aziende che adottano sistemi anticopia, di rendere disponibile il contenuto a chi l’ha acquistato legalmente, dietro restituzione del supporto deperito
In ultimo, ti diffido formalmente dal continuare ad insinuare “ipocrisia” in ciò che scrivo. Non hai alcun titolo a presumere alcunché sulla mia persona, tantomeno intenti criminosi (come stai facendo).
@Alessio:
Ti chiedo scusa se ti ho offeso. Ad ogni modo non volevo dare dell’ipocrita a te ma al concetto, che magari in te è estraneo ma che ho visto in molte altre persone, di giustificare un comportamento illecito come giustificazione ad un comportamento ingiusto (quello dei produttori). Un esempio è, come ho fatto notare, banjo che ammette candidamente di avere tutto pirata.
Per quel che riguarda le tue proposte non posso che essere d’accordo, ma ti chiedo: come pensi di arginare il fenomeno della pirateria? Pensi che vada arginato? Pensi che ci sia un danno per i creatori/autori o no?
Il balzello per me è stata una idiozia, così come pure la minaccia di galera. Ma allora che fare? La SIAE non può entrare a casa tua tranne se non ha già prove certe che ci sia un reato e allora può fare richiesta di mandato e viene con la GdF. Ma per fare questo dovrebbe essere concesso loro di *spiare* le nostre connessioni…e non mi piace tanto come idea. E quindi?
Le protezioni anticopia non vanno bene, il balzello non va bene, la sarcozy è terribile, la RIAA sono le SS…insomma qualche soluzione?
@kersal
Ma per quale oscura ragione autori ed editori dovrebbero essere tutelati “in regime speciale”??
Ci sono le leggi e le forze di polizia atte a farle rispettare. Cosi dovrebbe essere come per tutte le altre categorie
A me (e a tanti altri) hanno spaccato il vetro della macchina. Dovrebbero applicare una tassa speciale sui martelli (potrebbero essere usati per rompere il vetro di una macchina) per risarcire quelli nella mia situazione.
Invece mi attacco. E se autori ed editori invece di guadagnare cifre paurose, guadagnano SOLO cifre paurose meno una piccola percentuale, si dovrebbero attaccare anche loro.
Non solo non lo fanno, non solo hanno gia’ il regime speciale, non solo vogliono di piu’, ma trovano anche chi, come te, li difende.
Saluti
@ kersal
Lungi da me fare il tifo per la cd “pirateria” (ho qualche difficoltà ad assimilare gli atti violenti tipici dei pirati alle violazioni della proprietà intellettuale).
Sono favorevole ad azioni che consentano la tutela dei diritti dei detentori, a patto che non vadano a discapito di quelli di chi acquista tramite la consueta pratica del lobbying. Dev’esserci un’armonizzazione fra le istanze di tutte le parti in causa, non un adeguamento delle leggi alla volontà delle lobby meglio rappresentate.
Ti ripeto, le protezioni mi stanno bene. Mi sta bene tutto, purché sia tutelato il mio diritto di fruire dell’opera nei limiti stabiliti dalla legge.
Oltretutto DRM, sistemi anticopia etc. vanno a impattare sui soliti noti che pagano sempre quel che c’è da pagare, mettendogli in testa l’idea che essere onesti non sia poi un grande affare. Per tutti gli altri, una gabola è sempre esistita, esiste ed esisterà sempre.
Adesso che la furbizia altrui si debba ripercuotere sui diritti che sono concessi a me che cerco di stare alle regole, beh questo proprio non lo accetto.
Queste banali considerazioni non sembrano tuttavia avere alcuna eco fra major, lobbisti e decisori. C’è chi addirittura arriva ad affermare che:
“Quando un individuo copia una canzone per suo uso personale […] possiamo dire cha ha rubato una canzone.” Infatti fare “una copia” di una canzone acquistata regolarmente rappresenta nient’altro che “un modo carino di affermare che abbia rubato solo una copia”
http://www.appuntidigitali.it/109/siamo-tutti-pirati/
Come a dire: magari non beccheremo tutti i “pirati”, ma quelli che ci pagano li spremiamo come limoni. Hai un CD e vuoi portare quella musica sull’iPod? Ricompratela su iTunes. E magari mi schiaffano anche un bel rootkit su un CD audio che ho comprato, per essere sicuri che non lo rippo.
Di questo passo la “pirateria” non si scoraggia ma s’incentiva.
L’ultima sul far pagare anche i 30 secondi di preview in iTunes conferma questa assoluta incapacità di pianificare le proprie strategie su altro che i propri guadagni.
http://digg.com/music/Songwriters_want_to_get_paid_for_30_second_song_previews
@LMC:
Ti vorrei ricordare che gli automobilisti sono tutelati contro i pirati della strada da un apposito fondo (che paghiamo tutti) presso le assicurazioni. E’ stata la base sulla quale hanno stilato la legge sul balzello.
Tuttavia non sono d’accordo con esso.
Il problema del costo dell’opera poi non mi pare una giustificazione appropriata.
Ovviamente la mia era una provocazione.
Per evidenziare che il concetto “magari non beccheremo tutti i pirati, ma quelli che ci pagano li spremiamo come limoni” fornisce financo una parvenza di giustificazione alla pirateria.
Insomma, uno si sente autorizzato per una questione “di principio” come alibi.
Ma alla fine mi chiedo: è giusto parlare della cosa in termini di ciò che è giusto e ciò che non lo è, visto che alla fine è una gara tra comportamenti disonesti, da un lato e dall’altro?
@kersal
Il paragone non regge e se come dici e’ stato usato come base per arrivare all’obolo vessatorio della siae, chiunque l’abbia fatto andrebbe messo al muro.
Innanzi tutto non sono gli automobilisti ad essere tutelati dal fondo, chiunque lo e’. Non devi possedere un’auto per essere investito da un’auto! Non tutela una categoria. Secondo punto copre unicamente i danni alle persone non quelli materiali e dopo che siano stati accertati, mentre l’obolo copre unicamente PRESUNTI danni materiali (il fondo non mi da soldi se dico che POTREI essere investito). Ci sarebbero altre cose, ma queste penso bastino.
E capisco che anche tu non condivida l’equo compenso, ma comunque ritieni ‘giusto’ che la categoria in questione debba avere una qualche tutela speciale non si sa in base a quale principio.
Un esempio molto piu’ calzante del vetro dell’auto, l’abbigliamento. Non hanno un regime speciale (e nemmeno lo richiedono) nonostante vengano vendute tonnellate di merci contraffatte o importate illegalmente. Nessuno ‘compensa equamente’ dolce e gabbana, armani o chi per loro.
Accettano la normale tutela che forniscono leggi e forze di polizia, come faccio io e come fai tu.
Mentre sti ‘operatori dell’ingegno’ dovrebbero avere di piu’. Oh e loro possono pure chiederlo, quello che trovo grottesco e’ che A. qualcuno glielo accordi B: qualcun’altro (come te) lo trovino anche giusto.
Ancora saluti
Per dirla alla Toto, fate come dico io ma non fate come faccio io! Ovvero siate ligi alle leggi ma non fate come noi che invece non lo siamo!
@Kebal
“Ti vorrei ricordare che gli automobilisti sono tutelati contro i pirati della strada da un apposito fondo (che paghiamo tutti) presso le assicurazioni.”
E no!!! mica vale se un vandalo mi sfonda il vetro o mi riga la macchina!!!
Però non possiamo nemmeno ridurre il concetto ad un mero: la fa la disonesta e noi lo facciamo più di loro.
Mi piace poter dire che almeno, nel mare della pirateria (a chi mi chiedeva se ho tutta la mia musica originale ovviamente gli rispondo di no), ci sono cose che non possono essere piratate: la bellezza di vedere un film sul grande schermo, le emozioni di un concerto dal vivo, il divertimento di un lan party :D
PS: tanto per precisare chi dava dei banditi ad autori ed editori purtroppo non è così, i banditi che io sappia sono solo gli editori (o distributori o major a seconda dei casi).
Mentre gli autori hanno una quota percentuale delle vendite o un contratto a ingaggio che è una piccola parte degli introiti, gli editori o chi per esso si prendono la fetta grossa. Un mio prof universitario si lamentava l’altro giorno che gli è arrivata la quota del libro che usiamo che ha scritto: circa 2 euro! E il resto dei 22 euro chi li tiene? Non credo sia tutto il costo della carta e della copertina…
“Questo esempio è totalmente estraneo alla discussione. Stiamo parlando di opere protette da diritto d’autore. Per quel che riguarda i libri, non sono previsti dispositivi anticopia quindi sì, se ritengo me li fotocopio per i posteri.”
Solo entro il 15% del totale, mi auguro…
La Legge 22 aprile 1941 n. 633 comunque è chiara:
All’Art. 71-sexies comma 4
“Fatto salvo quanto disposto dal comma 3, i titolari dei diritti sono tenuti a consentire che, nonostante l’applicazione delle misure tecnologiche di cui all’articolo 102-quater, la persona fisica che abbia acquisito il possesso legittimo di esemplari dell’opera o del materiale protetto, ovvero vi abbia avuto accesso legittimo, possa effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale, a condizione che tale possibilità non sia in contrasto con lo sfruttamento normale dell’opera o degli altri materiali e non arrechi ingiustificato pregiudizio ai titolari dei diritti.”
in particolare vorrei sottolineare questa parte:
“la persona fisica che abbia acquisito il possesso legittimo di esemplari dell’opera o del materiale protetto […] possa effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale”
Ora, dal momento che la copia analogica è sempre garantita… certo, ci piace la copia digitali, perfetta e immutabile nel tempo, però allora critichiamo questo aspetto, non il fatto che non si possa fare la copia perchè questo diritto è garantito.
@roberto
Credo che il legislatore con ‘analogico’ non intenda il senso tecnico, contrapposto a digitale, ma al suo significato originale cioe’ “che e’ fondato sull’analogia”.
Con analogia che e’ “relazione di somiglianza e affinita’”
Saluti
@Kersal commento 17
Il tuo esempio dell’auto è sbagliato, quando compri un auto l’auto è tua puoi farne quello che vuoi e nessuno può impedirtelo, disegnarci righe con un punteruolo sul cofano, cambiare sedili sportelli passeggero se ti sta sulle balle etc… quando compri un software no, il punto è qui io acquisto l’uso non la proprietà. Se affitto un auto e mi schianto me la cambiano, perchè io pago l’uso di un auto, ma non è mia non posso modificarla come mi pare. E’ questo l’esempio che dovevi fare non quello che hai fatto. Detto questo, trovo ingiusto che un diritto collettivo risonosciuto dalla legge, quello della copia privata, debba essere messo in secondo piano rispetto ad un diritto, per carità, ma limitato ad una ristretta categoria privata. Inoltre visto che la tassa SIAE la pago sul supporto vergine io sopra ci metto quello che mi pare, non posso essere in alcun caso accusato di non aver pagato i diritti, li ho pagati a monte, e li ho pagati anche sull lettore MP3 in funzione della memoria che ha. Pertanto è legale qualsiasi cosa ci metto dentro, e come successo in Francia ad un ragazzo denunciato per essere in possesso di non so quante migliaia tra CD e DVD è stato assolto proprio perchè anche li hanno una tassa sui supporti come da noi, e il giudice ha, giustamente, ritenuto che lui avesse già corrisposto i diritti. E che cavolo, la SIAE che li prende a fare i soldi sui supporti vergini, cos’è pizzo, una tangente, estorsione… a che titolo?
@LMC
Beh, una copia analogica, in senso tecnico, è una copia analoga all’originale digitale. Quindi registrare su musicassetta un CD protetto soddisfa il diritto di copia privata.
io non sono un esperto in materia, ma suppongo che il negoziante ha l’obbilgo di cambiare il prodotto solo se è difettoso, ma se ti si spacca il CD dopo un po’ di tempo il gioco è da buttare e non te lo cambierà mai nessuno, perchè nessuno è obbligato a farlo ma anche se lo fossero in italia prima che alzi un casino non succede nulla. posso dire tranquillamente questo perchè ci sono passato, la mia copia di C&C generals (tenuta come un cimelio sempre nella custodia, non la tiravo fuori nemmeno per giocarci (e ci siamo capiti) proprio per preservarla al meglio) si è crepata dall’interno fino a coprire alcune tracce. non lo leggeva più tutto, e non installava. mi hanno semplicemente risposto che non avevano altre copie per sostituirla e quindi me la prendevo nel secchio. PERCIò NON MI VENITE A DIRE CHE LE SOSTITUISCONO, perchè lo fanno solo nel mondo dei teletubbies, e di sicuro non in italia. per farmi cambiare una copia di Still Life da un negoziante, che aveva eveidentemente una traccia danneggiata (sia il gioco che il negoziante), ho dovuto portare un portatile al negozio e dimostrargli che non installava il gioco davanti ai suoi occhi, dopo che a casa lo avevo provato inutilmente a installare su 3 PC, e che secondo lui il gioco era perfetto, e non voleva cambiarmelo (perchè al “laboratorio” gli avevano detto che la copia era OK), cambiata la copia è andato liscio come l’olio.
Non so in che paese abitiate voi, io sto a Roma e qui nei negozi funziona così: “sgancia i soldi, bastardo!!”, punto.
Per quanto riguarda l’articolo mi pare evidente che l’utente non ha alcun diritto alla copia pirata, praticamente ti viene riconosciuto che se non c’è la protezione puoi farti una copia di backup e nessuno può multarti, ma ovviamente è tutto lasciato al caso, la guardia di finanza se vuole ricattarti può farlo tranquillamente, perchè è praticamente impossibile raccapezzarcisi, se vogliono trovare qualcosa di illegale la trovano se hai un ipod a mio avviso…
segue commento 35
chiedo venia per il lapsus, nell’ultimo capoverso ho scritto “copia pirata” intendevo ovviamente la copia di backup o copia privata…
Secondo me si sta perdendo il senso (e il valore) delle cose…
Credo sia giusto che i produttori si tutelino adeguatamente, e non esistono scusanti per la pirateria, e d’altronde non ci si può nascondere dietro a mezzucci per giustificarla (un po’ come nascondersi dietro la privacy quando si commette un crimine).
Tuttavia credo che le continue limitazioni imposte sono più un problema di chi compra legalmente le cose piuttosto che di chi le pirata, che in ogni caso non si fa più di tanti problemi.
Ad ogni modo se riesci a dimostrare che hai una copia originale, non credo possano farti nulla, perché se è garantita per legge allora ok.
Discorso diverso per quelli che “l’originale è andato perduto”.
Lì o hai uno scontrino che attesti l’acquisto, oppure non ci sono santi che tengono.