Terremoto: web e media stanno reagendo nel modo giusto?

terremoto_abruzzo_vespa.jpgNo, naturalmente, altrimenti cosa starei a fare qui? A guardare i tg viviamo in un mondo perfetto e gli abruzzesi, nella tragedia, non potrebbero star meglio.

I soccorsi sono stati tempestivi ed adeguati, Berlusconi è pronto a stanziare una montagna di soldi nostri che non abbiamo e che ancora non si è capito dove intenda prenderli e il Papa farà visita ai terremotati, come se la Protezione Civile non avesse nient’altro da fare.

Nella cinica orgia mediatica creata intorno alla catastrofe, commentata anche dal buon Alessio, l’impressione che si ha è che gli sciacalli più grossi non siano ancora stati presi e che oltretutto siano liberi di passare continuamente su prime pagine e televisione. Ma tra melodrammi televisivi e meravigliosi racconti di efficienza e solidarietà forse i conti non tornano sempre.

Eppure la rete, sbandierata come organo di comunicazione e informazione libero e democratico, ancora una volta non si è dimostrata all’altezza ed ha reagito male alla tragedia, persino peggiorando il quadro.

Quando avvengono certe catastrofi, dobbiamo tutti stringerci nel cordoglio e non c’è mai spazio per le polemiche. Incivile è chi denuncia e alza polemiche in situazioni tanto drammatiche. Beh, perdonate la mia inciviltà, ma da dire ce n’è, sia sul reale stato di cose, sia sul becero comportamento dei media e la stupida irresponsabilità degli utenti della rete.

La realtà nelle zone terremotate è ben diversa da quella mostrata dai media, ma la rete non è servita a raccontarla.

Migliaia di utenti si sono lavati la coscienza diffondendo numeri telefonici a caso, senza mai verificarne l’attendibilità e promuovendo opere di solidarietà senza verificarne la reale esistenza o utilità. Non sono mancati nemmeno folli allarmismi che paventavano un allargamento della zona sismica in altre aeree della regione colpita.

Il risultato è stata un caos che ha gettato confusione anche tra le organizzazioni di volontariato, creando problemi organizzativi e una dispersione dello spirito di solidarietà verso azioni di raccolta che non gioveranno mai a nessuno.

Visto quanto è accaduto e quanto sta accadendo, oggi come non mai, in tanti dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e comprendere la responsabilità delle proprie azioni nella rete e imparare le giuste procedure comportamentali per non creare danno al danno.

Il centralino della Protezione Civile per le emergenze e per il reclutamento di volontari in Abruzzo è stato inondato, per colpa della diffusione incosciente di un appello nei blog e nei social network da inutili telefonate da tutto il territorio nazionale, rendendo di fatto la linea inservibile per giorni. Fioccano annunci di raccolte di materiale di prima necessità a cui in tanti aderiscono, senza che Croce Rossa e Protezione Civile abbiano dato disposizioni in tal senso. Queste anzi stanno esplicitamente chiedendo donazioni in denaro e rifiutando offerte in beni, che sono economicamente inefficienti e logisticamente ingestibili.

Ignorate le raccolte di vestiario e coperte e se volete fare qualcosa di sensato sfilate dal portafoglio la carta di credito e donate qualcosa da qui.

Certo che mobilitarsi per una raccolta di materiale è più impegnativo, ma soprattutto fa guadagnare molto di più in termini di immagine, rispetto ad un semplice link verso il sito della Croce Rossa Italiana. Poi se è tutto non solo inutile, ma anche dannoso, visto che chi sente di aver fatto la sua parte con qualche scatoletta di tonno e qualche coperta più difficilmente farà anche una donazione in denaro, non importa.

La controinformazione che dovrebbe poi smascherare le favola televisiva non si è fatta avanti se non per diffondere una sorta di attacco politico trasversale a questo Governo, diffondendo notizie false però. Ed è ridicolo visto quanto ci sarebbe da dire.

La blogosfera ha fatto rimbombare in ogni dove la notizia secondo cui l’ospedale de L’Aquila, inagibile al 90% dopo la prima scossa, sia stato costruito dalla Impregilo, azienda che dovrebbe essere tra i principali attori della costruzione dell’ipotetico ponte sullo stretto di Messina. Tutto falso naturalmente.

Per il resto, il silenzio più totale, come se non ci fosse niente da dire.
Per conoscere la reale situazione dei soccorsi, oltre che leggere un qualsiasi giornale straniero, potete anche contattare un dirigente o un responsabile della Protezione Civile della vostra zona, come ho fatto io.

Nonostante il lavoro tempestivo e ben organizzato e della Protezione Civile, grazie anche all’esperienza maturata tra Marche e Umbria, i soccorsi stanno incontrando alcuni problemi.

L’ultima finanziaria ha ridotto i fondi della Protezione Civile del 74%, praticamente uno smantellamento, e questa è solo l’ultima mossa di tutta una serie di leggi atte a penalizzare un’associazione fondata sul volontariato e sulla solidarietà. Attualmente, nonostante il Governo abbia rifiutato gli aiuti internazionali perché, dicono, abbiamo uomini e mezzi a sufficienza e viviamo in un paradiso di solidarietà ed efficienza, la Protezione Civile è a corto di volontari, e le operazioni di soccorso e assistenza stanno procedendo più lentamente di quanto dovrebbero.

L’arruolamento di nuovi volontari è paralizzato da norme introdotte recentemente, che obbligano la Protezione Civile a notificare alla regione competente l’iscrizione di nuovi volontari, che poi necessità dei soliti tempi biblici delle amministrazioni italiane per rispondere.

Queste e altre norme già introdotte, insieme ad altre che verranno a breve, purtroppo, sembrerebbero avere un retrogusto politico: la Protezione Civile è un’associazione ARCI, che a sua volta non è mai stata gradita in determinati ambienti politici, almeno in base alle dichiarazioni pubbliche in tal senso fatte negli ultimi 15 anni da esponenti politici di spicco. Probabilmente per questo la Protezione Civile viene osteggiata in favore di enti di volontariato istituiti recentemente a livello comunale.

Questi però, nei casi in cui esistono, visto che non sempre i comuni adempiono a tutti i loro obblighi, reclutano più che altro pensionati per svolgere semplici mansioni sul territorio, come l’attraversamento pedonale davanti alle scuole o servizi di vigilanza semplici,  con cui una volta raccoglievano fondi i circoli locali della Protezione Civile (con un ulteriore perdita di fondi).

Quasi sempre questi gruppi alle dipendenze dei comuni non hanno alcuna preparazione e nessuna attrezzatura per fronteggiare emergenze e non sono in nessun modo coordinati tra loro.
Il risultato è che, per colpa di provvedimenti che sembrano non avere nulla a che fare con l’interesse per la nostra sicurezza, i soccorsi non sono efficienti come dovrebbero.

Il fatto è grave, soprattutto perché nessuno sta raccontando il reale stato di cose, eppure la cortina di favole ancora non è stata rotta dalla rete e dal suo cosiddetto popolo libero e democratico.

Ad ogni modo, chi è interessato a dare una mano non si scoraggi. Anche se ci possono volere persino mesi ad essere abilitati, la vastità della catastrofe impegnerà le associazioni di volontari ancora per tanti mesi e avranno bisogno di nuove leve da alternare alle persone attualmente impegnate sul campo.

Sarebbe già apprezzabile, vista una maggiore esperienza nell’utilizzo della rete da parte degli utenti di Appunti Digitali, rispetto alla media riscontrabile ad esempio in un social network, che si cominci a dare il buon esempio in questa vicenda, partendo dalla verifica di quanto qui scritto da parte vostra, sia che vogliate criticarmi o che vogliate divulgare questo post.

Buon lavoro.

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