Terremoto in Abruzzo: i veri sciacalli sono dentro lo schermo

Alla catastrofe del terremoto, alla vergogna della passerella di ministri e parlamentari in vista delle Europee, si è aggiunto nei giorni scorsi un ulteriore episodio che aiuta più di ogni altro a comprendere il significato del modo di dire, in voga nel mondo giornalistico, “bad news is good news”.

In due allucinanti minuti di meschina autocelebrazione, il TG1 ha snocciolato i dati auditel relativi al palinsesto RAI predisposto a copertura della tremenda sciagura che ha colpito L’Aquila e dintorni.


Nel video riportato dal Corriere della Sera e commentato da Aldo Grasso, potete osservare il compiacimento che la rete esprime constatando i brillanti risultati ottenuti in occasione della catastrofe. Da abruzzese, preferisco non commentare oltre.

Vi lascio con un piccolo “insight” su Appunti Digitali: nei giorni del terremoto, abbiamo riscontrato una prevedibile flessione del traffico: ci sembra del tutto normale che l’attenzione dei navigatori sia rivolta a questioni al cospetto delle quali i nostri contenuti rappresentano frivolezze.

Sapere tuttavia, che dell’attenzione e della compassione del pubblico si avvantaggiano soggetti simili a quelli che – minuti prima di dare l’addio al silente Riotta – si compiacciono pubblicamente del tornaconto derivante dalle disgrazie altrui, mi lascia molto confuso circa il reale significato del termine “frivolezze” in ambito massmediatico.

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