MSN Companion: netbook e cloud computing ante litteram

MSN CompanionCi sono poche cose nella vita che non riportino a una canzone di Bob Dylan o dei Beatles: la frase non è mia ma di Steve Jobs, e se c’è una canzone che sembra raccontare la storia recente dell’industria informatica, questa è proprio The Times They Are A-Changin’ del poeta di Duluth:

[…] Your old road is
Rapidly agin’.
Please get out of the new one
If you can’t lend your hand
For the times they are a-changin’. […]

Se avrete la pazienza di seguirmi in questo nuovo tuffo nella nostalgia informatica, capirete perché.

La strada che porta al cloud computing è costellata di vittime eccellenti, dispositivi immaturi per il debutto, se non del tutto ingenui. Nel “day after” la prima uscita pubblica di Chrome OS – la cui strada verso il mercato è ancora lunga – la capsula temporale retro-nostalgica si sposta all’anno domini 1999, anno in cui venne svelato al mondo, presso il COMDEX di Las Vegas, MSN Companion, in un keynote di Bill Gates.

Mentre Google, oggi protagonista del mondo search e arcirivale di Microsoft, muoveva i primi passi sul mercato, Microsoft tentava di spingere quello che, a dieci anni di distanza, inizia a sembrare uno scenario plausibile – benché ancora coperto da numerosi dubbi circa fruibilità, idoneità ad incontrare le esigenze di un pubblico mainstream, privacy.

Cosa più interessante, nel 2009 né Microsoft né Oracle – vera antesignana del settore con il Network Computer (1996) – possono rivendicare una leadership su quello che appare oggi come un promettente ambito di sviluppo: capitana l’evoluzione del settore quella stessa Google che, negli anni dei primi, goffi tentativi, viveva dei sussidi all’innovazione dell’Università di Stanford.

Fatta questa premessa, che chiarisce il richiamo ai versi di Dylan, passiamo a raccontare di MSN Companion, alias Web Companion, un progetto che ricalca la ratio di Chrome OS, applicandola però ad un periodo in cui la rete e il mercato erano del tutto immaturi per riceverlo.

Protagonista della value proposition del Web Companion è l’offerta di contenuti MSN, già all’alba del nuovo millennio ricca di contenitori dedicati alle news online, alla finanza e allo shopping, oltre che servizi come ricerca ed email.

Web Companion era in effetti, più che un prodotto Microsoft, un formato lanciato dal colosso di Redmond, adottato da Compaq ed eMachines (e testato anche da Acer e Vestel), con specifiche hardware minimali, idonee alla sola fruizione di servizi online.

Pensato sia come portatile che come desktop, il Web Companion ruotava attorno a CPU x86 – principalmente Geode di National Semiconductor a 266 o 300 Mhz – e al sistema operativo Windows CE con browser IE 4 customizzato.

Il prodotto arrivava in un momento in cui, al boom del PC – guidato e cavalcato dalla stessa Microsoft con Windows 95 – andava sommandosi quello di Internet, un medium le cui potenzialità apparivano ancora non chiare ma del tutto inesplorate, ma che di certo avrebbe dato impulso all’interesse del pubblico per l’informatica.

Perché quindi non tentare di abbassare la soglia di accesso alla rete, con un thin client di basso prezzo e funzionalità base?

I motivi per desistere da questo proposito – o perlomeno rinviarlo – erano tuttavia piuttosto evidenti. In primis le letargiche connessioni dial-up a 33,6 o 57,6 Kbit – ISDN per gli spendaccioni – non garantivano un’esperienza d’uso soddisfacente, ed erano spesso tariffate a tempo. In secundis perché il flop dell’analogo Network Computer (e NetPC con hardware Intel e SW Microsoft) risuonava ancora per i corridoi delle redazioni tecnologiche.

Forse anche perché, seppure il terminale avesse conosciuto massicce vendite, avrebbe forse intaccato – com’è successo nel 2007 col netbook – le vendite di PC full-featured a più alto valore aggiunto.

Nel caso di Web Companion tuttavia, Microsoft avrebbe imposto un suo standard al mercato hardware ed attivato quindi un nuovo canale di incassi da royalty, oltre a spingere visitatori sul proprio portale Internet.

A causa dei citati motivi tecnici, i piani di Microsoft per Web Companion andarono però storti, e per i pochi dispositivi in circolazione fu interrotto il supporto tecnico nel 2003.

Dai posteri Web Companion sarà dunque ricordato più per aver rappresentato, dopo il flop di MSX, una nuova sortita del colosso di Redmond nel mondo hardware. C’è chi pensa che – con buona pace dei critici delle piattaforme chiuse – questa strategia abbia ancora senso per Microsoft. Sarà vero?

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