
Chromebook, il computer portatile da poco in pre-order motorizzato Chrome OS, prometteva di far valere tutti i vantaggi e le sinergie del caro vecchio thin client. Fra questi, ovviamente, il prezzo, derivante da una dotazione hardware ridotta al minimo indispensabile per eseguire un OS web based:
Intel dual-core ATOM N570
2 Gb DDR3
Scheda grafica Integrata
Monitor 12,1″
16 Gb SSD
Davanti a simili caratteristiche HW un prezzo di € 399 per la versione WiFi (la cui utilità mi riesce difficile intuire) e € 449 per quella 3G mi lasciano piuttosto sbalordito. Dopo tutto questo casino …

Ogni tanto questo lavoro mi offre una piccola soddisfazione. È questo il caso dell’hardware made in Google, la cui esistenza ipotizzavo qualche tempo fa. Il 17 luglio 2009, giorno del mio onomastico, scrivevo:
Nulla vieterebbe poi a un colosso come Google (o MS, altro protagonista del mondo SAAS) di entrare nel mondo hardware, rivolgersi direttamente a colossi del settore ODM come Compal e Quanta, e produrre apparati personalizzati. Di fronte a questa eventualità, vedremmo tutti gli OEM correre in fila indiana verso il Googleplex per stilare …
La strada del cloud computing arriva da lontano e, con l’arrivo di Chrome OS, potrebbe portare ancora più lontano. In modo del tutto parallelo, sul mercato hardware i client sono diventati sempre più thin ma con il nuovo OS di Google, potrebbero diventarlo ancora di più. Partiamo dallo status quo.
Non sono mai stato un fan di Atom, una CPU che mi pare risponda all’unica esigenza di portare la “religione” x86 lì dove, fino al 2007, non poteva arrivare: subnotebook di basso costo, altri dispositivi ultramobile come MID, un giorno, …
Ci sono poche cose nella vita che non riportino a una canzone di Bob Dylan o dei Beatles: la frase non è mia ma di Steve Jobs, e se c’è una canzone che sembra raccontare la storia recente dell’industria informatica, questa è proprio The Times They Are A-Changin’ del poeta di Duluth:
[…] Your old road is
Rapidly agin’.
Please get out of the new one
If you can’t lend your hand
For the times they are a-changin’. […]
Se avrete la pazienza di seguirmi in questo nuovo tuffo nella nostalgia informatica, capirete perché.
La strada …
Leggendo i commenti al mio precedente pezzo su Chrome OS, ho notato che alcuni utenti sembrano incondizionatamente propensi all’adozione del nuovo paradigma riproposto da Google. Trattandosi di uno scenario che alcuni ritengono plausibile (e sul quale di certo si spenderanno presto anche Microsoft e altri titani di calibro simile), vorrei in questa sede spendere qualche parola su quelle che mi sembrano le più immediate conseguenze dell’introduzione sul mercato della “reincarnazione” del Network Computer di Oracle.
Facciamo un passo indietro per entrare in contesto: per chi opera nel comparto hardware, il …
Dopo la prima analisi di Enrico, riporto il mio parere sulla questione Chrome OS.
È raro nella storia dell’informatica, un momento di conflitto come quello che stiamo vivendo. Fino a qualche anno fa, due fra i più influenti e dinamici operatori del mercato, Microsoft e Google, procedevano su strade parallele, con minoritarie intersezioni, ciascuno mantenendo una presa inespugnabile sul rispettivo core business.
Una serie di schermaglie da parte di Google (Docs, Chrome, Android) e Microsoft (con affondi diretti nel campo di Google per eccellenza, la ricerca web: Live Search e Bing) …