di  -  giovedì 19 Novembre 2009

Questa settimana ci discostiamo dalla tradizionale alternanza hardware-software cui ormai, credo, siete abituati. In fondo, se si rischia di finire nella routine è giusto cambiare le carte ogni tanto, no?
E lo facciamo per parlare di un argomento tutto sommato un po’ lontano dalla logica del retrogaming. Oggi proveremo ad analizzare uno dei termini più usati e senz’altro abusati negli ultimi anni nel settore dei videogiochi: “next-gen”.

Anche agli utenti-consumatori non così attenti nelle logiche di mercato, le quali caratterizzano l’industry, sarà capitato di imbattersi in questa parola utilizzata sia dagli addetti ai lavori sia dalle folte schiere di lettori che popola la Rete.
Notizie, anteprime, trailer, forum; in qualsiasi media focalizzato sulla tecnologia ad ampio raggio “next-gen” prima o poi è sempre saltato fuori anche perché il settore dei videogiochi è parte importante dell’entertainment biz mondiale. E quindi non si può non parlarne.
Cercheremo di capire se però il suo utilizzo è fondato ed appropriato o meno.

Questo è uno degli argomenti che ho sempre avuto in mente di trattare ma la cui occasione e forse l’ispirazione è mancata. In una normalissima ed uggiosa giornata di metà novembre proverò a dire la mia.

Prima ancora di far parte della “cricca” di Appunti Digitali e quindi, ovviamente, prima di curare questa rubrica, trovavo curioso vedere come gli utenti iscritti ai portali o ai forum sparsi per il mondo potessero affannarsi nel cercare risposta a quesiti come “ma il gioco X sarà next-gen oppure no?

Se sì lo compro, altrimenti resta sullo scaffale…”.
Lì per lì mi saliva anche il dubbio amletico di non capire bene di cosa si stesse parlando o che qualcun’altro fosse a conoscenza di indiscrezioni a me oscure.
In sé per sé la parola “incriminata” risulta affascinante.
In sole sette lettere vengono condensate le aspettative dei consumatori sempre a caccia dell’ultimo ritrovato hi-tech.
E se ci pensiamo bene trascende l’aspetto videoludico, ma si applica a qualsiasi settore industriale/produttivo; quel che la stampa, da anni, è solita anche chiamare “The Next Big Thing“, riferendosi ad un prodotto od una tecnologia in grado di cambiare radicalmente, stravolgere l’industria stessa.
Nel mondo dei videogiochi, seppur bisbigliato, ristretto alle fiere chiuse agli addetti ai lavori, lo si è sempre utilizzato, in special modo durante gli anni in cui le console effettivamente si avvicendavano a ritmi sostenuti ed i molti competitor di mese in mese provavano ad “alzare l’asticella”, contendendosi lo scettro di piattaforma più performante.

Negli ultimi anni, il termine è stato sdoganato e adottato in tutte le salse. Ma se prima dell’uscita dell’ultima generazione, le enormi aspettative hanno generato un tale hype da alimentare il suo utilizzo ridondante, ora ha veramente senso? Sempre che ne abbia mai avuto ovviamente.
Non mi sono mai tirato indietro nell’esprimere un mio punto di vista e non lo farò neanche in questa sede.
Cominciamo da una semplice analisi semantica. “Next-gen” è il risultato della contrazione di due parole anglosassoni “next” e “generation”.
La traduzione letterale in italiano è, come potete concludere voi stessi, “la prossima/successiva/seguente generazione”, a seconda del significato che si vuole attribuire all’aggettivo “next”.
Se ci riferiamo ad un videogioco, già uscito, di una console non da venire ma già sul mercato magari da anni, mi risulta piuttosto complicato definirlo “next-gen”.
Non è il futuro, perché è qui, tra noi, per quanto possa essere rivoluzionario e questo naturalmente occorrerebbe stabilirlo con un’analisi approfondita su ciascun titolo.

A questo punto però si può obiettare che in realtà, proprio negli ultimi anni, next-gen ha assunto una valenza specifica e che si riferisce in particolar modo alle console dell’ultima generazione.

Prima che Sony, Microsoft e Nintendo uscissero rispettivamente con Xbox 360, PS3 e Wii tutti, da stampa a potenziali acquirenti e gli stessi costruttori si aspettavano davvero grandi cose.
Più uscivano indiscrezioni sulle specifiche tecniche e più si rincorrevano frasi ad effetto come “finalmente avremo il fotorealismo” (una delle grandi buzz word dell’industry, al pari della realtà virtuale degli anni ’90). E come dimenticare poi le dichiarazioni di Kutanagi ed Harrison per cui la PS3 avrebbe consentito, in una logica di calcolo distribuito, di compensare i valori, qualora vi fosse stato bisogno di maggiore potenza di calcolo per un gioco, attingendo alla console di un “vicino” anch’esso collegato in Rete.
Questo grande stacco nella resa dei videogiochi non c’è in realtà mai stato.
In primo luogo perché il Wii, a conti fatti, presenta un hardware tutto sommato modesto rispetto alle controparti, tanto da venir soprannonimato come “un GameCube overclockato”. L’esperienza di gioco è quella che fa la differenza e tramite il WiiMote è riuscito a vendere quasi quanto 360 e PS3 messe insieme.
Ma se con next-gen valutiamo le nude e crude potenzialità della macchina intese come capacità di processare tot poligoni al secondo ed altre operazioni specifiche allora siamo ben lontani da quel che ci aspettava.
Ed il grosso divario non si è visto nemmeno per le controparti Microsoft e Sony un semplice motivo: la potenza è nulla senza controllo. Da sempre, gli sviluppatori necessitano di tempo per impadronirsi della piattaforma su cui operano. Nonostante i devkit rilasciati in anteprima, prima che la console diventi effettivamente commercializzata, nonostante il mare di documentazione, quel che effettivamente è possibile farci girare lo si stabilisce solo con l’esperienza. E l’esperienza richiede tempo.

Tutti si ricorderanno le aspettative riguardo alla PS2 ma al tempo stesso la delusione nel vedere che l’Emotion Engine faticava a dare il meglio di sé ed alcune conversioni iniziali risultarono semplicemente pietose. Con il passare dei mesi, con il know-how e le tecniche di programmazione ad hoc acquisiti i risultati cambiarono logicamente volto, con grossa soddisfazione nostra e di chi ci lavorava.

Ha senso quindi parlare di next-gen? No e non nella misura cui siamo abituati noi.
Ed in definitiva, “chissenefrega” se un gioco può essere catalogato o meno come tale, basta che ci faccia divertire.

15 Commenti »

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  • # 1
    TheDarkAngel
     scrive: 

    Non è che questo nextgen si riferisce semplicemente alla tanto agognata risoluzione 1080p? almeno da tutti i vari proclami fatti mi pare proprio che il succo fosse proprio quello anche se nessuna delle 3 proposte è poi stata in grado di offrire sul proprio parco giochi questa caratteristica.

  • # 2
    Cipo
     scrive: 

    l’ultima frase è una vera e prorpia massima :Sisi:

  • # 3
    Jacopo Cocchi (Autore del post)
     scrive: 

    x TheDarkAngel

    no le grandi attese trascendevano il discorso della risoluzione, men che meno lo specifico FullHD.
    Un grosso salto lo si aspettava sì con l’alta definizione (ed effettivamente tra il PAL/NTSC ed il solo 720p c’è una bella differenza) ma sostanzialmente in quel che si poteva ottenere su un videogioco, quel che potevo “far fare” ad uno specifico personaggio, gli effetti ecc. ecc.

    Il problema è che nel fomentare l’hype, nello spingere “next-gen” a sinistra “next-gen” a destra molti non si sono accorti che il passaggio, come sempre, è stato graduale e che con il Dreamcast e PS2 già erano stati fatti enormi passi avanti.
    “eh ma non sono next-gen”…
    ;)

  • # 4
    marco_iol
     scrive: 

    Condivido quello che dice Jacopo. Next gen dovrebbe riferirsi ad una macchina in grado di fare cose precluse a quelle precedenti, invece di limitarsi a farle semplicemente meglio. La PS1 era next gen: quando tutti giocavano ancora a platform bidimensionali e ai vari cloni di Oout Run, ecco che viene commercializzata una console in grado di gestire giochi alla Ridge Race e Tomb Rider…

  • # 5
    mede
     scrive: 

    quando per vendere si devono inventare un termine del genere, significa che il nuovo prodotto non è innovativo. per la ps2 non hanno avuto bisogno di termini del genere, le immagini dei giochi parlavano da sole, l’upgrade era necessario per stare al passo con i tempi… mentre in questo caso MS uscì molto in anticipo, rendendo lo stacco grafico meno evidente ai profani, per questo hanno coniato un termine per giustificare questi attrezzi… giusto dall’anno scorso a quet’anno c’è stato il vero tracollo della old-gen, rappresentato da una ps2 che per parecchio tempo ha venduto meglio della 360 nonostante fosse appunto old…

    se avessero aspettato tempi più maturi si poteva fare una console che supportasse davvero l’alta definizione a quel punto non c’era bisogno di termini come next-gen. sarebbe stata bene evidente anche all’uomo della strada la differenza…

  • # 6
    Bruno
     scrive: 

    il vero salto tecnologico fu dal mitico SuperNes al Nintendo 64, ricordo ancora quando sbavavo davanti alla vetrina del negozio che teneva in esposizione un Nintendo64 Giapponese e faceva girare il mitico Mario64 e Mario Kart64…..

  • # 7
    Don Luca
     scrive: 

    Io penso che bisognerebbe semplicemente attenersi al significato della parola “next-gen”: generazione successiva. E non intendo in grafica o altro, intendo proprio generazione temporale.
    Il mega drive era la next-gen del master system così come il super nintendo era la next-gen del NES. La generazione successiva è stata quella della psx, saturn e, diciamo, Nintendo 64, anche se reputo (opinione personale eh!) quest’ultimo una “next-gen e mezzo” avanti.
    Stesso discorso per la PS2 e GameCube, sono le nextgen delle precedenti (anche qua però direi che giusto la PS2 era nextgen… obiettivamente il GameCube e soprattutto il Dreamcast erano una generazione e mezza avanti, sempre imho ovviamente).

    Il mio parere è che sia una moda… qualcuno avrà detto questa parola “next-gen” e sia piaciuta a tutti, al punto da spammarla ovunque e in ogni dove e, come succede sempre con le convezioni comuni, alla fine questa parola è andata a identificare la generazione PS3, Wii e X360 al punto che le chiamiamo tutt’ora nextgen, anche se sono “actual-gen”!!! XD

  • # 8
    Maxt75
     scrive: 

    Videogiochi Next Gen?

    Sono quelli delle console che ci hanno promesso il full HD ed invece per la maggiorparte sono in 720P ?

    Sono quelli delle console che ormai, sono alla metà della potenza di calcolo delle Schede video attuali?

    Sono quelli che si finiscono in meno di 10 ore e ti fanno comparire i suggerimetni per terra, altrimenti il ragazzino delle scuole medie piange se non trova la strada?

    Benvenuti sul treno dei Giochi Next Gen.
    Io scendo però perchè ho giochi un po’ più seri da fare.

  • # 9
    Mirko
     scrive: 

    oramai siamo abituati a vedere i giochi con la grafica di 360 e PS3 ma non dimentichiamoci l’impatto del salto enorme tra la vecchia generazione e questa attuale.
    Ricordo ancora quando vidi Final Fight 3 su 360 nel lontano 2005, messo a confronto con quello Ps2 c’era la stessa differenza che c’è tra Brunello e Tavernello

  • # 10
    Michele
     scrive: 

    Salve! Seguo i videogiochi dall’epoca del C64 e il concetto di next-gen è sempre stato oggetto di grande interesse per gli appassionati del settore. Per quanto mi riguarda, un esempio di “next-gen” fu quando lasciai il C64 per passare all’Amiga 500, oppure quando presi il primo Pc Ms-dos per giocare a Doom2, o ancora quando acquistai la PS1 e successivamente la PS2. Solitamente il cambio di generazione ha sempre corrisposto con l’aumentare dei bit, da 8 a 16, poi da 16 a 32, poi a 128 e infine le attuali si dice che siano a 256, anche se poi non è proprio così ma almeno all’epoca queste discussioni erano molto accese. Rimane solo un dubbio, ma i 64 bit che fine hanno fatto? Forse in questo contesto possiamo includere il Nintendo64 e la Dreamcast e così il puzzle è completo.
    Saluti !!!

  • # 11
    phabio76
     scrive: 

    Bellissimo post ricco di spunti che suscita una miriade di considerazioni nel videogiocatore navigato.
    Per prima cosa bisogna riuscire a scindere i concetti: “hardware più potente che consente l’implementazione di una nuove e più raffinate tecnologie” e “nuova esperienza di gioco”.

    Mi vengono in mente esempi che affondano radici nella storia: Tank e Gran Trak giravano su un hardware (siamo in epoca pre-cpu, passatemi la definizione sbagliata) abbastanza simile a quello di Pong ma offrivano indiscutibilmente un approccio diverso.
    Grazie allo step tecnologico successivo si arrivò a Space Invaders e Galaga: nuove dinamiche di gioco e grafica a colori.

    “Next-Gen” è gioco forza attribuito a un fenomeno di massa, un “potenziale next-gen” che rimane di nicchia non può essere considerato tale, cito a caso: il 3D di I robot, le avventure grafiche della ICOM su Mac…

    La maggior parte dei giochi a 16bit fine anni 80 sono semplicemente più belli e colorati, “next-gen” l’ho personalmente vissuto in sala con la serie Virtual di SEGA, Another World su Amiga, Doom e Alone in the dark su PC.

    Oggi il Wii è considerato (giustamente) una piattaforma che offre una nuova esperienza di gioco pur essendo “2 GameCube tenuti insieme con lo scotch”.
    Nuovo e diverso non significa migliore ma non è di questo che stiamo discutendo.
    Per rimanere in casa Nintendo, Scriblenauts è l’esempio lampante di un concept next gen.

    In senso lato tutti i vari ambient/casual game che imperversano possono essere considerati next gen perchè è nuova la loro finalità.

    Infine il vero “Next Gen” penso che si possa riconoscere solo a distanza di anni, quando più chiaro sarà il suo segno lasciato nella storia videoludica.

  • # 12
    max8472
     scrive: 

    Per me questa parola è solo una trovata pubblicitaria, qualcosa che attira l’attenzione, una parola grossa, tanto fumo e niente arrosto, priva di significato sostanziale, inutile. Ancora più inutile l’è diventata nella cosiddetta “console war”, umana pratica sado-masochista, di cui ancora non capisco l’esistenza e/o sussistenza. Essendo un concetto irreale, come tale va interpretato: tutto è next-gen, tranne Pong, suppongo, in quanto capostipite. Niente è next-gen poiché il futuro diventa presente e poi passato. Non immagino però come la “prossima generazione” di console/videogiochi verranno definite. Cosa faranno i fan della PS3 quando la loro console diverrà “old-gen”, harakiri?

  • # 13
    mede
     scrive: 

    …tant’è che questo termine non è stato coniato per il wii, che non ne aveva affatto bisogno. ma serve più che altro ad indicare le altre due console e aiutare a diversificarle, perchè la sovrapposizione con la ps2 creava problemi seri

  • # 14
    .h3
     scrive: 

    Penso anche io che il termine Next gen sia molto abusato. Ma personalmente quando leggo “gioco next gen” gli attribuisco un significato del tipo “ha ALMENO le caratteristiche del motore grafico di punta della generazione corrente”. Ad esempio nel 2006 The Elder Scrolls Oblivion era la punta di diamante della grafica videoludica per pc. Ad oggi il motore di il Cryengine 2 di Crysis sta tramontando, al di là di ottimizzazioni mancate e tutto quello che gli si può dire contro, ma per quanto riguarda grafica e fisica è stato il punto di riferimento e standard. Diciamo che tra la marmaglia di titoli che si definiscono Next-Gen, il vero titolo Next-Gen è quel campione/standard per la quale sentirete dire per qualche anno a seguire “ma sul tuo pc gira ?”

    Ciau!

  • # 15
    D
     scrive: 

    Io mi chiedo una cosa molto più semplice.
    Una volta si comprava la TV e la portava avanti per molti anni tranquilli che si poteva vedere tutto e collegare “tutto” (in genere quando si aveva la scart si era a posto).

    Adesso abbiamo le TV HD Ready, Full HD, con decoder, senza decoder, alcune con decoder HD (quale ? Ready o Full ?) ecc.ecc. che sembra vengano introdotte sul mercato solo per spingere la gente a sostituire la baracca quasi al ritmo di un pc.

    E’ solo un momento di transizione o è proprio un nuovo corso degli eventi ?

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