I Radiohead tornano a fare parlare di sé per le loro attività su internet: questa volta la vulcanica rock band ha aperto un vero e proprio social network che ruota attorno al Tour 2008.
La band è salita alla ribalta della cronaca a fine Settembre 2007, quando annunciò di voler diffondere il nuovo album sul web, scaricabile ad offerta libera. L’idea fu un successone che fece scaricare legalmente (e a prezzo stracciato) milioni di copie dell’album.
Questa volta l’idea è meno rivoluzionaria, ma testimonia un sincero attaccamento della band al web e il desiderio di sfruttarne ogni potenzialità. I Radiohead si sono fatti costruire il social network dai ragazzi di Ning, molto esperti nella costruzione di questo genere di siti.
Nel sito, che si chiama W.A.S.T.E. Central , è possibile vedere foto e video dei concerti, registrarsi ed interagire con la band e gli altri iscritti, proprio come in un vero e proprio social network.
Se è vero che i Radiohead possono permettersi di fare ciò che fanno perché sono ormai famosi (e lo sono diventati grazie ad una casa discografica che ha creduto in loro), è anche vero che internet ha dimostrato di consentire il percorso inverso, ovvero emergere dalla rete per arrivare alle major, come accaduto a Mika, notato su YouTube.
Il prossimo passo, come già detto tempo fa , sarà quello di “saltare” il passaggio obbligato attraverso la casa discografica, e farsi finanziare direttamente dai propri fan, i famosi “1.000 fan” di cui parla Kevin Kelly e che basterebbero a mantenere l’artista, in una vita non da nababbo ma comunque più che diginitosa.
I Radiohead saranno anche attaccati al Web ma lo sono assai di più ai soldi.
L’esperimento dell’album a prezzo libero è stato un fallimento perché hanno racimolato “troppo pochi miliardi” e ora le canzoni si possono comperare su iTunes Music Shop anche singolarmente mentre pareva che loro, se non si ascoltava tutto l’album completo che è un’opperra vera, non lo avrebbero neppure fatto sentire ai loro migliori amici…
Questi saranno anche tra i migliori ma non sono certo dei santi con l’aureola.