
Diverse volte abbiamo trattato su queste pagine (spesso nei commenti) il tema del codice libero, e delle relative implicazioni, come pure di open source, dell’acquisto di computer già equipaggiati da software proprietario (di cui abbiamo fornito opinioni diverse in questo e quest’altro articolo).
Particolarmente sentito è quest’ultimo argomento, la cui diversità di vedute è vasta, com’è possibile appurare dai commenti scritti dai lettori. D’altra parte hardware e software sono due facce della stessa medaglia: non si può fare a meno dell’uno o dell’altro, per cui un po’ di ferraglia bisogna pur …

Amiga: basta la parola. Non credo di sbagliare se, parafrasando un celeberrimo spot televisivo, affermo che queste cinque lettere rievocano nell’immaginario collettivo una macchina che, come preannunciato nel titolo dell’articolo, è saldamente ancorata alla storia dell’informatica.
Alessio ci ha già deliziato con un paio di articoli sui modelli 1000 e 500, descrivendoli a 360° fra storia, strategie sbagliate, software e hardware. Io mi soffermerò su quest’ultimo aspetto, che ne ha rappresentato la punta di diamante grazie al connubio fra grafica e sonoro che ancora oggi è rimasto impresso nella mente di …

Ogni tanto questo lavoro mi offre una piccola soddisfazione. È questo il caso dell’hardware made in Google, la cui esistenza ipotizzavo qualche tempo fa. Il 17 luglio 2009, giorno del mio onomastico, scrivevo:
Nulla vieterebbe poi a un colosso come Google (o MS, altro protagonista del mondo SAAS) di entrare nel mondo hardware, rivolgersi direttamente a colossi del settore ODM come Compal e Quanta, e produrre apparati personalizzati. Di fronte a questa eventualità, vedremmo tutti gli OEM correre in fila indiana verso il Googleplex per stilare …
Torniamo ad occuparci di retrocomputing in forma ridotta, con una nuova pillola dalla preistoria informatica. Un’epoca in cui l’unica interfaccia per la gestione delle finestre era la maniglia e la memoria si contava ancora in KiloByte.
Quella che voglio condividere oggi con voi, è una puntata della favolosa serie di approfondimenti tecnologici Computer Chronicles (di cui abbiamo già parlato qui).
Il tema è quello dei computer usati, l’anno è il 1986. Stewart Cheifet, assieme al co-conduttore Gary Kildall, s’interrogano sul fenomeno dei PC usati, su quali siano i criteri per …
Analizzare le prestazioni di alcune componenti informatiche significa scendere ad un compromesso, prima di tutto con sé stessi. L’oggettività numerica si scontra con la percezione dei reali benefici apportati dal prodotto di turno, e quando parlo di compromesso mi riferisco alla stesura delle conclusioni, laddove si viene chiamati all’ingrato compito di giudicare, mediando fra due precise percezioni.
Personalmente mi sono sempre trovato nella condizione di cercare la migliore metodologia possibile, traducendo in un numero, o più numeri, il frutto di ore di lavoro, senza subire condizionamenti esterni di alcun tipo. I …
Spesso in serata, dopo la classica giornata di lavoro, mi piace dedicare parte del mio tempo a chattare con amici che condividono con me la passione per l’informatica e la sua evoluzione tecnologica e nel corso di una delle più recenti chattate con il caro amico Gabriele (alias ATi7500) è emerso un argomento che reputo molto interessante. Il mio breve intervento di oggi, quindi, ha lo scopo di stimolare una riflessione sul fenomeno che vede il confine tra elaborazione hardware e software assottigliarsi. Innanzitutto direi che è il caso di definire …
La scorsa settimana abbiamo introdotto alcuni concetti tra cui, in particolare, quello di pipeline. Si è anche visto come, nel cosro degli anni, la pipeline sia diventata elemento basilare nelle microarchitetture dei processori. Uno dei vantaggi del suo utilizzo è emerso dall’esempio in cui si è calcolato il numero di cicli necessari a portare a termine n istruzioni; si è visto come l’adozione dell’architettura di tipo pipelined introduca anche dei colli di bottiglia come, ad esempio, la necessità di sincronizzare il lavoro dei vari stadi della pipeline.
Si è visto come …
Di recente ho parlato del SID , il chip responsabile del sonoro nel glorioso Commodore 64, e di come sapientemente fosse stato sfruttato per regalarci delle bellissime colonne sonore, ancora oggi degne d’essere ascoltate.
Conoscendo le limitazioni dell’hardware e della dotazione software degli home computer dell’epoca, rimane abbastanza difficile comprendere in che modo tutto ciò sia stato reso possibile.
Infatti sappiamo che, nonostante fosse il linguaggio più abbordabile e di semplice utilizzo, il BASIC era molto lento e, soprattutto, spesso non offriva alcun supporto per l’accesso all’hardware, tanto meno per gestire la …
Chi acquista un sistema di raffreddamento a liquido lo fa per svariati motivi, tra i quali possiamo annoverare le maggiori capacità di dissipazione del calore, una maggiore silenziosità, oppure un effetto scenico che il normale dissipatore ad aria, pur con ventole con LED ed altri ammenicoli, non riescono ad equiparare.
Per la nostra rubrica settimanale The Hot Spot, invece che parlare di sistemi innovativi e tecnologie “estreme” di raffreddamento per il nostro povero hardware, quest’oggi proveremo a dare una spiegazione logica, decisamente non esaustiva, delle motivazioni che ci spingono a scegliere …
Sembra incredibile: con un mercato delle console portatili ormai saldamente in mano a Nintendo, con Sony a inseguire a distanza, e con altre grandi come Atari e Sega che hanno miseramente fallito, all’orizzonte si prospetta l’arrivo di un terzo incomodo! Per giunta da parte di una sconosciuta casa che ha puntato tutto su hardware e software completamente aperti (non che sia una novità; infatti gli ideatori di questo progetto si sono ispirati a un’altra console portatile open source, il GP2X, che ha riscosso notevole successo nell’ambito dell’homebrew), realizzando OpenPandora.
Le caratteristiche …