Il provider Tele2 ha deciso di non conservare gli indirizzi IP dei propri clienti in Svezia per risposta alla legge contro il file sharing approvata da qualche settimana.
La legge che si basa sulla European Union’s Intellectual Property Rights Enforcement Directive (IPRED) ed entrata in vigore il primo aprile obbliga gli ISP a fornire gli indirizzi IP ai titolari dei diritti d’autore che vogliono intentare un processo contro un utente per download illegale di materiale protetto da copyright.
Ne è passato di tempo da quando si è iniziato a scendere in piazza per difendere i propri diritti. A distanza di più di un secolo la protesta è ancora viva, ma va estendendosi – almeno in alcune nazioni – ad ambiti che fino a pochi anni fa, non avevano mai prodotto “scintille di sommossa”.
Nel terzo millennio per l’appunto, si scende in piazza anche per difendere i propri diritti in rete o per esprimere le proprie idee riguardo ad Internet e a tutto ciò che vi ruota attorno.
Il mese scorso è nata nel Regno Unito una nuova organizzazione, la UK Music, il cui scopo è quello di rappresentare l’intera industria musicale britannica e fornire un piano quinquennale per “salvare un settore che è stato martoriato negli ultimi dieci anni”.
Lo chief executive di UK Music è Feargal Sharkey, cantate irlandese fondatore degli “The Undertones” che ha dichiarato che questo nuovo organismo rappresentare un nuovo importante capitolo per l’industria musicale del Regno Unito.
Per il momento gli obiettivi della UK Music sono: pubblicazione di un manifesto, proposta di legge …
Molto spesso la parola BitTorrent è associata a illegale, troppo spesso, infatti BitTorrent non vuol dire solo ed esclusivamente filesharing di contenuti protetti dal diritto d’autore, ma anche semplice distribuzione di contenuti.
La più grande associazione che contribuisce a screditare questo sistema è la RIAA, e questo basta per offuscare le potenzialità che un sistema come il protocollo torrent offre.
Ma non tutti sembrano cosi ciechi, c’è qualche eccezione, come il Program Director dell’Università di Seattle, Dan Morrill, che ha scelto proprio BitTorrent per diffondere il suo ultimo libro.
Dice un vecchio detto: “solo i grandi saggi e i grandi sciocchi non cambiano mai idea”, e io ne ho sempre fatto una verità assoluta. Anche i Metallica a quanto pare, visto che in una recente intervista al mensile Rolling Stone, hanno dichiarato tramite il batterista Lars Ulrich, di guardare con molto interesse agli esperimenti di Radiohead e Nine Inch Nails, e che per il futuro tutto è possibile.
Notevole, soprattutto dopo essere passati alla storia nell’immaginario collettivo come “coloro che fecero chiudere Napster”.
Sta facendo molto parlare la nuova tecnologia proposta da Pando Networks che, su richiesta dell’operatore Verizon, ha sviluppato un nuovo software di condivisione capace di aumentare fino al 60% la velocità di scambio dati su reti P2P.
Questo miglioramento è dovuto al fatto che il software privilegia gli utenti Verizon fisicamente più vicini, aumentando sensibilmente le prestazioni perché i dati devono passare per molti meno nodi.
L’Unione Europea ha concesso un finanziamento di 14 milioni di Euro ad un conglomerato di 21 partner tra industrie, media content providers e istituti di ricerca europei, per analizzare il potenziale utilizzo del peer to peer nella Internet tv del futuro. Il progetto si chiama P2P-next.
Come conseguenza delle solite, catastrofiche, ricerche di mercato commissionate dalle varie Recording Industries e associazioni di settore, anche in Francia sembrano arrivati tempi duri per i condivisori di file. Con una mossa di grande realismo, i cugini d’oltralpe si apprestano infatti a varare un provvedimento che sostituirà le esemplari pene previste – e poco applicate – per il file sharing, con un blocco dell’accesso alla rete dopo due “avvertimenti”. Dietro al “colpo gobbo” c’è la volontà di Sarkozy e, manco a dirlo, la pressione degli stakeholder legati al mondo musicale …