Il doppio volto di Google & Co.

Abdel Kareem NabilIl recente caso del blogger egiziano censurato da YouTube e Yahoo mi ha, ancora una volta, sdegnato e riempito di rabbia nei confronti di società occidentali che si prestano al gioco delle dittature per denaro.

Andiamo con ordine. Il 27 novembre YouTube sospende l’account, e ne cancella gli oltre cento video, di Wael Abbass il noto e pluripremiato attivista/blogger che da tempo si batte contro la tortura e, in generale, le violazioni dei diritti umani cui è testimone nel suo paese: l’Egitto (paese che alcuni definiscono “moderato“).

Il motivo della sospensione addotto da YouTube sarebbe stata una non meglio precisata “lamentela da parte degli utenti”, poi specificata in “video contenenti episodi di violenza gratuita”. Forse la violenza sarà stata anche gratuita, ma i video erano di denuncia non di solidarietà con chi compiva la violenza. Quasi contemporaneamente Yahoo bloccava l’account email dello stesso Abbas.

Prima di proseguire nell’analisi vanno puntualizzate alcune cose. In primo luogo i video di Abbas erano segnalati aventi contenuti non adatto ai minori, quindi chi li guardava accettava esplicitamente il fatto, confermando la propria età cliccando sul pulsante. In secondo luogo i video di Abbas non solo hanno un importante ruolo umanitario di divulgazione, ma sono stati in alcuni casi anche vera e propria notizia di reato utilizzata dalla magistratura locale per attivarsi e condannare i carnefici immortalati nei video.

Insomma, Wael Abbas è un uomo coraggioso che sfida il regime liberticida in cui vive ma si scontra con un altro, non meno potente, nemico: le compagnie occidentali. Molti colossi occidentali, tra cui Yahoo e Google, hanno da tempo siglato accordi con molti stati totalitari e liberticidi (tra cui Cina e, appunto, Egitto) in modo da poter stabilire una propria presenza commerciale anche in questi stati. In cambio di questo favore, devono pero prestarsi alle operazioni di polizia con delazioni e censure varie.

Internet è uno strumento che, vediamo in questo e in molti altri casi, offre una potentissima cassa di risonanza per cause civili ed umanitarie (basti vedere il blogstorm sollevatosi, solidale con Abbas), dimostrandosi quindi un preziosissimo alleato per chi, vivendo in quei paesi, lotta per la libertà rischiando la propria (e spesso pure la vita).

Sapere che società che nascono e dicono di ispirarsi ai valori di società libere e democratiche, per denaro si prestino a operazioni di delazione mi rattrista e delude. Come è possibile scendere a un così vile compromesso? E’ davvero accettabile calpestare i diritti umani e causare, seppur indirettamente, la morte di esseri umani per qualche clic in più?

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