Duke Nukem è morto? Lunga vita a Duke Nukem!

Duke

Abbandoniamo per un attimo il panorama videoludico legato agli home computer degli anni ’80 per saltare avanti di qualche anno e tuffarci nella nostalgia informatica di stampo PC. Un universo, per quel che mi riguarda, forse meno romantico, ma pieno di divertimento e di emozioni, molte delle quali risalenti anch’esse ai primi anni ’90, dopo la mia codarda diserzione dalle fila dei fedeli all’Amiga.

Fra le migliori memorie del mio passato videoludico su PC merita ovviamente, se non la pole position, perlomeno la prima fila, Duke Nukem 3D, il capolavoro della 3D Realms che tante ore ha tolto al sonno, allo studio, alle donne, alla pornografia e alla vita sociale, di milioni di adolescenti e non.

In effetti nel 1996, anno del lancio di Duke Nukem 3d su PC, adolescente non lo ero da un po’, eppure, dopo le nottate passate a finirlo, mi sono ritrovato a passarne molte altre, in compagnia di 3 amici, in frenetiche sessioni multiplayer accompagnate da birra, patatine, pop corn e tutto il repertorio di rozzezze che 4 uomini – per un totale di oltre 4 quintali – sono in grado di mettere in scena in una serata.

Palati raffinati, deboli di cuore, benpensanti, fanatici del politically correct, sono pregati di accomodarsi nella sezione dedicata ai pokemon di qualche altro sito: tutto ciò che ha a che vedere con Duke Nukem, è volgare, triviale, allusivo, se vogliamo pecoreccio, ma tremendamente consono allo stile delle rimpatriate videoludiche fra amici.

Per tutti gli altri è il momento di entrare nel vivo della questione, al grido di Hail to the king baby!
Duke Nukem – personaggio maturato attraverso una pletora di titoli precedenti alla versione 3d, fra cui i meno noti titoli Duke Nukem (1991) e Duke Nukem II (1993) – volendo usare una formula matematica ripescata nelle mie fatiscenti memorie liceali, è uno-fratto i vari pokemon, mario bros, manga con eroi muscolosi e piangenti. Malgrado ciò, Duke – feroce caricatura dell’eroe yankee che frequenta dai tempi di John Wayne, l’immaginario collettivo occidentale  – riesce ad essere opposto anche ai più truci eroi alla Kenshiro, per un motivo molto semplice, che poi è la chiave del suo successo: mentre commette gli eccidi (di alieni) più efferati, fa sbellicare dalle risate.

Un protagonista che, dopo aver “disassemblato” a colpi di RPG e ridotto a una massa sanguinolenta e fumante un alieno, si prende il tempo per esclamare “Your face. Your ass. What’s the difference?” (come a dire, dopo questo trattamento non si riconosce più la faccia dal c***), o che prima di iniziare il combattimento con un boss di fine livello gli promette di strappargli la testa e usare il suo collo come “conduttura di scarico”, mancava nella scena videoludica.

Un protagonista le cui frasi sono talmente irriverenti e scurrili da aver segnato un’epoca, la cui voce rauca – appartenente al doppiatore Jon St. John – rimane scolpita nella memoria di milioni di videogiocatori d’essay, in mezzo a tanti eroi senza macchia e senza paura pronti a salvare il mondo dalle solite minacce aliene, naziste etc., è geneticamente destinato a lasciare una traccia nella storia del videogioco (magari si riuscisse a farne un film!).

In effetti una traccia l’ha lasciata, proprio con l’inimitabile Duke 3D, oggetto di numerosissimi porting, espansioni, riadattamenti ad HW/SW moderni, ma non di un sequel ufficiale nel genere FPS. Annunciato da lunga pezza, il sequel di Duke 3D è in effetti il vaporware più colossale della storia informatica, di dimensione proporzionale all’attesa degli appassionati e al successo che inevitabilmente – se ben realizzato – avrebbe riscosso.

L’incapacità di 3DRealms di trasformare la farsa pluriennale del sequel in un grande “numero 2” – dopo un video molto recente che ha rinfocolato le speranze – ha forse contribuito in maniera determinante a decretarne la scomparsa, confermata proprio nei giorni scorsi da uno sciame di notizie sempre più incalzanti e, purtroppo, non smentite.

Cosa riserva dunque il futuro agli appassionati del biondo e spietato Duke? A parte i numerosi sforzi della community di fan, un’industria videoludica così a corto di idee da dover ripescare perfino Bionic Commando, riscoprirà di certo Duke, e magari restituirà ai tanti che non hanno mai smesso di aspettarlo, la meritata ricompensa. Non possiamo far altro che continuare, dopo 10 anni e più, e chissà per quanto ancora, ad incrociare le dita.

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