di  -  martedì 24 Giugno 2008

rappresentazione visiva del LHCUna delle discussioni più accese degli ultimi tempi su questo blog è stata quella relativa alla messa in funzione del Large Hadron Collider (LHC), di cui vi avevo rendicontato a fine Marzo.

La sostanza del problema, lo riassumo brevemente, sta in una causa intentata da due ricercatori per rallentare o impedire che l’LHC inizi a far scontrare particelle elementari, a causa dei sospetti che possano essere generati buchi neri che potrebbero danneggiare il pianeta.

La mia posizione l’ho espressa in quel post – credo fermamente nella scienza ma pretendo sicurezze crescenti al crescere dei rischi – ma oggi arriva un rapporto che ridimensiona la questione, e da buon divulgatore ve ne informo.

Il pdf, disponibile sul sito del CERN anche in una versione studiata per essere compresa dal grande pubblico, è redatto dal Gruppo di Valutazione di Sicurezza del LHC e sostanzialmente paragona l’energia sprigionata dallo scontro di due particelle a quella prodotta dallo scontro di due mosconi, oppure molto più scientificamente a quella sprigionata da un raggio cosmisco che colpisce la Terra con un intensità di 10 alla 17 elettronvolt.

E’ tanto, è poco? precedenti misurazioni scientifiche hanno visto raggi cosmici colpirci con una intensità di 10 alla 20 elettronvolt, per cui il rapporto conclude con una rassicurazione.

E’ però vero che questo fenomeno è diverso da quelli naturali che si svolgono da miliardi di anni in natura perché è provocato dall’uomo, e il rapporto si lascia aperta la possibilità che ci venga mostrato un fenomeno di cui non siamo ancora a conoscenza, sebbene con una probabilità molto bassa: la natura conduce test di questa portata da migliaia di anni – sembra dirci il rapporto – e la Terra esiste ancora…

L’ultima parte di questo rapporto smonta una per una le teorie più in voga relative al modo preciso in cui la Terra sarebbe distrutta secondo i catastrofisti (buchi neri, bolle di vuoto, eccetera), e pretende di farlo in modo scientifico.

Come detto all’inizio di questo articolo e nei commenti del vecchio io non mi sento e non voglio interpretare il catastrofista, ma poiché si parla di un rischio grande, voglio una garanzia grande: se proprio devo essere sincero essendo la fonte di questa ricerca interna al LHC qualche dubbio mi rimane, ma confido nella buona fede dei ricercatori.

L’altro fatto certo è che le ricadute tecnologico-scientifiche di queste ricerche sono decisive per il progresso tecnologico, che sempre più spesso ha bisogno di miniaturizzare e quindi di comprendere l’infintamente piccolo; la strada è quella, ne sono certo. Vorrei solo che fosse anche percorsa in sicurezza…

[fonte e foto: Ars Technica]

8 Commenti »

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  • # 1
    BrightSoul
     scrive: 

    Tra le caratteristiche della mente umana esistono la voglia di progredire e quella di dubitare.

    Il documento che hanno pubblicato tende a dissipare ogni ragionevole dubbio che impedisce di ottenere il progresso. Il CERN si è rivelato aperto sia a critiche che a speculazioni e ha risposto in maniera scientifica, comunicando che gli esperimenti possono essere condotti in sicurezza. Io sono abbastanza tranquillo, hanno la mia fiducia e non vedo l’ora che il conteggio arrivi a 0 :]

    http://www.lhcountdown.com/

  • # 2
    iro
     scrive: 

    La scienza sicurezze non ne può dare, per sua natura ontologica il processo conoscitivo avviene per dubbi successivi e non per certezze.
    Se ti aspetti certezze abbraccia la fede, quella ne dà a bizzeffe.
    Trovo quantomeno sconveniente che si dia anche solo ascolto a certa monnezza che passa per internet, ma in ogni caso se propio si vuole una certezza la posso dare io: per quanto ne si sà ( o meglio per quanto ne so io) qualora si venisse a creare un buco nero non avremmo modo di accorgerci di nulla, l’informazione stessa dell’evento sarebbe all’interno dell’orizzonte degli eventi e tutto (noi compresi) imploderebbe in un istante, non si avrebbe nemmeno il tempo di dire:”te lo avevo detto!”

  • # 3
    Dess
     scrive: 

    Meglio morire cercando di progredire che farlo restando fermi. E’ solo la mia opinione ovviamente.

  • # 4
    Mister24
     scrive: 

    C’e’ da dire che sul nostro pianeta vivono anche gli scienziati del Cern quindi se questo si danneggiasse ci rimetterebbero anche loro soprattutto (stanno lavorando nel centro della ipotetica catastrofe) quindi anche a loro conviene che gli esperimenti siano ipersicuri.

  • # 5
    Negadrive
     scrive: 

    @iro: nonostante l’orizzonte degli eventi, gli effetti di un buco nero resteranno comunque visibili nello spazio circostante: anche senza scomodare la teorizzata radiazione di Hawking, una stella continuerà ad orbitare intorno la sua compagna collassata, ma anche dischi di accrescimento, lenti gravitazionali, getti vari e così via.
    Inoltre anche l’ipotetico inghiottimento della Terra da parte di un micro-buco nero non sarebbe istantaneo.

    Comunque queste paure e ipotesi catastrofiche venivano sbandierate anche per il Relativistic Heavy Ion Collider, in servizio da anni. Nel 2005 qualcuno diceva che nelle sfere di plasma che si sviluppavano durante certe collisioni, ci fosse in effetti un fenomeno analogo a quello dei buchi neri, tuttavia lì non era la forza gravitazionale quella dominante.

  • # 6
    battagliacom
     scrive: 

    @dess non si può restare vivi, progredendo più lentamente?

  • # 7
    Mary
     scrive: 

    Secondo questo libro finira’ il 1 gennaio 2009

    http://www.mursia.com/romanzi_mursia/black%20hole.html

  • # 8
    bertie
     scrive: 

    Io l’ho letto! Volevo documentarmi su questo evento, tuttavia, le informazioni più utili e le spiegazioni più chiare le ho trovate in un romanzo! In Black Hole di Angelo Paratico (edito da Mursia), appunto, viene spiegato come funziona LCH e gli eventuali rischi. A prima vista sembrerebbe un “normale” romanzo di fantascienza, invece non solo è mlto accurato dal punto di vista scientifico, ma solleva questioni importanti senza essere pesante e noioso. Il problema è che essere posti di fronte a certe riflessioni, al posto di limitarsi a leggere notizie sull’LCH senza valutare anche le possibili conseguenze, è abbastanza per renderci un po’ timorosi circa questi esperimenti.

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