Perché il Wimax non assottiglierà il Digital Divide

Chi sperava che il Wimax potesse ridurre il digital divide portando connettività nelle zone non coperte dall’adsl potrebbe rimanere fortemente deluso.

Luca Spada, CEO di NGI, intevistato da TvTech, sostiene che per chi detiene le licenze Wimax potrebbe essere più vantaggioso puntare sulle connessioni mobili, chiarendo implicitamente il perché gli stessi operatori di telefonia mobile siano interessati in prima persona a questa tecnologia, potenzialmente concorrente.

Luca punta il dito contro i costi delle licenze, che devono essere ovviamente ammortizzate dagli operatori Wimax, e contro il peer to peer, capace di assorbire troppa banda, soprattutto in upstream, il che, in una connessione half duplex, che condivide la banda tra l’upstream e il downstream, come quelle wireless, è un problema serio.

Utilizzare il Wimax come possibile alternativa alle connessioni mobili, consentirebbe di aggirare il problema, rivolgendosi prevalentemente ad una utenza business, poco orientata al peer to peer, e nello stesso tempo ci si svincolerebbe dalla concorrenza delle connessioni xdsl via rame. Ecco l’intervista:

Purtroppo trovo l’analisi di Luca ampiamente condivisibile. Dico purtroppo, perché sono tra quelli che speravano che il Wimax potesse essere una tecnologia capace di portare connettività ovunque, invece, lo scenario più plausibile pare essere quello per cui si partirà di nuovo dai grandi centri abitati.

A maggior ragione oggi, penso che siano i cittadini a doversi muovere, dal basso, per sensibilizzare le amministrazioni locali verso le possibili soluzioni alternative.

Che dite, vogliamo fare qualcosa di concreto? Una raccolta di firme? Più raccolte di firme in diversi comuni?
Sotto con le proposte.

Markingegno

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