
Non penso che un personaggio come Dave Haynie abbia bisogno di presentazioni. Ingegnere che ha lavorato per la Commodore, ha progettato diverse macchine (in primis l’Amiga 3000, per non parlare poi dell’Amiga 3000+), ed è rimasto nell’immaginario collettivo del popolo amighista come un grande guru, al pari dei “padri” che hanno realizzato il primo progetto.
Recentemente è tornato alla ribalta e ha fatto discutere molto una sua uscita di qualche giorno fa, in uno dei forum internazionali più gettonati dalla comunità Amiga, dove ha espresso il suo giudizio sul progetto Natami …

Android sembra destinato a diventare il sistema dominante nel settore mobile (che in futuro sarà orientato per buona parte sugli smartphone), almeno secondo le ultime stime, grazie a una crescente adozione da parte dei produttori unita alla disponibilità anche su terminali di fascia più economica (se ne trovano sui 100€).
La presenza del Marketplace è anch’essa di fondamentale importanza per fornire agli utenti quello che ci si aspetta da questi dispositivi: il software. Sappiamo bene che una piattaforma può essere “bella” quanto si vuole, ma senza software è destinata al declino.
Un …

Abbiamo già parlato estesamente di cloud computing su queste pagine e negli ultimi tre articoli che ho scritto (li trovate qui, qui e qui) l’attenzione è stata puntata sugli utenti che fruiscono di questa comoda funzionalità, considerando anche eventuali prospettive future modellate sulle nostre esigenze.
Il concetto è quello demandare a una “nuvola” di computer esterni alcune funzionalità (in particolare è stato trattato lo storage) da espletare per conto nostro. Di quest’aggregato ovviamente non sappiamo nulla: di quanti elementi è costituito, quale sistema operativo utilizza, su che hardware gira. L’unica cosa …

Una volta definito il concetto di provider, il modo in cui interagisce col sistema operativo (e in generale come viene utilizzato il canale di comunicazione fra i due), rimane da analizzare in che modo operano le applicazioni e il ruolo che rivestono rispetto agli altri due attori.
In un ecosistema cloud-aware come quello esposto finora qualunque applicazione può trarre immediatamente beneficio delle funzionalità cloud senza alcun bisogno di apposito codice, perché la gestione delle risorse è totalmente trasparente a esse, le quali in teoria possono benissimo girare senza curarsene.
Infatti è l’utente, …

Nel precedente articolo ho esposto le mie difficoltà nell’utilizzare alcune tecnologie “cloud”, dovute a una non perfetta integrazione con l’ecosistema in cui sono normalmente immerso, oppure a un nuovo ambiente di lavoro, o ancora a intrinseche limitazioni degli strumenti a disposizione.
Non tutte le problematiche possono essere risolte, ma a mio avviso è possibile porre le basi per migliorare l’esperienza degli utenti traendo vantaggio da queste innovazioni, e riuscendo al contempo ad accontentarne anche una parte che non le vede di buon occhio a causa di motivazioni varie (fondamentalmente privacy e …

Con la sempre più elevata disponibilità di banda larga disponibile a basso costo, il “rischio” di ritrovarsi online per buona parte della giornata (o magari 24h/24) è ormai molto elevato. Di ciò stanno approfittando le applicazioni per sfruttare questa risorsa, e in futuro anche i s.o., di cui ChromeOS è il rappresentante più illustre ed “estremo” che l’ha posto alla sua base in un ecosistema che potremmo definire browser-centrico.
Il cloud computing (di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo) diventerà, insomma, sempre più parte della nostra vita. Come per …

Di Steve Jobs si può dire che sia sfacciato e cinico, ma certamente non che viva nel mondo dei sogni. E’ grazie al suo freddo, a volte spietato, pragmatismo che Apple è tornata a essere grande, a imporsi come status symbol, e i suoi prodotti a essere oggetto di venerazione nonché ispirazione o copia, nel bene o nel male che sia.
Soltanto grazie al suo enorme carisma e alla capacità di imporre le sue idee, la sua volontà, in maniera così convincente, Apple è riuscita in un’impresa che sembrava ridicola o, …

La scheda madre SAM 460ex e l’attesissimo AmigaOne X1000 sembrano essere le uniche novità del 2011 utilizzabili per far girare sistemi operativi AmigaOS per PowerPC.
Non si può nemmeno parlare di novità di rilievo, considerato che non circolano notizie di altre soluzioni, e d’altra parte non potrebbe essere altrimenti per un mercato estremamente di nicchia, dove possiamo dire che è già grasso che cola il fatto che siano state presentate queste.
Ma il più grosso problema di questi “Amiga” PowerPC è rappresentato, a mio avviso, dalla seconda parola: PowerPC. Ne avevo già …

Dopo un’introduzione sull’argomento “Amiga” PowerPC e aver parlato del futuro modello di punta, l’AmigaOne X1000, come avevo anticipato mi occuperò dell’ultimo arrivato della famiglia Sam di ACube, la scheda madre 460ex che si affianca alle precedenti 440ep e 440ep-Flex.
L’idea rimane la stessa, cioè sfruttare ciò che offre il mercato embedded per la realizzazione dei prodotti, con la differenza, rispetto all’X1000, che la vocazione è prettamente industriale, come testimonia la presenza di un FPGA (a cui è collegato un connettore che mette a disposizione diversi pin di I/O) e come recita …

In passato il buon Alessio Di Domizio mi aveva suggerito di scrivere qualcosa sull’appena annunciato AmigaOne X1000 di A-Eon, un “Amiga” di nuova generazione basato su una CPU PowerPC, di cui però all’epoca si sapeva poco. Di recente è stata ufficializzata l’adozione della CPU, una PA6T-1682M a 1,8Ghz prodotta da PA-Semi, e nel frattempo era stata annunciata anche una nuova scheda madre all-in-one (a cui manca solo la RAM) della linea Sam di ACube.
Tutto ciò, assieme ad altri fatti che tratterò, mi ha indotto a scrivere alcuni articoli sul tema, …