

Come poi il Ministro delle Telecomunicazioni Gentiloni ci tiene a sottolineare, il costo inferiore necessario per la creazione di infrastrutture WiMAX rispetto alle ADSL “tradizionali”, permetterà una veloce copertura di tutte quelle aree che patiscono ancora oggi il digital divide . Nei bandi d’asta inoltre vi sono prezzi di partenza pi vantaggiosi, per l’assegnazione delle aree geografiche con più gravi problemi di copertura.
Sono state messe all’asta 35 licenze in tutto: ve ne sono 2 per ognuna delle 7 macroaree che coprono il suolo nazionale e ogni soggetto potrà aggiudicarsi non più di una delle due disponibili per ogni macroarea. I grandi del settore delle telecomunicazioni si daranno battaglia per queste 14 licenze. Tra le aziende di cui è già nota la partecipazione all’asta sono presenti Telecom Italia, Fastweb, Wind, Elettronica Industriale (gruppo Mediaset), Toto Costruzioni generali (facente parte del gruppo proprietario della compagnia aerea Airone) e Retelit; grandi assenti invece sono Vodafone, H3G e BT Italia.
Le altre 21 autorizzazioni vanno a coprire le singole regioni italiane e sono destinate a realtà sicuramente più piccole e che non hanno mai investito nella banda larga senza fili (vale a dire UMTS). Con questa mossa il Ministro Gentiloni vorrebbe creare un rapporto diretto tra banda larga e territorio, con una rete di aziende di dimensioni inferiori attente alle esigenze dei singoli territori in cui agiscono, soprattutto quando dove esistono problemi di accesso da parte dei cittadini.