

L’azienda in questione pare abbia già citato in giudizio Facebook , probabilmente per sfruttare l’enorme popolarità raggiunta dal social network, ma potrebbe con tranquillità fare causa a chiunque, qualunque blogger e anche Appunti Digitali, appunto: la Leader ha brevettato “il processo di associare una porzione di dati con categorie multiple”. Ad esempio parliamo delle tag-cloud.
Il mondo dei brevetti è sempre abbastanza fumoso, e tonnellate di polemiche sono state scritte a riguardo dei brevetti sulle proprietà intellettuali o sulle idee o sui generici processi, e a mio avviso questo è uno di quei casi. L’azienda nata nel 1997 afferma di aver speso molto tempo e aver profuso molti sforzi per ottenere questo ed altri brevetti, e che quindi è normale che tentino di difendersi al meglio delle loro possibilità. Il problema, se vogliamo, è che qualcuno ha concesso un brevetto di quel tipo, che abbraccia Facebook, forse, ma anche una miriade di altri ambiti. Un database con una relazione uno a molti apparentemente rientra in questa categoria, quindi perché non fare causa a Oracle o Sun?
E perché non, ad esempio, Mozilla, che rialscia Thunderbird? Dentro a thunderbird è infatti possibile creare delle label, ovvero piccoli dati associati a categorie contenenti molti dati. E Gmail? anche Gmail ha le label. Insomma, chi più ne ha, più ne metta. Solo, è significativo che Leader abbia citato Facebook e non Google; anche questo è un segno dei tempi che cambiano, non trovate?
(e se vi siete davvero preoccupati per il titolo, sappiate che recentemente un tribunale americano ha stabilito che se non è coinvolto un macchinario o una trasformazione, difficilmente si può avere ragione di un brevetto come quello)