

Queste e molte altre sono le “fisse” di tanti petrolhead virtuali ed oggi proprio a loro, in questo nuovo venerdì nostalgico, dedicheremo una carrellata sui primi episodi di una saga che, se pure leggermente disomogenea come aderenza al tema ispiratore e qualità, ha scritto una pagina importante nella storia dei giochi di guida: Need For Speed.
Fin dal suo esordio, Need For Speed non è esattamente studiato per rappresentare la più fedele simulazione di guida. Al contrario di Viper Racing, un po’ come i primi straordinari Test Drive (e il seguito, The Duel), la “reason why” di NFS è quella di mettere il giocatore in condizione di scatenarsi sui più potenti bolidi esistenti sul mercato, risparmiandogli eccessive complicazioni tecniche e un modello fisico troppo selettivo.
Si tratta dunque di un titolo piuttosto “arcade” – complici anche i classici inseguimenti della polizia, la prevalenza di circuiti stradali – sebbene non manchi di richiedere al giocatore qualche perizia e, a cercarselo, qualche controsterzo.


Anche qui i ricordi abbondano, ma sono legati proprio alla competizione a due, capace di generare un senso di frustrazione od onnipotenza – a seconda dell’ordine di arrivo – memorabili.
Se sul fronte della fedeltà simulativa, anche in modalità “simulation” il gioco lasciava a desiderare, la selezione dei bolidi disponibili era davvero esaltante. Dalla McLaren F1 – la miglior auto mai concepita da mente umana, non a caso figlia dell’ispirazione di tale Gordon Murray – alla F50, passando per l’agilissima Lotus GT1, la velocissima XJ220 fino ad autentici catorci (nel gioco) come la Isdera Commendatore e la potentissima ma intrattabile Ford GT90.
Concludo questo volo radente sulle origini della saga NFS con un titolo che, ancor più dei precedenti, ho nel cuore: Need For Speed: Porsche Unleashed (2000). NFS Porsche è un grande gioco, uno dei meglio recensiti della saga, per vari motivi: ha un modello di guida estremamente realistico, offre infinite possibilità di elaborazione per ogni vettura (e ne sono tante), ha un approccio “culturale” allo storico marchio Porsche e include vetture “da intenditore” fra le molte prodotte nei templi della meccanica di Zuffenhausen.

Proprio in questi giorni, giocando NFS Shift per Xbox, mi è capitato di rimpiangere, malgrado l’abbondante dose di realismo, le sfide dei primi NFS e lo sguardo ammaliato per un mucchio di pixel a forma di 911, ancora calda di gara in Cote d’Azure, su una pedana mobile del proprio garage virtuale in NFS Porsche Unleashed. Pensando e ripensando, non ho potuto che convenire con il mitico Farenz: che c’entra Shift con la saga NFS?