Due spunti su Adobe, Apple e l’antitrust

In questi giorni sulla disputa Adobe-Apple se ne sono sentite un po’ di tutte i colori e, come sempre quando si parla di Apple o Microsoft, le opinioni si sono polarizzate in un modo che ricorda da vicino la tifoseria calcistica.

In attesa che i bollenti spiriti si calmino, e che l’Antitrust decida se è il caso di avviare indagini più approfondite o adottare sanzioni, lancio due spunti di riflessione circa due obiezioni piuttosto comuni circolate negli ultimi giorni.

1 – Lasciamo decidere gli utenti: Una delle obiezioni più frequenti che si oppone alla scelta di Apple, recita così: “se Flash/AIR è bene o meno per l’iPhone saranno gli utenti a capirlo, non serve che Apple decida per loro”.

Detta così la questione pare lapalissiana, e riecheggia i motivi che hanno spinto molti, fra cui il sottoscritto, a prendere posizione a favore delle ultime battaglie antitrust. A scavare un po’, si scopre che – a differenza dei browser per esempio – l’ingresso Flash/AIR su iPhone è l’anticamera a un cambiamento radicale del business case di iPhone (e di tutte le piattaforme che hanno seguito iPhone nella strada dell’integrazione verticale OS-App store).

L’obiettivo di Adobe è quello di creare un ambiente unitario per lo sviluppo di applicazioni che girino su qualunque dispositivo che supporti AIR. Ovviamente la mossa successiva è distribuire quelle app su uno store terzo. Quindi ben prima che l’utente possa iniziare a scegliere, il modello delle app cross platform di Adobe avrà sovvertito le logiche di integrazione verticale OS-App store che hanno fatto la fortuna dei primi 3 anni di iPhone (e di tutti quelli che ne hanno seguito le orme), tramite la creazione di un App store alternativo, in diretta concorrenza con l’App Store di Apple.

Ovviamente dopo Adobe, cento altri sviluppatori arriveranno con altrettante SDK cross platform e altrettanti App store dedicati.

Non mi pare che oggi un utente possa scegliere di giocare i giochi della Wii sulla Xbox. Può però scegliere di comprare la console che più soddisfa i suoi gusti. Altrettanto l’utente di smartphone può scegliere di comprare apparati che supportino Flash, AIR, OS/390 o qualunque altra cosa li aggradi.

Né credo che oggi il consumatore possa pretendere il supporto di un software esistente, tecnicamente eseguibile, ma non supportato per una scelta consapevole legata al business del produttore. Il potere del consumatore è enorme e si esercita con la possibilità di premiare con l’acquisto prodotti ritenuti validi, e lasciare sullo scaffale prodotti ritenuti scadenti. Non certo nel dettare la feature list HW/SW ai produttori che nello sviluppo mettono soldi e sul prodotto il loro bel marchietto. Il tutto al netto di posizioni dominanti e di relativi abusi, sempre che ce ne siano.

2 – A proposito di posizione dominante: si è fatto prestissimo a paragonare la posizione di Apple a certe mosse di alta scuola anticompetitiva, perpetrate da MS e altri colossi negli anni passati, e per questo sanzionate con forti pene pecuniarie.

Allo stato attuale Adobe dichiara di avere il suo flash player installato sul 96% dei PC. Come sottolinea D. E. Dilger su RoughlyDrafted, questo implica che la piattaforma Flash sia dominante su tutto il sistema di distribuzione di contenuti di video su Internet. La presenza di Adobe su questo comparto è talmente pervasiva che Google, uno dei principali supporter di HTML 5, sta lavorando da tempo alla creazione di una versione HTML 5 di Youtube (la prima piattaforma al mondo di distribuzione video in streaming), mentre MS, malgrado la quota di mercato nel mondo OS, va affrontando una strada tutta in salita per affermare la piattaforma concorrente Silverlight contro Flash.

Sempre allo stato attuale delle cose, iPhone gode di una quota di mercato mondiale fra gli smartphone di circa il 15% (dati riportati da SeekingAlpha). La causa antitrust che Adobe sta spingendo contro Apple, è finalizzata dunque a spingere Flash – una piattaforma dominante su PC – non su una piattaforma altrettanto dominante nel mercato smartphone, ma sul terzo brand, dopo che i primi due, assieme a Windows Phone 7, hanno già annunciato l’intenzione di supportare Flash.

Ad Adobe non manca dunque spazio e modo di mostrare le formidabili qualità della sua piattaforma e, così facendo, costringere Apple a ritornare dolorosamente sui suoi passi. Manca forse la certezza, ormai appartenente al passato, di non avere rivali, di fronte all’ascesa di HTML 5 e al pieno supporto che MS, Google ed Apple stanno offrendo a queste nuove specifiche.

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