di  -  mercoledì 14 Aprile 2010

La questione nelle sue linee essenziali è la seguente: i nuovi termini di servizio di iPhone OS (la versione 4) escludono l’utilizzo di toolkit e framework di terze parti per lo sviluppo di applicazioni iPhone/iPad. Ambienti come Monotouch di Novell o la prossima versione di Adobe Flash – la cui value proposition consiste nella possibilità di creare applicazioni cross platform e poi confezionarle per ogni singola piattaforma – saranno dunque esclusi dall’accesso alla piattaforma smartphone leader nel mercato delle applicazioni.

La scelta è stata giustificata da Apple richiamando la necessità di ottimizzare il codice per la piattaforma, imponendo agli sviluppatori l’uso di strumenti nativi che garantiscano il pieno accesso alle risorse hardware. Una politica questa, che può impattare significativamente sulle performance delle applicazioni e dunque sulla vita utile della batteria, particolarmente in scenari multitasking.

In dettaglio, la posizione di Jobs al riguardo è la seguente: consentire lo sviluppo tramite toolkit e framework di terze parti, produrrebbe applicazioni mediocri e ostacolerebbe lo sviluppo della piattaforma.

Ciò che Jobs non ha detto, ma che di certo ha influito sulle politiche di Apple, è che la disponibilità di ambienti di sviluppo di terze parti allenta la salda presa che Apple oggi ha sull’ecosistema software che ruota attorno ad iPhone OS. Inoltre uno scenario che potrebbe potenzialmente derivare dall’uso di strumenti di terze parti, è quello di App store terzi che distribuirebbero applicazioni cross-platform, in concorrenza con Apple.

Particolarmente quest’ultimo scenario, priverebbe Apple di un’ottima parte del controllo che oggi esercita sulla piattaforma e creerebbe enormi forze centrifughe nella comunità degli sviluppatori, oggi molto leali ad Apple.

Queste considerazioni hanno peraltro portato Adobe a valutare una causa contro Apple per abuso di posizione dominante.

Tutto quanto detto non esaurisce l’argomento, che ha risvolti tecnici complessi per i quali rinvio a queste due posizioni, antitetiche ma molto autorevoli, espresse rispettivamente da John Gruber di Daring Fireball e Peter Bright di ArsTechnica.

Vi consiglio di dedicargli qualche minuto, ne vale la pena per svilupparsi un’opinione informata.

Aggiungo un quesito: che posizione prenderanno Google e Microsoft al riguardo? Accoglieranno a braccia aperte le pressioni di Adobe, pur di agire ostilmente ad Apple? O piuttosto troveranno conveniente mantenere un loro “walled garden” e preservare la user experience dei loro utenti, a scapito dell’apertura del mercato?

41 Commenti »

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  • # 1
    Tambu
     scrive: 

    “abuso di posizione dominante” è sempre stata una cosa riferita a Microsoft o Google. Pare che Jobs non abbia imparato proprio nulla mentre era piccolo piccolo, e adesso fa le stesse cose che rimproverava ai grandi grandi :D

  • # 2
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    Ehehe homo homini lupus, anche fra le aziende. Se non ci sono autorità antitrust forti ed autorevoli, l’azienda persegue il suo massimo profitto, com’è naturale che sia. Dopodiché siamo certi che gli smartphone odierni abbiano abbastanza potenza e batteria da tenere in piedi applicazioni cross platform che girano su runtime terzi? E siamo certi che il cross platform fra piattaforme diversissime in quanto ad hardware e software, garantisca il pieno uso delle feature dei telefoni di ultima generazione? Non sarà forse che il rischio di un livellamento verso il basso è concreto e reale, al di là degli interessi di parte?

  • # 3
    Valentino
     scrive: 

    Sei sicuro che l’iphone sia “piattaforma smartphone leader di mercato”??
    Credo che nokia con gli smartphone n97/5800 superi abbondantemente le vendite di iphone.

  • # 4
    Gurzo2007
     scrive: 

    bah ormai l’hw dei dispositivi è praticamente tutto uguale…l’uso delle feature ormai dipende dall’apertura dell’os…vedi BT castrato su iphone per esempio( e se non ricordo male anke su android lo è, o era un’altra cosa che era castrata?)

    livellamento generale? dipende…se uno sviluppatore risparmia tempo nel porting…può darsi che lo impeghi per rendere l’app migliore…o a pensare ad un app concettualmente nuova…invece di fasciarsi la testa perchè sà che dovrà usare nmila framework diversi perchè ogni os pretenderà il suo

  • # 5
    Francesco
     scrive: 

    Sarà anche così da un punto di vista di vendite, ma la nokia togliendo la mossa (ottima) di rendere gratuito la navigazione satellitare, è ferma come innovazioni tecnologica…

    Ho sempre avuto nokia come cellulari, l’ultimo è stato un N96 che considero un aborto di telefono, ma soldi per prenderne uno nuovo o l’iPhone non ne ho…

  • # 6
    Notturnia
     scrive: 

    personalmente l’iphone è di apple se non erro.. quindi credo che apple possa decidere cosa far fare alle sue apparecchiature..
    che poi questo possa dar fastidio a chi voleva entrare nel mercato e guadagnare soldi con le apparecchiature degli altri è comprensibile..

    quindi..

    a prescindere dalla reali motivazioni che siano tecniche o commerciali la Apple ha il pieno diritto di decidere cosa far funzionare sul suo sistema operativo e sui suoi apparecchi..

    Se altre ditte vogliono usare quei sistemi basta che paghino le royalty e si facciano abilitare usando i loro toolkit e pagando..

    facile.. niente abuso di posizione dominante che tenga.. il prodotto è suo.. non è che un prodotto di nicchia.. ci fa quel che vuole.. se alla gente non sta bene è pieno di altri telefonini..

  • # 7
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Valentino
    iPhone OS è la piattaforma leader nel mercato delle applicazioni. Ho specificato meglio nell’articolo. Beninteso, da qui a dire che sia sostenibile l’accusa di abuso di posizione dominante, e che la posizione dominante innanzitutto esista, ce ne passa.

  • # 8
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Notturnia
    Apprezzabile la coerenza :-)
    Ma che ne pensi delle pregiudiziali tecniche poste a giustificazione da Apple?

  • # 9
    Cael
     scrive: 

    Ad Adobe basterebbe non svilppare le proprie suite di grafica per Apple per fare abbassare la testa a Cupertino.

    P.S.

    Ma non potete trovare un metodo migliore del Captcha, troppo spesso crea cose illeggibili.

  • # 10
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Cael
    Se non lo fa qualcosa potrebbe andarci a perdere…

  • # 11
    ...
     scrive: 

    @ Notturnia
    teoricamente penso sia giusto quello che dici, ma si potrebbe in parte rispecchiare con microsoft che ha windows dove l’hanno obbligata a mettere un ballot screen per scegliere un browser, insomma il sistema operativo è suo, ci può mettere quello che gli pare (perchè non avere un explorer o un windows media player preintallati), però se non erro l’hanno praticamente obbligata a fare delle scelte che fino a quel momento non importava a nessuno e per evitare multe o quant’altro si è dovuta adattare
    se sei famoso devi scendere a compromessi (vedi youtube, facebook, ecc.), altrimenti giù a cause e multe
    tutto imho

  • # 12
    goldorak
     scrive: 

    Alessio di Domizio ha scritto : “Non sarà forse che il rischio di un livellamento verso il basso è concreto e reale, al di là degli interessi di parte?”

    No credo che su questo punto sbagli e sbagli di grosso.
    Il vero motivo per il lockout di strumenti di sviluppo che non siano stati approvati da Apple (C, C++, Ojective-C) sta come hai ben sottolineato nell’articolo nell’impedire lo sviluppo di applicazioni multipiattaforma.
    La questione sulla qualita’ presunta e’ solo fumo negli occhi come dimostra palesemente la quantita’ industriale di applicazioni del c@zzo che si trovano nell’appstore.
    Se Apple si preoccupasse seriamente della qualita’ dei programmi, avrebbe cominciato a scremare gia’ da tempo buona parte degli applicativi che sono in vendita nel suo negozio virtuale. Ed e’ una cosa che si guarda bene dal fare quindi il motivo e’ un altro. ^_^
    Tanto per ribadire il concetto, se Apple si preocupasse della qualita’ avrebbe potuto emanare linee guida su quali fossero le convenzioni a cui avrebbero dovuto aderire le applicazioni a livello di ui e simili. E se i programmi non li rispettano non vengono pubblicati sul appstore. Ma ovviamente non era questo il fine ultimo di Apple (checche’ ne dicano la marea di fanboy).
    A me pare un gesto disperato, non solo nei confronti di Adobe ma sopratutto della concorrenza di Android.

  • # 13
    EnricoG
     scrive: 

    “E siamo certi che il cross platform fra piattaforme diversissime in quanto ad hardware e software, garantisca il pieno uso delle feature dei telefoni di ultima generazione? Non sarà forse che il rischio di un livellamento verso il basso è concreto e reale, al di là degli interessi di parte?”

    Alessio, questa preoccupazione e’ lecita, ma perche’ non lasciare agli utenti decidere se preferiscono comperare un’applicazione nativa piuttosto che una scritta per cross-compilatori?

    Perche’ mettere le mani avanti prendendo una decisione cosi’ drastica?

    Esiste gia’ sullo store la possibilita’ di fare recensioni e assegnare stelline di merito… e’ cosi’ tanta la preoccupazione che qualche povero utente finisca ad usare qualche app non ottimizzata al 100%?

    Salvo poi che assumere che un’applicazione scritta in codice nativo sia necessariamente ottimizzata e’ puro FUD, anzi non sarebbe difficile dimostrare che e’ spesso vero il contrario ;)

    La decisione di Apple e’ del tutto arbitraria e come hai ben spiegato le vere motivazioi sono prettamente legate al bisogno da parte di Apple di tagliare fuori ogni possibile forma di competizione sulla sua piattaforma… il tentativo di Apple di attaccarsi a giustificazioni tecniche e’ abbastanza patetico ;)

  • # 14
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ EnricoG

    Alessio, questa preoccupazione e’ lecita, ma perche’ non lasciare agli utenti decidere se preferiscono comperare un’applicazione nativa piuttosto che una scritta per cross-compilatori?

    Non credo che esista un modo semplice per far sapere agli utenti in che modo è programmata l’applicazione che stanno scaricando, particolarmente quando sappiamo che l’iPhone è un telefono che finisce nelle mani di gente che non vuole o non sa occuparsi di materia tecnica ma cerca l’assoluzione di una funzione.
    La preoccupazione credo in parte legittima Apple è che di qui a qualche anno, la presenza di app store alternativi con applicazioni cross platform, potrebbe minare la user experience di iPhone, e dunque pregiudicarne le vendite.
    Questo non toglie che il parco applicazioni esistente debba e possa migliorare – mi piacerebbe una selezione di superapp stile blackberry – ma se già con strumenti nativi la qualità diventa un problema, figurati se di mezzo c’è uno strato software intermedio…

  • # 15
    EnricoG
     scrive: 

    “la Apple ha il pieno diritto di decidere cosa far funzionare sul suo sistema operativo e sui suoi apparecchi..”

    Notturnia, confondi il libero mercato col far west ;)

    Ad oggi esistono gia’ moltissime applicazioni sullo store che sono state realizzate con framework terze parti, questo cambio di regole in corsa potrebbe benissimo ricadere in qualche tipo di violazione.

    Dare per scontato che un’azienda possa fare il bello e cattivo tempo perche’ un prodotto “e’ suo” e’ un modo di pensare medioevale ;)

    Poi c’e’ il fatto che Apple forse non ha ancora una posizione dominante, ma non e’ detto che sia cosi’ nel prossimo futuro e ricordiamoci che tentare di ottenere una posizione dominante con pratiche anti competitive e’ illegale.

  • # 16
    EnricoG
     scrive: 

    “Non credo che esista un modo semplice per far sapere agli utenti in che modo è programmata l’applicazione che stanno scaricando”

    Alessio, l’utente non ha motivo di doverlo sapere, sara’ il mercato a decidere se un’applicazione e’ valida o meno a seconda che soddisfi l’utilizzatore…
    Non e’ certo limitando gli stumenti di sviluppo che si aumenta la qualita’ dei programmi… gli iFart vari continueranno a spopolare.

    Poi chiaro che se Apple riesce a porre limitazioni entro i limiti di legge, e’ tutto a suo vantaggio… su questo non ci piaove, ma esiste anche una questione “etico/morale”… tanti cercano di boicottare Microsoft a prescindere, semplicemente perche’ rappresenta “il male”… beh Apple fino ad oggi ha fatto la parte della “santa”, con questa mossa passa decisamente dall’altra parte della barricata e potrebbe, alla lunga, avere effetti negativi.

    Inoltre Apple sta dimostrando di avere la memoria breve o di avere zero riconoscenza verso chi la ha aiutata a tenersi a galla quando navigava in pessime acque… che direbbe ora Apple se Adobe rilasciasse la futura CS6 in versione per Windows con mesi di anticipo che in versione per Mac o se tagliasse proprio il supporto per Mac? ;)

  • # 17
    mede
     scrive: 

    ma qualcuno conosce i motivi della diatriba a priori tra apple e adobe? forse apple ha cercato di impossessarsi del team che sviluppa photoshop e non c’è riuscita? no perchè avrei pensato che i rapporti fossero idilliaci… perchè invece se le danno di santa ragione pur essendo la loro accoppiata un punto di riferimento per moltissimi di quelli che usano i pc apple in ambito professionale?

  • # 18
    Cesare Di Mauro
     scrive: 

    Alessio, parlare di ottimizzazione lascia il tempo che trova, specialmente per Apple (guarda qui http://arstechnica.com/apple/reviews/2005/04/macosx-10-4.ars/14 nella sezione “Tiger’s Quartz performance”, che fa una disamina; è solo un esempio, ovviamente).

    Soprattutto è il concetto che è del tutto arbitrario. Su quale base Apple parla di maggiore o minore ottimizzazione? Non è affatto chiaro.

    Poi non ha neppure senso parlarne perché, teoria della computabilità alla mano, dato un codice che implementa un certo algoritmo non puoi sapere se quel codice è “ottimale” oppure no. E qui stiamo parlando delle basi dell’informatica.

    Apple è meglio che non parli di “ottimizzazione”, perché la questione è di ben altra natura, come giustamente hai sottolineato.

    Come dicono a Napoli, “accà nisciuno ‘e fesso”. ;)

  • # 19
    Mirko
     scrive: 

    Ma quando si rilascia un’applicazione per iPhone bisogna consegnare ad Apple i sorgenti? Se gli dai il binario, come fanno a stabilire con quale linguaggio e’ stato scritto? Provano a fare il reverse?

  • # 20
    goldorak
     scrive: 

    Ma poi se ci pensate cosa significa “codice nativo”.
    A rigor di logica significa dover programmare in linguaggio assembly. E non credo che esistano sviluppatori iphone che scrivono codice assembly.
    Qualunque linguaggio di alto livello e’ non nativo, sono astrazioni ne’ piu’ ne’ meno. Astrazioni necessarie per semplificare il lavoro di progettazione e sviluppo.
    Se io faccio un programma in python e poi lo compilo in c e da li’ lo compilo in codice nativo per l’iphone, secondo le nuove disposizioni Apple verrebbe bloccato perche’ non sviluppato con gli strumenti nativi. Ma a meno che il software non sia interpretato e’ tutto codice nativo.
    ^_^

  • # 21
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ EnricoG
    Come ho scritto precedentemente, non credo nell’etica negli affari ma nelle autorità di controllo, non credo nell’intelligenza della massa ma in quella delle aziende che competono e rischiano sul mercato per portare al pubblico innovazioni che il pubblico stesso non si attendeva minimamente.

    Credo in masse di utenti che vedono la vita della batteria calare (particolarmente in tempi di multitasking, con app mal scritte) e coprire il telefono e il relativo marchio d’insulti su tutti i forum della rete. La user experience è parte integrante del successo nelle vendite dunque Apple cercherà di mantenere il controllo più saldo possibile sull’ecosistema software iPhone. Dopodiché se iFart continuerà ad essere scaricata da milioni di persone, la faccenda avvalora semmai la tesi dell’utente molto “casual”. L’importante è che quegli stessi utenti non si trovino a secco di batteria a causa di applicazioni mal scritte. Ce ne sono già così, figuriamoci in app store terzi, con strati SW intermedi, senza alcuna politica di controllo…

    Per quel che riguarda Adobe nella fattispecie, il suo primo colpaccio gliel’ha regalato proprio Apple con l’inclusione di Postscript nelle Laserwriter, in un’epoca in cui Adobe era una startup ed Apple un colosso con una forte presenza in quello che poi è diventato il mercato di Adobe. Se la CS6 uscisse solo per Windows non saprei, magari è possibile, ma succederà solo se converrà economicamente, non certo per motivi etici. Non è certo per la bella faccia di Jobs che oggi i programmatori di Adobe spendono decine di migliaia di ore uomo sui SW per Mac :-)

  • # 22
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Cesare
    In effetti non è tanto o solo una questione di ottimizzazione. La lamentela di Apple è diretta all’accesso diretto a tutte le feature del sistema, garantito dal developer kit ufficiale. In questo merito c’è da considerare la differenza fra Monotouch e Flash di cui parlavamo prima, ma come dicevamo, è Adobe ad aver fatto causa ed è Flash che si tenta di spingere dentro iPhone.

    Su Quartz: dal 2005 spero qualcosa sia cambiato :-) Altrimenti parliamo della 10.0, lì davvero c’è da piangere.

  • # 23
    goldorak
     scrive: 

    Quindi per continuare, la nuova disposizione e’ si un attacco diretto ad Adobe e al suo nuovo tool di sviluppo che consente di generare codice per l’iphone partendo da Flash. E la prima vittima illustre, ma sono anche vittime tutti colori che usano i linguaggi e librerie etc… che consento il passaggio indolore da una architettura all’altra. Insomma con questa mossa Apple sta buttando al vento 30 anni di sviluppo informatico ed e’ un dietrofront allucinante su cosa significa sviluppare un software.
    Se vuole chiudere le porte del tutto, che obblighi a sviluppare in codice macchina lol, almeno cosi’ e’ sicura che le applicazioni non saranno portabili (senza sforzi immani) su altri prodotti.
    Forse a Cupertino stanno imprecando quando gli ingegneri della IBM inventarono il concetto di ISA lol. ^_^

  • # 24
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ goldorak
    Secondo me Apple sta tentando di non fare quello che è costato ad IBM l’uscita dal mercato PC: la trasformazione di un mercato hardware (device) driven in software driven. Com’è andata a finire lo sappiamo. Quella di oggi è una mera lotta di potere, da una parte c’è un’azienda (Adobe) che vorrebbe diventare la Microsoft del mobile, dall’altra c’è Apple (ma credo anche Google e la stessa MS), che non vuole fare la fine di IBM.
    Mutatis mutandis ovviamente, dopo Psystar si è capito che l’integrazione verticale OS-macchina non può essere sovvertita e dunque la battaglia si sposta sul versante app store, e sullo strumento che vorrebbe unificare lo sviluppo per piattaforme mobile.
    Beninteso, non ci sono buoni né cattivi…

  • # 25
    goldorak
     scrive: 

    Alessio di Domizio : se quello che dici e’ vero (ma il caso IBM secondo me e’ diverso perche’ li’ si sono scavati la fossa da soli e poi era comunque un mercato diverso), a quando un mac con os x su cui verra’ vietato qualsiasi toolkit in grado di generare applicazioni multipiattaforma ?
    Seguendo la tua logica la conslusione che ho appena esposta e’ ineluttabile.

  • # 26
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ goldorak
    Direi tutt’altro che ineluttabile. I computer hanno un assetto ormai stabile, non so se app store potrebbe mai diventare il modello di riferimento del Mac, ma comunque il futuro appartiene più a iPhone, Android etc. che al PC per come lo conosciamo. Ed è lì che si stanno giocando le battaglie di cui sopra.

  • # 27
    goldorak
     scrive: 

    @ Alessio di Domizio : quindi due pesi e due misure. Io invece vedo come gli smartphone diventino sempre dippiu’ analoghi a veri pc. Basta vedere il caso emblematico del Nokia N900, si un esperimento ma se ha successo soppiantera’ in toto in modello del iphone e ipad con i loro negozi virtuali ad integrazione verticale.
    Anche Android non e’ da meno.
    Inoltre credo che ne abbiamo gia’ parlato in passato ma in riferimento all’editoria digitale. L’importante in quest’epoca sono i dati, volerli vincolare di fatto per motivi “egoistici” ad una singola piattaforma non ha senso. E questo il vantaggio del digitale. E voler andare controcorrente a lungo andare e’ dannoso.
    Tu mi parli di iphone, ipad etc… come se fossero strumenti fondamentalmente diversi da pc. Ma non e’ cosi’ rimangono general purpose computers. Certo la tipologia di programmi che ci puoi eseguire sopra e’ diversa da quello che vedresti su desktop/portatili ma solo per questione prettamente prestazionali. Non dimentichiamo che questi smartphone sono tanto potenti e anche piu’ di vecchi computer di 10 anni fa. E la gente li usava per lavorare eh. Quindi questa distinzione e’ passeggera. Con il progresso della tecnologia tutto il mondo mobile convergera’ verso il mondo pc (come visto da microsoft, apple, linux etc…). Piattaforme aperte. Dove i soldi si fanno sul software e/o dati venduti. Ma pensare che Microsoft e Apple si possano erigiare a guardiani di questo nuovo mercato digitale e’ assurdo. Vedrai i problemi che incontrera’ Apple se Google avra’ successo. Sputare sui tuoi sviluppatori non e’ mai una buona politica. In Microsoft ne sanno qualcosa. Non a caso a Redmond capiscono che la forza di Windows sta nei “developers, developers, developers….”. ^_^

  • # 28
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ goldorak
    Non dico due pesi e due misure. Dico solo che gli equilibri nel mercato PC sono stabili e non so quanto senso abbia cambiarli. Arriverà un momento in cui anche dispositivi portatili avranno batteria e cpu da sprecare anche ad eseguire codice intermedio. Oggi così non è, e ogni uso meno che efficiente della CPU può portare a un degrado significativo della user experience, già ai limiti su apparecchi che in scenari d’uso normali non superano gli 1,5 giorni di autonomia (spegnendo la notte).
    Questo non significa che le app native oggi esistenti, siano perfette. Significa solo che a parità di programmazione, più strati di software creano minore efficienza.
    D’altronde sono curioso di sapere se Google o MS saranno disposte a rinunciare al loro app store esclusivo. Già Google ha il suo bel da fare per gestire la differenziazione hardware che si va creando fra dispositivi Android.

  • # 29
    caffeine666
     scrive: 

    vorrei solo correggere alcuni punti
    1) l’utente che asseriva che il bluetooth fosse bloccato su android, erroe, dalla 2.0 in poi è sbloccato, era una questione tecnica, se ricordo bene i driver non erano completi…
    2) apple fa tutto cio’, solamente perchè ha paura di google con android (e ci credo, sta letteralmente esplodendo, in proporzione piu’ di iphone, e il suo record di un milione di terminali è gia’ stato superato con il SOLO motorola droid), sono recenti infatti molte notizie in cui gran parte degli sviluppatori iphone (il 90% se ricordo bene) è sicura di passare anche ad android entro 6 mesi….
    a questo si aggiungono tante altre cose…
    android ormai è piu’ che maturo, e supera in moltisisme cose iphoneos, applicando alla sua semplicita’, enormi vantaggi, tra cui totale personalizzazione del sistema, un market con una percentuale di software gratuito infinitamente superiore… (e parliamo anche di software veramente utili e complessi anche…)
    l’entrata un mercato di terminali android sempre piu’ potenti etc etc…

    il litigio con adobe è “vecchio” riguarda varie questioni, tra cui ad esempio casini successi con la creative suite (vi ricordate la cs4, fatta in versione 64 bit per windows e non mac almeno per qualche mese, non so se poi sia uscita per mac…)
    etc etc

    insomma ad apple bruciano tante cose… e rischia seriamente di fare un flop nel mediotermine, data la mole dei suoi avversari (google su tutti, ma citerei anche samsung, nokia, htc, microsoft… tra tutti questi, tranne microsoft TUTTI OPTANO PER SISTEMI OPERATIVI APERTI) e se fa cosi’, il flop sara’ suicidio…

  • # 30
    Ale
     scrive: 

    Al di là di dietrologie e speculazioni strategiche, guardiamo l’atto pratico:
    .possiamo da anni sbloccare l’IPhone, Pandorarlo, usare flash e quello che ci pare e piace. Giustamente Apple si tutela togliendo la garanzia, per non perdere soldi e tempo dietro a chi si è installato qualcosa programmato coi piedi.

    .di conseguenza potremo anche usare applicazioni uscite dalla CS5.

    .se non vogliamo mai avere problemi o la tentazione di pastrocchiare il cellulare su cui lavoriamo e avere una macchina sempre efficiente teniamo tutto originale e accontentiamoci (bene) di uno dei terminali più usabili e efficienti ma con dei limiti da valutare all’atto dell’acquisto.

  • # 31
    Cesare Di Mauro
     scrive: 

    Permettimi: lascia che sia il cliente a decidere cosa è “programmato coi piedi”. Di stupidaggini nell’Apple Store se ne trovano a carrettate, e sono sviluppate “nativamente”.

    La differenza non la fa la “forma”, cioè in che modo (e con quali strumenti) è stata programmata un’applicazione, ma la “sostanza”, cioè il prodotto finale.

    Detto in altri termini, se la preoccupazione sta nel consumo della batteria, l’unico metro di giudizio oggettivo e scientificamente valido per valutare la bontà di un’applicazione da questo punto di vista sta nell’effettuare dei test che rilevino questa misura.

    Tutto il resto è fuffa ideologica.

    @Alessio: l’accesso a tutte le API del sistema dev’essere funzionale all’applicazione, non all’intero sistema. Non è che se scrivo un software questo dovrà necessariamente utilizzare TUTTE le API; anzi, è molto raro che lo faccia. Sempliceemnte si usano le API che servono, e amen. ;)

    Quanto al link che ho fornito e a Quartz, era solo per mostrare la cronica mancanza di ottimizzazione del codice prodotto da Apple. Che, quindi, quando parla di “ottimizzazione” deve come minimo recitare l’atto di dolore. :D

  • # 32
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Cesare
    Sì ma se ci poniamo il problema in una prospettiva pluriennale, con decine di migliaia di applicazioni sviluppate su toolkit terzi e una bella fetta delle app native migrate in forza della possibilità di mutarle in cross platform, ci rendiamo conto che certe API saranno dimenticate, e che continuare a sviluppare gli strumenti nativi per sfruttare le peculiarità hardware di ogni singolo terminale avrà sempre meno senso. In questo senso cross platform significa e significherà sempre più appiattimento…

  • # 33
    Giullo
     scrive: 

    @ goldorak: come al solito si sparla senza avere la minima conoscenza di cosa si parla … Esistono linee guida MOLTO precise, sia riguardo l’ui, sia l’utilizzo delle risorse hw … e non si contano le app rigettate (giustamente) perchè non rispettavano le linee guida sull’ui … non posso linkare il documento perchè è disponibile solo agli sviluppatori registrati, ma è a disposizione di chi voglia informarsi prima di parlare a vanvera :)

    ps: la registrazione è gratuita su developer.apple.com

  • # 34
    Giullo
     scrive: 

    @cesare: ho sempre avuto molta stima dei tuoi interventi, ma (come già detto altre volte :)) quando parli di apple non sei proprio imparziale … che ci azzecca linkare una pagina di un so di più di 4 anni fa? perchè non linkare ad esempio la facilità con cui è possibile gestire applicazioni fortemente multithread (GCD) o piuttosto che il supporto a feature proprie dei linguaggi funzionali (i blocchi)?

  • # 35
    goldorak
     scrive: 

    @ Giullo : e questo cosa a che vedere con applicazioni come ifart ?
    ifart esempio di un applicazione che sfrutta l’iphone e la cui qualita’ e’ top. Sei d’accordo ? ^_^
    Come sempre leggi soltanto a meta’ quello che scrivo.
    Quando Apple decide di censurare una applicazione lo fa in maniera del tutto arbitraria, linee guida o meno. O forse ti sei perso gli ultimi mesi e della crescente frustazione di sviluppatori che investono tempo e denaro per sviluppare programmi come cristo comando per poi trovarsi inspiegabilmente l’applicazione rifiutata sul appstore, mentre esempio illustri come ifart invece no.

  • # 36
    Giullo
     scrive: 

    iFart non viola nessuna guideline di apple circa lo sviluppo, che poi sia un inno all’inutilità siamo assolutamente d’accordo … quello che volevo dire è che esistono linee guida molto precise circa lo sviluppo della gui e l’uso delle risorse .. ad esempio se streami un video via 3g il bitrate non può essere superiore ad un certo valore (che al momento non ricordo, non avendo sottomano la documentazione) … analogamente se scarichi grandi quantità di dati via 3g devi effetuare il throttling della connessione (purtroppo a mano :()

    detto questo sono (ad esempio) assolutamente d’accordo che le politiche apple spesso siano una schifezza (l’ultima revision dell’agreement mi colpisce direttamente, visto che avevo cominciato a sviluppare un gioco con Unity … tante serate buttate :( ) ma fai buon viso a cattivo gioco se ti interessa sviluppare per questo mondo … che , a torto o a ragione, ha cmq molto appeal presso l’utente finale

  • # 37
    Cesare Di Mauro
     scrive: 

    @Giullo: l’avevo già scritto, comunque sintetizzo. Se Apple ne fa una questione di ottimizzazione (ed è di questo che stiamo parlando no? Non di GCD & co.) ha ben poco di che parlare, visto il suo passato (nemmeno remoto). Da cui il link.

    Per quanto riguarda le linee guida, nulla da dire, ma non è questo il punto. Mi ripeto nuovamente: Apple deve valutare il prodotto finale per come funziona all’atto pratico, NON com’è stato realizzato.

    Detto in altri termini: se realizzo un’applicazione con MonoDevelop, Flash, o altro seguendo le linee guida per l’interfaccia, e in esecuzione il consumo della batteria è “nei limiti” (qualunque cosa possa intendere con ciò Apple, visto che su questi dispositivi girano anche giochi 3D, che certamente NON sono parsimoniosi di risorse), allora devo poterla vendere sull’Apple Store.

  • # 38
    Gurzo2007
     scrive: 

    @caffeine666

    grazie della correzione…non ricordavo che dalla 2.0 in poi avessero finalmente risolto il problema ;)

    l’ultimo post di Cesare è da quotare 100volte

  • # 39
    merendero
     scrive: 

    @Di Domizio. Circa le deduzioni o conclusioni personali sulla faccenda di Psystar ci possiamo fare due risate. La presunta illegalità d’installare Mac OSX su un hardware differente da un Apple Mac dipende dalle leggi della nazione dove si vende l’oggetto, non dalle leggi del marketing di un’industria.
    Di fatto in Germania è perfettamente legale produrre e commercializzare computer non Apple (Pearc) muniti di OSX installato e funzionante, vivaddio la legge tedesca vuole che un contratto e le sue clausole (EULA) siano valide solo se portati a conoscenza del cliente prima dell’acquisto, non dopo.
    “Die deutsche Gesetzgebung ist in diesem Fall auf der Seite der Endverbraucher. Endbenutzer-Lizenzverträge werden in Deutschland nur dann zum Vertragsbestandteil, wenn sie vor dem Kauf der Software vereinbart wurden.”

    La legislazione italiana in merito cosa dice? Indovinate un po’: è anch’essa a favore del cliente, non dell’industria!

    Il mio pensiero sulla vicenda Apple Vs Flash è che si tratti di un tentativo Apple di difendere il proprio orticello (che tanto piccolo non è). Trovo le dichiarazioni ufficiali di Apple pretestuose, e poi il supporto a Flash puoi anche concederlo con uno switch software “Flash on/off” a discrezione dell’utente, se proprio si vuole. Ma non si vuole!
    A me Flash non piace, lo ritengo la glorificazione dell’inefficienza, ma almeno che mi sia data possibilità di scelta se usarlo o no invece di negarmelo tot court!

  • # 40
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ merendero

    Circa le deduzioni o conclusioni personali sulla faccenda di Psystar ci possiamo fare due risate.

    È un piacere allietarle la giornata. Buona risata.

  • # 41
    Nessuno
     scrive: 

    Per quanto non sia assolutamente un fan di Flash, vedere Apple usare questi mezzucci per tentare di tenere fuori la concorrenza è davvero triste.
    La qualità del SW non si valuta su quanta energia consuma. Ma da quello che fa e come lo fa. Se esistesse un SW di navigazione super spaziale per iPhone che fa cose che altri non fanno, ma necessita di più risorse (e più energia) e ccreato tramite un tool di sviluppo non nativo, sarà l’utente che usa tale SW a decidere se è meglio questo navigatore per meno tempo o uno generico per più tempo.

    Ci manca solo che quando acquisto un’automobile il concessionario mi dica anche chi ho diritto di trasportare… gente di pelle bianca sì, quelli di colore no… o per una TV quali canali/trasmissioni posso vedere.

    Se Apple mette in circolazione un dispositivo su cui c’è libertà di eseguire codice, non dovrebbe assolutamente avere il diritto di discriminare le applicazioni che vi possono girare. Onde evitare tutte quelle situazioni in cui l’applicazione migliore viene discriminata a favore di una soluzione proprietaria scadente (chiaro conflitto di interessi), o su base di accordi che nulla hanno a che fare con la qualità intrinseca del SW (skype anyone?)

    Ovviamente sotto questo punto di vista, direi che fortunatamente Apple è in posizione svantaggiata con Goggle in primis che spinge dalla parte opposta. Il mercato ha così la possibilità di trovare il suo vincitore e vedremo se è meglio un iFart che permette alla batteria di durare 10 giorni o un navigatore interattivo che riduce l’autonomia a 4 ore.

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