di  -  lunedì 8 Ottobre 2007

In Italia i media tradizionali faticano da sempre a comprendere Internet. Un uso spesso inesatto dei termini, la ben provata incapacità di analizzarne tempestivamente i Beppe Grillocontenuti e le tendenze, hanno creato negli anni un gap piuttosto evidente fra chi frequenta la rete e chi invece la conosce dal riflesso televisivo.
Se quanto detto risponde al vero, è naturale che quei fenomeni che hanno origine in Internet e crescono oltre i suoi confini, siano mal compresi. E in generale, la storia insegna che negli spazi di incomprensione, attecchisce spesso la manipolazione.

Fra i tanti episodi che hanno portato la “versione televisiva” di Internet sotto le luci della ribalta, Beppe Grillo è il più dirompente di sempre. Il comico genovese è stato capace di dar vita ad una vasta community, dimostratasi perfino – caso unico al mondo – capace di invadere il mondo “offline”, portando intatte le proprie istanze e i propri contenuti. Fatto raro in un’epoca in cui, per molti versi, Internet sembra divenire un mezzo di evasione dal reale, una dimensione parallela dell’espressione individuale, un cyberspazio strutturato in cui è possibile costruire una “seconda vita”.

Oggi l’approccio grilliano alla rete è sotto fuoco incrociato, oltre che per i contenuti, per il metodo in cui il comico genovese usa la rete. È proprio la veemenza delle critiche “metodologiche” che intendo in questa sede commentare.


Dopo esser stata pressoché ignorata da mass media, la manifestazione dell’otto settembre li ha invasi come una nuvola carica di pioggia. Sgomenti per il furore della protesta, giornalisti e autoproclamatisi massmediologi hanno assediato i più autorevoli palcoscenici mediatici. Non hanno quindi esitato a scomodare McLuhan, Orwell, Orson Welles, per spiegare al mondo il potenziale manipolatorio di Internet, la capacità di questo medium di fomentare populismo e demagogia.Citizen Kane
Un articolo in particolare, ha concentrato molte autorevoli critiche al “metodo grilliano”, dipingendo il fenomeno a tinte foschissime: fra massmediologi che cadono dal pero ed altri che vanno di “però vi avevamo avvertito”, la tesi dell’articolo è che Grillo abbia mostrato il “lato scuro” di Internet, abbia cioè trovato il modo di renderla strumento d’avanguardia per la manipolazione delle coscienze.
Vittorio Zambardino, uno dei più famosi blogger italiani, nell’articolo afferma candidamente: “Pensavamo che Internet fosse un mezzo ugualitario, sereno e dai dialoghi ragionati: invece il caso Grillo mostra che la potenza della tecnologia funziona al servizio di un disegno carismatico, semplificatorio e sommario”. Come sia possibile sorprendersi di ciò, dopo che abbiamo visto valere prima e meglio le identiche leggi per tutti gli altri media, è difficile capire; ancor più difficile è comprendere come possa mai la rete divenire terreno per antonomasia di disegni “carismatici, semplificatori, sommari”.
E continua: “Grillo ci ha mostrato che il furore sta alla comunicazione via Internet come l’ossigeno all’aria: la compone, le dà significato e senza quella non esisterebbe nemmeno”. Con un colpo di spugna dunque, tutto ciò che di bene è stato mai detto di Internet va in fumo: il suo “furore” sembra ora tenere il passo della volgarità, rissosità e approssimazione che la TV porta come vessilli. E intanto quegli anticorpi che hanno reso la rete il luogo dell’informazione “plurale” per eccellenza, si trasformano improvvisamente nel virus che fa di essa il crogiolo della demagogia e dello sproloquio, come ci spiega Paolo Landi: “In questo momento all’ultimo post di Grillo ci sono 2.433 commenti che il mio pc fatica ad aprire. Ma chi li legge? E chi ha voglia di rispondere a 2.433 sconosciuti o anche a uno solo di essi? Più che un contraddittorio sembra uno sproloquio. Collettivo, ma pur sempre sproloquio”.

Di una levata di scudi “metodologica”, verrebbe comunque da ringraziare il cielo perché, se non altro, sottolinea il problema dell’uso a fini manipolatori dei mass media: problema sul quale il giornalismo italiano sorvola da decenni – se non con riferimenti “partitici”. È però difficile non notare che queste imponenti critiche “metodologiche”, calzano molto meglio ai media tradizionali che a Internet – qualcuno potrebbe addirittura considerarle una ghiotta occasione per disinnescare i contenuti della protesta. Attenti dunque a insistere su queste note: l’incoraggiata paura del “sesto potere” potrebbe ritorcersi contro i primi cinque.

4 Commenti »

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  • # 1
    dalroi
     scrive: 

    Io da Grillo ho imparato una cosa importante : voglio sapere chi paga lo stipendio al Sig. Vittorio Zambardino poi decido che peso dare alle sue parole. E lo stesso per tutti i giornalisti, esperti, professori, leader d’opinione etc. che riempono i nostri giornali e la nostra TV con le loro verità inappellabili.
    Saluti.

  • # 2
    Carraro Fabio
     scrive: 

    Seguo Beppe grillo da quando ha detto una cosa di un’importanza e di una veridicità inequivocabili:
    “Internet è l’unico mezzo che abbiamo per combattere queste persone che ormai stanno insultandola nostra intelligenza…”

    Ora abbiamo un potentissimo strumento che le generazioni passate non avevano. Le lobby del potere non potranno più “smussare” la verità influenzando gli organi di informazione convenzionali. Internet non si compra perché internet è di tutti e la loro chiara intenzione di sminuire questo concetto gettando fango e vomito su tutto questo, seguendo un protocollo ormai collaudato da decenni, li renderà agli occhi del mondo intero ancora più ridicoli di quanto non si siano già dimostrati di esserlo.

    Chi critica a piede libero lo fa non solo perché capace di valutare la grandezza di questo potente mezzo, ma soprattutto perché capace di definire la sua totale ed improponibile incorruttibilità.

    Kaneda2019

  • # 3
    jarod
     scrive: 

    Grillo è una persona molto intelligente, si aggiorna molto su tutto… ed in base a questa sua peculiarità e avendo un ottima memoria storica degli eventi politici e non, di questo nostro Paese, è esploso alla sua maniera dando voce a moltissimi italiani che da tempo vivacchiano lasciando fare al sistema ciò che dovrebbero fare loro in prima persona, per tentare di cambiare in meglio le Istituzioni e gettar via una classe dirigente da tempo arroccata sempre sugli stessi temi.
    Il cambiamento verso un progresso tecnologico alla portata di tutti, insieme alla fruizione di internet in primis (vera democrazia) e, ad un rinnovamento culturale e ideologico si può attuare.

    E’ singolare che tutto ciò sia stato detto e amplificato da un comico di professione con un vaff…, vocabolo d’uso comune oggigiorno e depenalizzato dalla Corte di Cassazione, poco importa, conta il concetto.

    Meditate gente, meditate….
    e soprattutto sorridete ci è rimasto solo questo… speriamo in meglio, oppure, parliamone, con qualunque metodo o forma purchè se ne parli, aiuteremo a far crescere l’Italia e gli italiani assopiti.

    Jarod.

  • # 4
    mario
     scrive: 

    ciao a tutti, ho una soluzione per stroncare la classe politica con i suoi privilegi, sembra la scoperta dell’uovo di colombo, ma è così semplice che potrebbe sembrare stupido. Mio nonno diceva che la mafia è a Roma, mio padre ribadiva che la mafia è a Roma io riconosco che la mafia è a Roma. (Roma intesa come potere politico)regione, comuni e così via. detto questo posso dire che se alla mafia per stroncarle le gambe basta sequestrare i beni, stessa cosa con i mafiosi politici: Se chiedo ad un politico il motivo della propria candidatura, risponderà: per vocazione!, MA QUANDO MAI?! TU CARO CANDIDATO,VUOI FARE QUELLO CHE LA TUA VOCAZIONE TI CHIEDE? Bene ho bisogno che al momento della nomina io sappia la tua posizione economica affinchè io possa controllare che non ti entrino buste nere, ti do l’opportunità di stare bene economicamente: Ma se nel corso del mandato haì bisogno di un governo tecnico o non sei stato all’altezza, mi restituisci tutti i soldi che ti ho dato,

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