di  -  lunedì 28 Gennaio 2008

postaIn questo periodo le Poste Italiane non se la passano troppo bene; basta aprire qualsiasi quotidiano o fare una semplice ricerca in rete per trovare decine e decine di articoli che parlano dei mostruosi disservizi in tutta Italia e delle vertenze sindacali che l’azienda deve affrontare.

Solo poche mattine fa un giornale locale titolava che a Genova abbiamo 6 tonnellate di posta inevasa e che stanno consegnando ora gli auguri di Natale. Io sono di una generazione che ha memoria di quando ancora i computer non erano così diffusi e la posta elettronica non esisteva; da piccolo avevo anche dei rapporti epistolari con alcuni amici. Ma ad un certo punto, travolto dal TCP/IP, ho pensato che le Poste fossero destinate a scomparire, abbattute dalla tecnologia. E invece non avevo fatto i conti con due aspetti:

– il primo era la posta certificata, ovvero la posta che ha bisogno di certezza nella consegna (comunicazioni istituzionali, giudiziarie, concorsuali, eccetera)
– il secondo era l’avvento di Ebay e l’esplosione dell’invio di pacchi.

Per la posta certificata ci si sta attrezzando con un equivalente elettronico che abbia valore legale (appunto, la posta elettronica certificata), per i pacchi fino all’arrivo del teletrasporto c’è poca speranza. La tecnologia secondo me serve a semplificare la vita, l’ho sempre intesa così e non importa se si sta parlando di una macro di Photoshop che ti risparmia 3 ore di lavoro o di un software OCR che decide a chi è indirizzata una missiva. La semplificazione così ottenuta deve per forza di cose tradursi in un vantaggio o in un miglioramento del servizio. Che io sappia l’informatizzazione delle Poste non è così spinta come potrebbe essere in un mondo ideale; c’è troppa carta che gira negli uffici, troppi timbri, troppi fogli stampati.

Ho letto recentemente proprio su questo blog che gli RFID costano qualche centesimo, e che quindi non avrebbe senso metterli in prodotti che costano qualche centesimo. Vero, indubbiamente. Un francobollo costa 0,60 euro e secondo me se l’intera filiera fosse in grado di leggere i tag RFID si potrebbe anche accettare un aumento di qualche centesimo, avendo però la possibilità e la CERTEZZA di sapere sempre dove è la nostra lettera. È un servizio che esiste già, certo, ma si basa su codici a barre e non è comunque disponibile per i servizi base. Comunque sia, chi fa spesso spedizioni sa che non è così affidabile e preciso come dovrebbe. E stiamo sempre parlando di lettere cartacee, cose destinate a sparire, cose che al giorno d’oggi i giovani non usano, preferendo telefonate, sms o comunicazioni elettroniche.

Lo stesso identico discorso si può fare per i pacchi, dove anzi sarebbe auspicabile un incremento della tecnologia che soprassiede allo smistamento. E magari anche alla movimentazione. Chi è mai stato in un centro di smistamento di un corriere sa cosa intendo dire. Anche lì il problema è sapere esattamente DOVE sia un collo in un dato momento.

Che le Poste così come le conosciamo ora siano destinate a sparire è secondo me un dato di fatto: quantomeno dovranno radicalmente trasformarsi, cosa che già stanno facendo con l’attivazione di una vasta offerta di servizi bancari. Che però possano affrontare questa fase finale (o transitoria) con maggiore dignità e minore fastidio all’utente è altrettanto innegabile. Basterebbe affidarsi maggiormente alla tecnologia.

4 Commenti »

I commenti inseriti dai lettori di AppuntiDigitali non sono oggetto di moderazione preventiva, ma solo di eventuale filtro antispam. Qualora si ravvisi un contenuto non consono (offensivo o diffamatorio) si prega di contattare l'amministrazione di Appunti Digitali all'indirizzo info@appuntidigitali.it, specificando quale sia il commento in oggetto.

  • # 1
    Claudio
     scrive: 

    Scusa, ma non capisco.

    Le poste SONO automatizzate.

    Magari gira ancora troppa burocrazia (e’ vero), ma ti assicuro che di centri postali automatizzati ne esistono e non sfigurano affatto di ronte a quelli dei corrieri, anzi!

    E la qualita’ del servizio e’ monitorata in vari modi (per esempio mediante missive-civetta di cui vengono monitorati i tempi di consegna ed il percorso fatto), e so che si stanno provando ad applicare tecnologie nuove quali per l’appunto gli RFID (che comunque su un impianto di quel tipo soffrono a causa dei disturbi elettromagnetici).

    Io negli impianti di smistamento postale ci sono stato, sono enormi e tecnologicamente parlando funzionano bene.

    E tutto questo, per di piu’, con tecnologia in gran parte italiana.

    Il punto e’ che prima o poi c’entra di mezzo la gestione umana (dal portalettere sino all’ufficio postale piccolo (non automatizzato) sino al personale che lavora nei centri postali: quello e’ il vero limite della tecnologia!

  • # 2
    Tambu (Autore del post)
     scrive: 

    non ho detto che non sono automatizzate. Penso che lo potrebbero essere in modo maggiore, e non è detto che si parli per forza del punto di smistamento. Per esempio non vedo spingere molto il servizio di posta certificata, che pure produrrebbe un guadagno per le poste ma sarebbe più facile da gestire. Oppure si potrebbe elevare il ruolo del postino a quello del corriere, che determina al secondo la consegna con un palmare, e così via…

  • # 3
    BrightSoul
     scrive: 

    >>a Genova abbiamo 6 tonnellate di posta inevasa

    questa cosa mi stupisce… se è vero che l’avvento di eBay ha aumentato di molto la mole di pacchi da consegnare, è anche vero che le Poste lavorano di più e di conseguenza GUADAGNANO di più.

    Se si verificano ritardi nelle spedizioni è perché i nuovi introiti non vengono probabilmente gestiti bene, ad esempio impiegandoli nel tentativo di allargare il core business da spedizioniere a factotum (conto bancario, invio di denaro, rilascio passaporti, ecc…)

  • # 4
    acor3
     scrive: 

    i centri meccanizzati postali (CMP) ci sono e lavorano molto bene ed in maniera semi-autonoma… il grosso della posta ordinaria è generato dalle aziende che stampano le etichette con l’indirizzo del destinatario (facilitando le scansioni OCR) … la sposta non ordinaria (es. raccomandate) ha un codice a barre (qui ler automazioni vanno ancora meglio)…

    i problemi nascono quando l’elemento umano entra nella catena e sopratutto chi decide i prametri con i quali tutto il meccanismo deve girare…

    se un report (che nessuno legge e/o capisce) ti dice che in una giornata un portalettere deve consegnare in quella zona 32 kg di posta.. si sa preventivamente che non ce la farà a portartla a piedi se fare due giri…

    lo ripeto anche qui…

    i computer semplificano il tuo lavoro ma non lo fanno al posto tuo…

Scrivi un commento!

Aggiungi il commento, oppure trackback dal tuo sito.

I commenti inseriti dai lettori di AppuntiDigitali non sono oggetto di moderazione preventiva, ma solo di eventuale filtro antispam. Qualora si ravvisi un contenuto non consono (offensivo o diffamatorio) si prega di contattare l'amministrazione di Appunti Digitali all'indirizzo info@appuntidigitali.it, specificando quale sia il commento in oggetto.