Energia dal Sole: il Solare Termodinamico (Seconda Parte)

Nello scorso post abbiamo iniziato a parlare di Solare Termodinamico, introducendo i due tipi di impianto attualmente utilizzati e mostrando alcune immagini e caratteristiche degli stessi.

In questo post andremo ad esaminare in maggiore dettaglio tale tecnologia per comprenderne il campo di applicazione, l’attuale stato dell’arte e le prospettive future.

ESEMPI DI IMPIANTI ESISTENTI

La tecnologia termodinamica oggi sta conoscendo una notevole diffusione ed interesse, ed esistono nel mondo diversi impianti operativi che possono essere presi in esame per comprendere meglio tale tecnologia.

A titolo esemplificativo di impianto con torre solare ci si può riferire ad un impianto realizzato in Spagna, denominato PS10.

Tale impianto è accreditato di una potenza massima pari ad 11MW elettrici ed utilizza una torre solare alta 100 metri.

Tale impianto opera con vapore saturo in un ciclo a due livelli di pressione e temperatura e pressione massime del vapore rispettivamente pari a 250°C e 40bar, e la producibilità annua di energia elettrica è valutata in 23GWh/anno, e la superficie occupata dagli eliostati è pari a 55 ettari.

Nell’immagine seguente si può vedere l’impianto dall’alto:

 

ps10.jpg

Tale impianto dispone di un sistema di accumulo capace pari a 20MWh, capaci di fornire 50 minuti di autonomia al 50% del carico.

Il costo di tale impianto è stato di 16.65 Milioni di €, con un contributo dell’Unione Europea pari a 5 Ml€.

Un esempio di impianto dotato di pannelli parabolici è invece ANDASOL, impianto avente potenza massima pari a 50MW elettrici, per una produzione annua di energia elettrica pari a 179GWh.

Tale impianto utilizza come fluido vettore dei sali fusi e dispone di un’autonomia pari a 7.4 ore, inoltre viene dichiarato un numero di ore annue equivalenti alla massima produzione pari a 3589.

La superficie occupata dagli specchi è pari a200 ettari, ed i costi per la realizzazione dell’impianto sono stati pari a 14.3 Milioni di€, con un contributo della Comunità Europea pari a 5Ml€.

Tale impianto è visibile parzialmente nella seguente immagine:

 

andasol.jpg

CONSIDERAZIONI

Dai due esempi appena presentati, e senza volere entrare in discussioni particolarmente complesse, ritengo sia doveroso sviluppare alcune considerazioni su questa tecnologia, in particolare trovo sia importante contrapporre agli indubbi vantaggi in termini di emissioni inquinanti che tale soluzione comporta, quelli che sono i suoi limiti tecnici, in particolare bisogna tenere in considerazione che tali impianti, pur se soggetti a continui miglioramenti tecnologici, richiedono superfici libere estremamente elevate in rapporto alla produzione elettrica, pertanto non possono venire installati ovunque ed in presenza di attività che richiedano l’uso del terreno per altri fini, inoltre la possibilità di produrre in condizioni di assenza di insolazione è subordinata ad una produzione superiore all’immissione in rete, ovvero l’energia che l’impianto è in grado di accumulare è energia che è stata precedentemente prodotta ma non consumata, e pertanto la si può utilizzare in maniera differita.

Appare d’altra parte evidente che un impiego massiccio di tale tecnologia in sostituzione a tecnologie tradizionali appare piuttosto complesso e problematico, in quanto i consumi energetici risultano di ordini di grandezza estremamente differenti con la capacità produttiva di tale tecnologia, mentre la necessità di territorio diventa difficile da soddisfare a meno di disporre di superfici disabitate con condizioni di insolazione adeguate, condizione ovviamente non presente in maniera diffusa.

Tutto ciò vuole semplicemente stimolare i lettori a valutare con spirito critico ogni annuncio sensazionalistico sui temi energetici ed ambientali, in quanto ogni tecnologia e soluzione presenta pregi e difetti, e la loro applicazione richiede quindi sempre e comunque delle scelte di compromesso che ne rendano valido l’impiego.

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