di  -  martedì 14 Luglio 2009

In questo post sul blog ufficiale di Google, scritto da Marco Pancini, European Senior Policy Counsel, il colosso di Mountain View ha preso posizione circa la cd. “legge bavaglio” di cui abbiamo parlato in varie occasioni, ultima questo post di Donato.

Pancini inquadra a fondamento di questa legge – manco a dirlo – una scarsa comprensione delle dinamiche del web e, pur ritenendo degno di tutela il principio secondo cui siamo responsabili delle nostre azioni sia quando siamo online sia quando ci muoviamo nel cosiddetto mondo reale, non ritiene sia corretto equiparare un blogger al direttore di un quotidiano nazionale.

Indubitabile il fatto che questa legge non trasudi competenza circa le logiche della rete, e che trascuri opportunamente quello strato di intrinseca irrilevanza che avvolge pretesi fenomeni di massa come i gruppi Facebook, per lasciar spazio al comico e incompetente decisionismo di – ahimè – autentici attivisti della rete come l’on. Carlucci.

Il problema della responsabilità di chi ha facoltà di influenzare l’opinione altrui tramite media di massa, è tuttavia forte, e proprio per questo meriterebbe di essere normato. Una legge in tale direzione avrebbe l’effetto inevitabile di rallentare la crescita dei contenuti user generated, cruciale per Google – già peraltro alle prese con problemi relativi alla qualità dei contenuti – da cui pare provenga la citata presa di posizione.

In un paese democratico in cui, tuttavia, c’è difficoltà a ricondurre alle proprie responsabilità anche i direttori delle reti di stato, un crackdown su blog e social network non dovrebbe avere diritto d’asilo.

15 Commenti »

I commenti inseriti dai lettori di AppuntiDigitali non sono oggetto di moderazione preventiva, ma solo di eventuale filtro antispam. Qualora si ravvisi un contenuto non consono (offensivo o diffamatorio) si prega di contattare l'amministrazione di Appunti Digitali all'indirizzo info@appuntidigitali.it, specificando quale sia il commento in oggetto.

  • # 1
    Roberto
     scrive: 

    Alessio, sostieni sempre questo punto:

    “carsa comprensione delle dinamiche del web”

    perchè non scrivi un articolo che spieghi perchè questa legge non si sposa con le dinamiche del web? Sinceramente faccio fatica a seguirti se ti limiti a criticare e non proponi alternative.

  • # 2
    zonix88
     scrive: 

    Roberto, se vuoi un esempio pratico lo trovi qui:
    http://www.byoblu.com/post/2009/07/08/Il-primo-caso-di-diffida-e-diritto-di-rettifica.aspx

    Con allegati i commenti dei più “famosi” blogger italiani…

    Spero si possa postare il link, altrimenti chiedo scusa…

  • # 3
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Roberto
    Il punto della scarsa sensibilità alle dinamiche del web risiede esattamente nel non distinguere le specificità dei singoli media aggregati in Internet.

    E non è questo il cardine della mia personale polemica, quanto piuttosto che il sistema mediatico italiano ha ben altri e più dirompenti problemi di cui preoccuparsi.

    La proposta dunque è: prima che prendersela coi blogger e consimili (coi quali, se mi leggi, sai che non sono mai stato troppo tenero), eliminare gli incompetenti dalle alte sfere, introdurvi la forte responsabilizzazione che oggi si chiede ai blogger, dal parlamento, alla conduzione delle reti di stato, alle autorità di garanzia sulla comunicazione.

    Ti piace come proposta? Allora siamo in due a potercela scordare.

  • # 4
    banryu79
     scrive: 

    @Roberto: lo spezzone di frase che hai quotato: “scarsa comprensione delle dinamiche del web” e che hai attribuito ad Alessio affermando che la sua intenzionalità è di fare critica (all’inizio del tuo commento dicevi che sostiene sempre questo punto: ci potresti, per cortesia, dire dove? Dire che lo sostiene SEMPRE è un’affermazione molto forte, vincolata a quella specifica frase che hai quotato: direi che è opinabile, dovresti quanto meno portare dei riferimenti che sostengano quanto affermi) non credo sia in prima istanza, considerato l’articolo scritto da Alessio, una sua “idea di prima mano”, per così dire.

    Infatti Alessio ha scritto questo:
    “Pancini inquadra a fondamento di questa legge – manco a dirlo – una scarsa comprensione delle dinamiche del web e, pur ritenendo degno…”.
    Il soggetto è quindi Pancini non Alessio, quindi la tua speculazione parte da un presupposto errato.

    E bastava solo leggere bene per evitare l’errore ;)

  • # 5
    banryu79
     scrive: 

    @Roberto [continua]:
    seguendo i link postati nell’aricolo si arriva a leggere direttamente il post di Pancini, a cui si riferiva Alessio.
    -> http://googleitalia.blogspot.com/2009/06/cosa-centrano-i-blog-con-le.html

    Da cui comunque traggo anche io la mia personale opinione che la non approfondita conoscenza del fenomeno su cui si sta legiferando, e di conseguenza l’uso di termini generici invece che specifici per designare i soggetti coinvolti, da parte del legiferatore, è una realtà non molto “simpatica” riconosciuta pure dalla Commissione Trasporti e Comunicazioni della Camera.
    Vedi post linkato per i dettagli.

  • # 6
    Fabio M
     scrive: 

    Il web e le sue dinamiche non ce l’ha portate un Messia. Se il web porta a fenomeni che noi non accettiamo e che vogliamo limitare/regolare è sciocco opporre l’obiezione che “non si sono comprese le dinamiche della rete”.
    L’obiezione muove da una visione limitata, che vorrebbe che lasciare tutto com’è adesso. Ma se si voleva lasciare tutto com’è adesso era ovvio che non si faceva una legge.
    Ciò lo dico senza volere entrare nel merito della specifica legge, ma non perché voglia parlare così in astratto, ma proprio perché è l’obiezione stessa ad essere fumosa, pressapochista e multi-uso.
    E’ quando si dice ad un produttore a cui piratano un film o un videogame che “lui non ha capito le dinamiche della rete”, che deve “trovare un nuovo modello di business”… insomma, che è un suo problema.

    Chi non si accorge che il web attuale (e sottolineo attuale) si presta ad essere, e in parte già è, lo strumento di propaganda più spaventoso e micidiale delle storia o è cieco o forse è uno dei mascalzoni che ci marcia.

  • # 7
    Fabio M
     scrive: 

    A chi dice che bisognerebbe rendere effettiva la stessa forte responsabilizzazione negli altri media: sono d’accordo (chi non è d’accordo…) ma, a parte il fatto che i primi a farne le spese sarebbero tanti presunti eroi nazionali che invece sono degli imbroglioni seriali, secondo me non si comprende che il web più degli altri media ha maggiore necessità di questo tipo di regole, e questo per via di diverse sue peculiarità (che non sto ad elencarvi, visto che voi siete esperti di “dinamiche della rete”).

  • # 8
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Fabio M
    Sono tendenzialmente d’accordo con te e l’ho scritto nel post sulla fine del tutto gratis.

    Dopo un primo decennio abbonante di feconda anarchia, oggi c’è bisogno di regole precise, altrimenti i furbi sono dietro l’angolo.

    La rete libera e anarchica funzionava nel 1996, quando in rete c’era meno dell’1% della popolazione mondiale.

    Detto questo mi pare che alcuni business abbiamo misurato i loro ricarichi sulle cifre che l’assetto del canale di distribuzione gli ha permesso. È normale che un mutamento epocale nelle logiche distributive renda urgente un adeguamento dei modelli di business, altrimenti saremmo ancora a porci il problema di come remunerare i monaci amanuensi ai tempi del kindle…

  • # 9
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Fabio M (7)
    Su questo non potrei essere meno d’accordo. Sei responsabile di una rete di stato con milioni di spettatori e miliardi di introiti, in parte coperti dal canone quindi non cazzeggi con il diritto d’informazione. Grande potere, nel mondo dell’uomo ragno se non in Italia, significa grande responsabilità. In paesi più civili di noi su queste cose non si scherza e alla prima fesseria le teste cadono.

    Che un blogger possa scrivere quel che vuole ma se ne debba poi assumere la responsabilità è cosa buona e giusta, ma equiparare i problemi che affliggono i media tradizionali in Italia al rumore di fondo della rete (che molto spesso è propulso proprio dal riflesso delle disfunzioni del sistema mediatico tradizionale) o addirittura stabilire un’agenda in cui la priorità n°1 è la rete, mi pare un’enormità.

  • # 10
    DINo
     scrive: 

    ECCO UN’ ALTRA LEGGE PER INSABBIARE TUTTO, CHE PAESE DI DISGRAZIATI!!!

  • # 11
    blackshard
     scrive: 

    @10: sebbene scrivere tutto in maiuscolo è un po’ maleducato, hai colto perfettamente nel segno!

    Questo diventerà il paese delle tre scimmie, qualunque cosa ne pensino i berlusconiani.

  • # 12
    aste
     scrive: 

    oggi a savona c’è un sole bellissimo mare.jpg il parcheggio è semivuoto.

    LA STAMPA 2022
    ** arrestato blogghista per giornalismo illegale.. **

  • # 13
    David
     scrive: 

    La cassazione ha stabilito che un blog non è una testata giornalistica:

    http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/03/10/157089-blog_forum_giro_vite_della_cassazione.shtml

    quindi non hanno i diritti di un giornale e possono essere chiusi d’autorità, tuttvia se non hanno i diritti di un gionrnale non ne devono avere neanche i doveri.

    P.Q.M

    La legge che impone ai blog la rettifica entro 48 ore, similmente ai giornali, è ingiusta. Punto.

  • # 14
    Nat
     scrive: 

    Che sia necessiario regolamentare il web e in genere le interazioni che avvengono in modo virtuale e’ fuori di discussione; non credo che nessuno, in buona fede, possa ritenere la rete estranea ad un discorso di regole e leggi.

    Il punto pero’ e’ che questa legge non tiene minimamente conto della natura dei blog e dei forum nella loro globalita’. Non tiene conto che ne esistono milioni, gestiti individualmente da singoli, “comuni”, cittadini, e che non hanno le competenze, la disponibilita’ di tempo ne di denaro per equipararsi ad un direttore di testata (finanziato anche dallo stato). Tuttavia hanno il diritto fondamentale di esprimere la loro opinione e di consentire agli altri di fare altrettanto.

    Quindi per quanto mi riguarda la critica va espressamente a QUESTA legge e non ad un ipotetica legge che regoli maggiormente le attivita’ nel web (che anzi, se ben fatta e’ personalmente auspicabile).

    Direi che nella migliore delle ipotesi, in questa legge, si puo’ leggere una incompetenza grave dei legislatori, impegnati a combattere i blog stile grillo, travolgendo con quello qualche altro milione di utenti. Nella peggiore si puo’ considerare una mossa appositamente studiata per eliminare il + possibile mezzi di condivisione di pensieri e opinioni non veicolate e filtrate da altri; in modo che se qualcuno vuole informarsi e sentire altri pareri lo puo’ fare solo attraverso i tg (cito tg4 e tg3 tanto per nn far torto a nessuno e dare l’idea), o con i quotidiani (altrettanto schierati e di parte). E mai avendo diretto accesso alle vere/originali opinioni dei singoli, se non al bar o la sera a chiacchierare nei pub con gli amici…

  • # 15
    Google prende posizione contro la “Legge bavaglio” | Pselion Web Agency
     scrive: 

    […] [Fonte: Appunti Digitali] […]

Scrivi un commento!

Aggiungi il commento, oppure trackback dal tuo sito.

I commenti inseriti dai lettori di AppuntiDigitali non sono oggetto di moderazione preventiva, ma solo di eventuale filtro antispam. Qualora si ravvisi un contenuto non consono (offensivo o diffamatorio) si prega di contattare l'amministrazione di Appunti Digitali all'indirizzo info@appuntidigitali.it, specificando quale sia il commento in oggetto.