di  -  giovedì 7 Maggio 2009

Strider CoverIl ventesimo compleanno del Game Boy è stato recentemente celebrato da praticamente tutti gli addetti ai lavori, ma non è l’unico evento importante per quanto riguarda il retrogaming.
Se andiamo a osservare con la lente d’ingrandimento scopriremo che il 1989 è stato uno degli anni più prolifici nella storia dei videogiochi: Duel – Test Drive II, Golden Axe, Populous, Prince of Persia, Sim City sono solo alcuni dei capolavori usciti dalle fucine delle software house dell’epoca.
Tutto nasce con la volontà da parte di CapCom di sviluppare un sistema che non fosse ancorato all’utilizzo di un solo gioco ma consentisse di poter far girare più titoli sullo stesso hardware.
In seguito a svariati progetti nasce finalmente, nel 1988, il CPS-1 (o CapCom System 1) e fa il suo debutto con Forgotten Worlds.
Dopo Ghouls’n Ghosts ospiterà Strider e sarà uno dei primissimi successi della casa giapponese anticipando i vari Final Fight e Street Fighter II, ospitati anch’essi, guarda caso, sullo stesso sistema.

Strider Screenshot

L’industry si accorge immediatamente della bontà del prodotto soprattutto in merito allo stile di gioco ed al character design (vero e proprio marchio di fabbrica CapCom) ed iniziano nel giro di qualche mese i porting verso le altre piattaforme.

A marzo l’arcade e, mentre US Gold si prende cura della parte “computer” (Amiga, C64, Atari ST e ZX Spectrum) a luglio esce la versione NES nel mercato nordamericano.

Merita una citazione a parte perché a differenza degli altri, trarrà ispirazione diretta dal manga Strider Hiryu del disegnatore Tatsum Wada da cui mutuerà lo storyboard.Ma è il 1990 il vero anno di consacrazione, quando consegue il titolo di gioco dell’anno dall’importante rivista americana EGM (acronimo di Electronic Gaming Monthly), recentemente dismessa con l’acquisizione del network 1up.com.

Questo premio e l’assoluto valore del videogioco trasformano Strider nella killer application del momento per il Mega Drive e facendo da traino non solo per la console lanciata da poco e che doveva vincere la battaglia con il Famicom ma anche per tutta la soft-teca Sega di lì a venire.

Il plot comune a tutte le versioni, NES escluso, data l’inizio della storia nel 1998, quando cioè la Terra è teatro di innumerevoli disastri naturali riportando lo stile di vita degli esseri umani ad una continua faida “occhio per occhio” per cercare di sopravvivere.

Qualche anno più tardi, dalla nazione europea denominata Kazafu, comincia l’invasione di creature mai viste prima; i sopravvissuti di questa nuova battaglia vengono resi schiavi.

Si scopre infine che il piano di conquista è stato orchestrato da Grandmaster Maio, un essere leggendario che ha studiato i terrestri dalla sua postazione chiamata The Third Moon.

In una piccola isola dei Mari del Sud chiamata Moralos viene approntata una training location per cercare di riportare l’ordine e scacciare l’invasore alieno.
Tra gli Strider, i difensori della giustizia, viene scelto Hiryu l’unico elemento a conseguire un punteggio di classe A. In un futuristico 2048 ha inizio lo scontro finale.

L’utente dunque, sulla falsariga degli altri videogiochi quali Shadow Dancer, controlla un unico personaggio dotato in questo caso di una sorta di spada al plasma ma il quale potrà estendere i propri poteri o attraverso il classico sistema dei power up oppure giovandosi dell’aiuto di compagni d’avventura robotici come il cane già visto in Shinobi.
Pur configurandosi come un action platform abbastanza tradizionale, Strider mette in campo un ritmo d’azione ed una realizzazione tecnica sia per quanto riguarda la parte grafica che sonora davvero notevole.
La longevità viene compensata da un livello di difficoltà che mette il giocatore sempre sotto pressione per poter poter superare i livelli e gli ostacoli proposti.
La versione Mega Drive resta forse ancora oggi la migliore incarnazione dell’originale su coin-op ma è il videogioco in generale a poter essere considerato come uno dei migliori del suo genere e solo così si può spiegare la sua presenza in praticamente tutte le piattaforme dell’epoca, da quelle già menzionate al porting per il NEC PC Engine, Master System, Playstation ed infine nelle più recenti PS2 e PSP come facente parte del titolo Capcom Classic Collections: Remixed.

Nonostante i capitoli successivi (Strider 2 e Strider Returns) non abbiano avuto lo stesso impatto, Strider insieme a Shinobi , costituisce uno di quei tasselli che non può davvero mancare nella ludoteca di un amante di ninja, shuriken ed azione combinata alle arti marziali.

[image courtesy of IGN]

11 Commenti »

I commenti inseriti dai lettori di AppuntiDigitali non sono oggetto di moderazione preventiva, ma solo di eventuale filtro antispam. Qualora si ravvisi un contenuto non consono (offensivo o diffamatorio) si prega di contattare l'amministrazione di Appunti Digitali all'indirizzo info@appuntidigitali.it, specificando quale sia il commento in oggetto.

  • # 1
    Jacopo Cocchi (Autore del post)
     scrive: 

    Segnalo anche questa tripla simpatica intervista ai fondatori dei forse tre maggiori siti dedicati a Strider :)
    http://www.lscmainframe.net/features/past_masters/index.html

  • # 2
    michele
     scrive: 

    uno dei primi giochi che ho avuto sull’amiga…conversione così così ma nn me lo dimenticherò mai :)

  • # 3
    y3ll0w
     scrive: 

    ricordo come fosse ieri: esco con il motorino in direzione grandi magazzini e parcheggio proprio di fronte alla vetrina, un’occhiata veloce quanto basta per notare la custodia incellophanata di Strider: settantanovemila lire dopo ero già a casa XD

  • # 4
    Symonjfox
     scrive: 

    Mitico! Anch’io ce l’avevo sull’Amiga.

    Molto spesso mi chiedo come mai sia sopravvissuto il pc all’Amiga (poi ho letto bene gli altri articoli che spiegano il perchè).

    L’amiga era un PC con cui potevi fare TUTTO e giocare ad un sacco di giochi (ma veramente tanti, avevo 1 cassetto dell’armadio pieno di floppy). A quell’epoca i 286 e i 386 con il DOS non gli facevano neanche il solletico!

  • # 5
    KONEY
     scrive: 

    Giokato su Amiga e Megadrive fino ad avere le vescike sulle dita. Anke il sequel non era malvagio seppur quasi identiko :)

  • # 6
    MCMXC
     scrive: 

    Non ho mai capito perche’ all’epoca tutte le riviste di Videogiochi esaltarono la conversione di Strider per Amiga come fosse un capolavoro, quando invece era una ciofeca di immonda qualita’ che tra l’altro non aveva nemmeno un finale…mah…di peggio c’era solo la versione per Sega Master System, che era una poco riuscita conversione della versione Amiga!!!!

  • # 7
    Ste72
     scrive: 

    @MCMXC
    Hai ragione era veramente una ciofeca! Probabilmente la lodarono perchè hai tempi queste softwere house immonde (in questo caso era la famigerata Tiertex mi pare…) fecero anche molto di peggio su Amiga, tipo Street Figther 1, probabilmente la peggior conversione di sempre.

  • # 8
    MCMXC
     scrive: 

    La Tiertex aveva realizzato anche la conversione di Rolling Thunder…un’oscenita’ incredibile! Avevano realizzato un unico modo di vestire per tutti i nemici, mentre nel gioco vestivano tutti diversamente, ed in base al loro abito capivi che comportamento avrebbero avuto e quanti colpi avrebbero assorbito prima di crepare! Tutto perduto nella conversione…

  • # 9
    Dott.Wisem
     scrive: 

    Strider su Amiga era la classica conversione pari pari da Atari ST. Questo significava: area di gioco piccola, scrolling e animazioni lentissime (sembrava di giocare al rallentatore) e ridotte all’osso, una marea di particolari mancanti rispetto all’originale da bar, e così via.
    Ho sempre trovato estremamente “sospetto” che Strider su Amiga avesse ricevuto pareri molto favorevoli da praticamente il 90% dei recensori dell’epoca (su TGM gli affibbiarono un 95% + bollino Star Player!!!). L’Amiga già aveva mostrato di che pasta era fatto, ad esempio, con Shadow Of The Beast. Mi ricordo anche che alcuni di questi recensori, dopo anni, ritrattarono la loro recensione, ammettendo effettivamente di essere stati troppo entusiastici. Come platform in sé Strider su Amiga era anche sufficiente, ma come conversione era un obbrobrio.

    Tuttavia, la mitica accoppiata US GOLD + Tiertex (sto per vomitare al solo nominarle…) riuscì a fare anche di peggio… Chi si ricorda di Black Tiger, quel bellissimo platform della Capcom in stile Ghosts’n Goblins? Su Amiga faceva ribrezzo… Grafica quasi identica al coin-op, ma scrolling che dire “scattoso” sarebbe stato un complimento… Animazioni manco a parlarne… Roba da 5fps al secondo. Perfino la scarsa versione Atari ST era un po’ meno scattosa della versione Amiga ed ho detto tutto…

  • # 10
    Jacopo Cocchi (Autore del post)
     scrive: 

    Su Amiga non ho mai provato a giocarci onestamente e me lo ricordo proprio.
    Ma su Mega Drive, l’oggetto dell’articolo, è un capolavoro.
    Nei giudizi dati dai vari addetti ai lavori lo trovi praticamente sempre nella top 10 all time della console SEGA.
    Forse anche perché ha avuto il merito di sfruttare per primo le potenzialità della nuova generazione ed ha segnato il passo per i titoli successivi.

  • # 11
    Saxabar
     scrive: 

    “La versione Mega Drive resta forse ancora oggi la migliore incarnazione dell’originale su coin-op”

    La versione PC Engine CD ha molti assi nella manica comunque la migliore conversione è ovviamente quella per X68000 (sfido a dire il contrario ;)

Scrivi un commento!

Aggiungi il commento, oppure trackback dal tuo sito.

I commenti inseriti dai lettori di AppuntiDigitali non sono oggetto di moderazione preventiva, ma solo di eventuale filtro antispam. Qualora si ravvisi un contenuto non consono (offensivo o diffamatorio) si prega di contattare l'amministrazione di Appunti Digitali all'indirizzo info@appuntidigitali.it, specificando quale sia il commento in oggetto.