

Purtroppo per i quattro imputati che hanno sempre ostentato tranquillità e ottimismo, affrontando il processo con una sfrontatezza e un sarcasmo che facevano più notizia del processo stesso è finito male per i rappresentati della baia. Un anno di galera per tutti e 2,7 milioni di euro di risarcimento all’industria.
La sentenza parla di agevolazione alla violazione di copyright oltretutto con finalità di lucro. L’avvocato dei pirati però ha fatto sapere che la questione è tutt’altro che chiusa, inoltre ora non vengono contestate soltanto le ragioni della sentenza. Con un vero e proprio scoop, la difesa denuncia il coinvolgimento diretto del giudice , nelle questioni interessate dal processo: per l’avvocato è tutto da rifare.
Gli imputati non hanno digerito bene la sentenza e la possibilità di finire in carcere ha inasprito i toni delle loro dichiarazioni, diventate meno sarcastiche e pungenti. Brokep, uno dei condannati ha fatto sapere a tutti che piuttosto che risarcire economicamente l’industria darà alle fiamme tutto ciò che possiede. Tuttavia, ovviamente i pirati sconfitti nutrivano fiducia nell’appello.
Le cose sono cambiate però e ora si vuole l’annullamento del processo. Il giudice sarebbe a capo di “Protection of Intellectual Property” (SFIR), organizzazione che promuove l’inasprimento delle leggi pro-copyright e sarebbe attivo anche in un forum a cui sono da attribuire alcune pubblicazioni che vanno nella stessa direzione.
I pirati ora non ridono più, ma quanto emerso potrebbe davvero risollevare le loro speranze.
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