di  -  mercoledì 22 Aprile 2009

La guerra tra informazione online e la carta stampata ha molte facce, ma qui su Appunti Digitali abbiamo fin’ora trascurato uno degli aspetti fondamentali: il confronto sul piano dell’impatto ambientale.

L’argomento è infinitamente ampio e spazia dall’energia necessaria al funzionamento di entrambi i sistemi fino all’impatto ambientale per la realizzazione dei supporti che portano le notizie fino a noi.
Di certo il vecchio e semplicistico luogo comune per cui l’informazione online è ecologica perché non taglia alberi possiamo tranquillamente dimenticarlo.
Tom Zeller, del New York Times ha cercato di fornire una sintesi quella che è una risposta, se pur non completamente esaustiva, interessante e illuminante.

L’articolo fa riferimento ad uno studio realizzato nel 2007 dal KTH Center for Sustainable Communications (in Svezia possono permettersi anche queste cose) che studia l’emissione di CO2 nella fruizione dell’informazione. In verità più che dare delle certezze fa capire la complessità di questioni simili: pur trattandosi di un solo aspetto tra tutti quelli che insieme formano l’impronta ecologica dell’informazione è composto da moltissime variabili.

Nello studio sono state considerate le emissioni scaturite dalla distribuzione, dal lavoro redazionale, dalla produzione e stampa della carta e dalla realizzazione dei mezzi elettronici per la fruizione online dei contenuti.

Il calcolo non è semplice poiché esistono client elettronici che permettono la consultazione di notizie online con caratteristiche molto diverse e vi è anche una questione geografica.

La fruizione online attraverso un notebook in Svezia ha un impatto minore in termini di emissioni rispetto alla carta se la consultazione non supera i 30 minuti giornalieri, ma chiaramente l’ago della bilancia si sposta se viene utilizzato un desktop o un ebook reader. La Svezia però produce due terzi dell’energia utilizzata da nucleare e idroelettrico, in un Paese in cui l’energia da combustibile è predominante l’impatto della fruizione online si fa decisamente più pesante migliorando la posizione della vecchia carta.

In ogni caso, indipendentemente dalle questioni ambientali l’informazione online cresce, per gli evidenti vantaggi in termini di tempestività di aggiornamento e per via dell’impegno economico che la carta stampata richiede, che diventa poi ancora più rilevante per via del calo delle vendite conseguente al successo del web.

In Italia la carta stampata non se la passa tanto male, visto che i finanziamenti pubblici sono da sempre la norma e vengono assurdamente erogati in base al numero di copie stampate e non vendute: possono essere buttati direttamente al macero e fruttare comunque un bel po’ di soldi alla casa editrice. Ad esempio in tutta la mia vita non ho mai visto una copia de “Il Foglio” al di fuori delle rassegne stampa televisive, eppure il direttore gode, stando ad alcune inchieste svolte, dello stipendio più alto tra tutti i quotidiani italiani. È evidente che le idea di efficienza e di ecologia sono superate da altre priorità nel nostro Paese.

Ad ogni modo la carta è in crisi un po’ ovunque. Negli USA capita abbastanza frequentemente ormai di leggere online a proposito della chiusura di un quotidiano cartaceo, mentre in Francia si pensa a “iniezioni” di soldi straordinarie per salvare l’editoria tradizionale.

Tutti segni dei tempi che stanno cambiando e modificando la nostra vita e il mondo che abitiamo. Io per non sbagliare vi lascio con una famosa citazione di Kahlil Gibran, che sarà sempre attuale indipendentemente dalle vostre abitudini attuali e future:

“Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo. Noi li abbattiamo e li trasformiamo in carta per potervi registrare, invece, la nostra vuotaggine.”

8 Commenti »

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  • # 1
    BrightSoul
     scrive: 

    Non per sminuire la validità di studi scientifici, ma lo vedo come un ultimo (vano) tentativo di difendere la tradizionalità della carta stampata.
    Ormai tutti ricorrono ad argomentazioni ecologiche nei loro discorsi da essere quasi banali. Quando vogliono venderti l’auto, quando vogliono risparmiare sui costi, quando vogliono difendere la carta stampata.

    Un conto è dichiarare di essere eco-friendly, un conto è esserlo davvero. La realtà delle cose è che leggere le notizie sul PC nel prossimo futuro ha un ampio margine di riduzione delle emissioni, sia mediante processori sempre più energy-efficient sia mediante l’introduzione di fonti energetiche rinnovabili. Stampare un giornale non ha alcun margine di miglioramento. L’albero dovrà sempre essere tagliato, il camion a gasolio dovrà sempre andare a recuperare il legname, parte dei giornali invenduti saranno sempre un rifiuto in discarica.

  • # 2
    Globus
     scrive: 

    Non sarei cosi’ sicuro dell’ “evoluzione ecologica” dell’online rispetto al cartaceo. Innanzitutto l’albero tagliato viene ripiantato (gia’ avviene ora, gli svedesi mica disboscano le foreste…), il camion potrebbe viaggiare con motori piu’ efficienti o addirittura un domani senza combustibili fossili e la carta usata venire riciclata.
    Sul versante elettronico invece, viene mai considerato il “costo ecologico” di produzione dei dispositivi? Siano essi palmari, notebook o netbook, la lavorazione del silicio e gli “annessi e connessi” ha un notevole impatto. Senza contare che il riciclo della carta ha una fattibilità (ed un costo) molto minore rispetto a quello dei materiali (alcuni rari, altri pericolosi) contenuti in una serie di circuiti elettronici.

    Intendiamoci, non sto difendendo la stampa rispetto al digitalizzato per partito preso…dato che sono nel settore dell’IT sarebbe anche contro il mio interesse :D
    Pero’, cosi’ qui come in tutti i campi della produzione, è giusto considerare tutti gli aspetti e tutte le variabili possibili.

  • # 3
    Paganetor
     scrive: 

    io affronterei l’argomento da una prospettiva diversa: immaginiamo di togliere dalla circolazione l’informazione “su carta” e di sostituirla con l’on-line. Cosa succederebbe?
    Per una fetta consistente di persone non cambierebbe molto, continuerebbero a beneficiare di internet.
    Altri si troverebbero con dei punti di riferimento in meno, magari in parte colmati dall’on-line ma pur sempre con un “buco” nell’informazione.
    Altri ancora, che non utilizzano internet per reperire informazioni, si troverebbero in grosse difficoltà: penso a persone anziane, o a gente che il computer nemmeno lo possiede e che, senza la carta, potrebero solo guardare la TV… che, dal canto suo, vincola ancora di più dell’on-line (devi avere un PC –> devi avere una TV, mentre con un giornale sei libero di leggere dove/come vuoi).

    sono curioso di capire a quanti “alberi abbattuti” equivale un ipotetico e-reader per notizie e magari libri (anche se, per come ragiono io, sarebbe la manna come sostitutivo dei quotidiani ma avrei difficoltà a usarlo al posto di un bel romanzo cartaceo) per valutarne l’effettivo impatto ecologico… è facile dire che trasferire un file consuma poco, ma quando l’e-reader viene prodotto e dismesso quanto inquina? che sostanze vengono rilasciate nell’ambiente? E le batterie?

    insomma, per ora credo che le due “tecnologie” possano andare avanti molto bene insieme, colmando l’una e carenze dell’altra, ma per il futuro l’unica speranza di salvezza per la carta rispetto all’on-line è giocare sulla qualità del servizio informativo (che, proprio per la vastità di fonti e di potenziali errori, l’on-line non può garantire se non scremando e verificando tra molteplici siti).

    dai, torno a lavorare :-D

  • # 4
    Roberto
     scrive: 

    Ma perchè vi accanite così contro la carta stampata? Vivi e lascia vivere è sempre un buon consiglio… detto tra noi, come essere analogico, preferisco 10^9 volte leggermi un giornale sul gabinetto invece che guardarmelo attraverso il monitor di un portatile. Ah, vero, e-book reader… ma dove sono? Chi li ha visti? Chi li usa? E poi l’unico vantaggio che hanno sono le dimensioni, sempre su un monitor devi leggere e alla fine stanca…

    Giusto per chiarire, non sono un vecchiaccio eh ma un ragazzo che è nato con il computer in casa e che lo usa ogni giorno per oltre 10 ore con sommo piacere, sia per lavoro che per svago. Ma poi, a letto, mi leggo un libro o una rivista. Di carta.

  • # 5
    Alberto Zonato
     scrive: 

    Per dare un giudizio su questa analisi bisognerebbe conoscere in dettaglio quali sono i parametri presi in esame e i metri di paragone adottati, vista l’enorme complessità di valutare ogni singolo aspetto.

    Per chi volesse approfondire, dietro a questa analisi e a tutte quelle analoghe a questa sta la teoria del Life Cycle Assessment
    http://en.wikipedia.org/wiki/Life_cycle_assessment

  • # 6
    mede
     scrive: 

    cito l’articolo :”La fruizione online attraverso un notebook in Svezia ha un impatto minore in termini di emissioni rispetto alla carta se la consultazione non supera i 30 minuti giornalieri, ma chiaramente l’ago della bilancia si sposta se viene utilizzato un desktop o un ebook reader.”

    si evince che l’e-book consuma più di un notebook? non ne capisco il motivo. comunque non sono molto convinto di questi calcoli, in particolare mi pare che non sia considerato il costo dello smaltimento della carta. o sbaglio?

  • # 7
    Nightwalker
     scrive: 

    Bisogna comunque ricordare che anche se un computer ha un costo di produzione maggiore, viene usato anche per altri scopi, sfido io a chattare in tempo reale sul giornale =D
    E poi il giornale lo compri di una testata e hai solo le loro notizie, invece su internet puoi guardare ovunque.

  • # 8
    fx123
     scrive: 

    La Svezia però produce due terzi dell’energia utilizzata da nucleare e idroelettrico, in un Paese in cui l’energia da combustibile è predominante l’impatto della fruizione online si fa decisamente più pesante migliorando la posizione della vecchia carta.

    semmai è il contrario, i due terzi dell’energia vengono prodotti dal nucleare e dall’idraulico che non immettono nell’ambiente sostanze inquinanti, a parte qualche metro cubo di scorie riprocessate all’anno che basta metterle in una cava.
    quello che incide è l’uso di combustibile fossile, che in svezia è ridotto.
    da noi sarebbe diverso visto che gas e petrolio sono la onte principale.

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