Jon von Tetzchner, CEO di Opera Software, lancia una provocazione che farà discutere: IE8, un prodotto che molti ritengono possa rappresentare il ritorno di Microsoft alla competitività in ambito browser, potrebbe danneggiare ulteriormente il mercato in misura del suo successo.
I motivi addotti da Tetzchner partono dalla vecchia questione del mancato supporto di IE agli standard web, che ha costretto per anni gli sviluppatori interessati a supportare anche browser alternativi, a riscrivere intere porzioni di codice.
Oggi, nell’imminenza del rilascio di IE8, Tetzchner pone notevoli dubbi sia sull’ancora parziale supporto degli standard W3C – ad esempio il formato SVG – e sulla doppia modalità di rendering, che consente la retrocompatibilità di IE8 con i contenuti sviluppati per i browser non standard IE6/7.
L’assenza di una rottura con il passato da parte di IE8, prorogherebbe indefinitamente la sopravvivenza di questi contenuti, inaccessibili o mal visualizzati con browser che cercano di conformarsi agli standard W3C.
Al momento attuale non esistono leggi che impongano a un produttore di software di conformarsi a standard aperti, e anche se esistessero, sospetto che qualcuno troverebbe il modo di lamentarsene.
Tetzchner in proposito auspica che Microsoft venga messa in condizione di adeguarsi agli standard W3C e che le venga impedito di far leva sulla sua posizione di mercato per imporre standard de facto, e successivamente usarli per escludere prodotti concorrenti dal mercato.
A proposito di standard, Tetzchner porta l’esempio di Silverlight, dal cui supporto è stato escluso Linux e che potremmo non vedere incluso in piattaforme smartphone non gradite a Microsoft. È questo a suo parere un elemento di forte turbativa del mercato, che condiziona, in proporzione della penetrazione di uno standard di fatto, la libertà dell’utente di scegliere una piattaforma alternativa.
Tetzchner non risparmia critiche neppure ad Apple e alla sua politica di offrire su iPhone il solo Safari in bundling: una scelta che a suo modo di vedere, penalizza gli sforzi compiuti dalla software house per sviluppare una versione personalizzata per iPhone di Opera, capace di avvantaggiarsi di tutte le feature del telefonino della mela.
Fonte | The Register
Qualcuno dica a Tetzchner [che parla spinto dal rosik, secondo me], che MS ha supportato il porting della prima versione di Silverlight su linux…
Alla fin fine se il nuovo IE sarà ancora come quello di oggi, continuero a mettere un bel link per scaricare firefox su ogni sito che tocco e lasciare la versione IE un po’ più brutta.
Ad oggi fai un sito e funziona bene su firefox, safari e opera, mentre su IE appare tutto incasinato e non hai neanche a disposizione cose come FireBug per debuggare.
Quindi l’idea sarebbe che gli sviluppatori si debbano adeguare agli standard… PER LEGGE. E’ la nuova frontiera del “software libero”?
@ globus
No, chi sviluppa browser dovrebbe conformarsi agli standard, il che rende la vita più facile di quanto non lo sia (per dover combattere con le estensioni proprietarie) anche agli sviluppatori web. Questo mi pare sia il senso delle parole del boss di Opera.
@Alessio:
Avevo capito il discorso di Tetzchner, ma volevo spingermi un po’ piu’ la :)
Ovvero : se lo sviluppatore di browser deve adeguarsi obbligatoriamente a degli standard imposti da un consorzio, o un associazione, perchè uno sviluppatore di, che so, sw che elaborano fogli di calcolo, non deve fare altrettanto?
Certo, chi sviluppa un sw del genere ha tutto l’interesse a renderlo piu’ compatibile possibile con i vari formati gia’ presenti, per una questione di possibile diffusione del suo prodotto. Ma mettiamo che non lo voglia fare… tutt’al piu’ sara’ il mercato a punirlo! Oppure chissa’ , potrebbe pure premiarlo e si creerebbe un nuovo standard!
Costringere per legge, anche nel mercato dei browser, mi sembra una mossa che potrebbe anche “castrare” lo sviluppo stesso delle tecnologie…
@ Globus
Il discorso del tipo è strettamente vincolato alla capacità che solo MS ha, in forza del bundling, di imporre standard di fatto, i quali non sono “aperti”, nel senso che sono poggiati su una proprietà intellettuale privata. Potrebbe trattarsi anche di “standard” migliorativi, ma se non sono veri standard indipendenti, tagliano fuori a priori piattaforme alternative.
Di converso un browser come Opera, senza alcun accordo di bundling e con una quota di mercato irrisoria, non avrebbe alcuna speranza di imporre i propri standard, anche se fossero straordinari dal punto di vista tecnico.
Secondo me il discorso di Opera non sta in piedi.
Criticare Internet Explorer 8 perché è ancora in grado di renderizzare utilizzando il motore di Internet Explorer 6 e 7 è un errore; esiste una quantità molto elevata di aziende che si sono appoggiate ad Internet Explorer per l’accesso alle risorse aziendali e pensare di imporre un cambiamento molto drastico in tempi ridottissimi sarebbe impensabile.
Anche l’idea di imporre ad un produttore di software di conformarsi a standard aperti non ha alcun senso a mio modo di vedere, in questo modo si tende a diminuire il numero di nuovi possibili standard visto e considerato che uno standard o formato viene generalmente preceduto da un’implementazione funzionate in un prodotto utilizzato dagli utenti.
Posso suggerire la lettura di questo illuminante articolo?
http://www.joelonsoftware.com/items/2008/03/17.html
E’ stato scritto un anno fa, ma fa benissimo il suo sporco lavoro di indicare quanto _non esiste_ uno standard. O per lo meno, non sia univoco e non ne esista una implementazione di riferimento.
Poi, sul fatto che laddove lo standard sia chiaro IE debba conformarvisi, sarei pronto a firmarlo col sangue – ma dove non c’è una sola interpretazione o la si chiarisce (ed è compito del W3C), oppure si accetta che chiunque possa fare di tutto.
Spinto dal “rosik” ? Cioè Microsoft ha inquinato il web per decenni con estensioni proprietarie, buttando fuori la concorrenza. La critica sostanziale è quella alla fine. Il fatto che microsoft non voglia veramente supportare gli standerd è la paura di perdere la sua posizione di maggioranza. Ci vuole poco a capirlo.
Ma è davvero un problema così grave? Io uso Opera da quando aveva il banner pubblicitario (provo anche il panda rosso ogni volta che esce una nuova versione… giusto per curiosità) e non mi è mai capitato di non riuscire a visualizare un sito correttamente… o forse non ci ho mai fatto caso.
Siamo sicuri che non sia un modo come un altro per farsi pubblicità? O davvero ci sono così tanti siti scritti per ie? Me ne indichereste uno (per vedere quali problemi presenta con opera)?
Esatto, spinto dal rosik. Non tanto per questa affermazione presa singolarmente, ma per le idiozie (es: includere componenti – browser – di terze parti, addirittura concorrenti di MS, nell’installer di Windows) che spara negli ultimi tempi.
@Ciny2
veramente se si mettesse a creare un borwser davvero rispettoso degli standard non ci sarebbe più mercato per gli altri…e grazie alla ciofeca di ie6 e ie7(per quanto riguarda gli standard) ke gli altri stanno guadagnado terreno…tranne opera…
purtroppo lo sbaglio lo si è fatto prima a non mettersi a un tavolo e dettare alcuni standard da seguire, obbligandolo gli operatori del settore a seguirli
@pao:
quando si sviluppa un sito ancora oggi bisogna tener conto delle differenze con cui i diversi browser lo renderizzano. queste stanno soprattutto negli stili css e nei programmi javascript.
è facile programmare per i browser aderenti agli standard perchè si comportano tutti allo stesso modo.
IE non è aderente agli standard, e perciò sono necessari particolari accorgimenti e molto tempo perso per ottenere una renderizzazione corretta e quasi omogenea con gli altri browser. purtroppo non si può tralasciare questo browser perchè è malauguratamente il più utilizzato al mondo.
però bisogna dire che con ie8 le cose sono molto migliorate.
@Gurzo2007:
non credo.. per gli utenti non cambia molto se il browser rispetta gli standard o no.
semplicemente ie7 era il peggior browser in circolazione e qualcuno se n’è accorto (per non parlare del 6). purtroppo opera non piace, ma secondo me è il migliore. ha un nome con poco appeal tra l’altro. dovrebbero prendere esempio da quel che la ms ha fatto con win vista e win 7: cambiare nome, cambiare icona, un po’ di hype e pubblicità e voilà, come nuovo.
@v1
e no…ovvio se i siti continuano a essere realizzati alla pene si seguggio…ma se i webmaster scrivessero come si deve i siti…tutti migrerebbero a borwser ke rispettino gli standard…
il problema di opera non è il nome…ma la scarsa pubblicità in ambito desktop…dato ke a livello mobile è invece conosciutissimo soprattutto nella versione mini
@V1 Quindi è solo un problema per gli sviluppatori? O ci sono siti che effettivamente presentano problemi con Opera a causa di ie? è questo che non capisco dall’articolo e dai commenti; io non ne ho mai visti
Cmq, se il problema è per gli sviluppatori…
Ma, dico io, perchè allora semplicemente non fate SOLO programmazione riferendovi agli standard e mettete un bel messaggio che informa il visitatore che il suo browser non è compatibile con gli standard del resto del mondo… e poi gli date anche un link dove scaricarne uno buono! In fondo sono gratis e ci vogliono 5 minuti…
Scusate la polemica… ma sti “problemi” mi sembrano molto facili da risolvere se davvero lo si volesse
@Pao non e’ cosi semplice.
Mettiti nei panni di un utente che naviga in modo distratto per la rete e incappa nel tuo sito.
Se il sito è fatto bene e ha dei buoni contenuti puo diventare un potenziale fruitore ma se gli appare un messaggio tipo “hai un browser che fa schifo installane un altro” molto probabilmente ti manda a quel paese.
Chi fa siti mette in conto di doverli far andare per tutti i browser maggiori.
Quindi un utente che usa IE non avrà limitazioni.
Però per merito dei web designer che si sbattono perchè questo accada non certo perchè il problema non eista.
Queste problematiche per gli utenti finali sono trasparenti ma non e’ come se non esistessero.
Se sto facendo una pagina web sapendo già quali problemi mi darà IE evito di fare layout sfruttando certe potenzialità che hanno tutti i browser tranne IE che di fatto è vecchio di anni.
Questo e’ un limte per tutti sia per chi sviluppa sia per chi naviga solo che chi naviga non lo percepisce.
Andrea
x sirus
“Secondo me il discorso di Opera non sta in piedi.”
Non sta in piedi più che altro perché sembra affermare che la bontà dell’ottava versione spazzerebbe la concorrenza. E cosa dovrebbe fare dunque Microsoft, proporre un prodotto mediocre?
“Criticare Internet Explorer 8 perché è ancora in grado di renderizzare utilizzando il motore di Internet Explorer 6 e 7 è un errore; esiste una quantità molto elevata di aziende che si sono appoggiate ad Internet Explorer per l’accesso alle risorse aziendali e pensare di imporre un cambiamento molto drastico in tempi ridottissimi sarebbe impensabile.
La realtà a cui ti riferisci sostanzialmente è quella delle Intranet e lì non c’è alcun problema. Per la maggiorparte sono macchine aziendali fornite dall’azienda stessa ai propri dipendenti (Thin client o simili); il gestionale creato in casa o su commissione con interfaccia accessibile secondo i requisiti stabiliti per il progetto e nessuno ne viene danneggiato perché il tutto viene sviluppato in loco.
Diverso il discorso è se stiamo parlando di risorse accessibili dall’esterno e pubbliche.
In questo caso l’azienda non può permettersi di fare “come vuole”, per tutta una serie di motivi anche commerciali.
“Anche l’idea di imporre ad un produttore di software di conformarsi a standard aperti non ha alcun senso a mio modo di vedere, in questo modo si tende a diminuire il numero di nuovi possibili standard visto e considerato che uno standard o formato viene generalmente preceduto da un’implementazione funzionate in un prodotto utilizzato dagli utenti.”
Non è così, o almeno non sempre.
Tu ti riferisci ad uno standard de facto, ovvero a quei formati che diventano standard dopo aver subito un’implementazione in un prodotto commerciale che proprio per la sua diffusione diventa per l’appunto uno standard. Lo stack TCP/IP ne è un esempio classico.
Ma ci sono anche gli standard de iure, ovvero quelli che vengono PRIMA formalizzati come standard dalle varie commissioni che sono incaricate di questi compiti (ISO per esempio) e POI diventano prodotti o parte di prodotti commerciali.
E’ un po’ troppo comodo dire “sì vabbè è tardi” oppure “si fa sempre così”.
Anche se sono d’accordo con chi ha affermato prima che tutto è nato dalla confusione e dell’assenza di regole (W3C) quando sono sorte le prime questioni ed è nato il WWW.
E d’altra parte, come ho già avuto modo di dire diverse occasioni, non si può fare spallucce, bisogna prendere atto della cosa e cominciare da qualche parte e in qualche modo a risolverla, facendo sedere ad un tavolo i maggiori produttori, una rappresentanza di consumatori per esempio.
Quel che è grave, leggendo le discussioni su questa tematica, secondo me, è che sfugge la portata del problema ed è un grave errore.
Il web si poggia su principi che non sono derogabili (multimodalità, multicanalità) e che sono la BASE su cui si poggia l’eterogeneità stessa della rete e la sua componente democratica.
Ed è un cane che si morde la coda; gli sviluppatori, anche volendo fare diversamente, sanno che il proprio target di utenza va soddisfatto sviluppando un sito ad hoc per quel motore di rendering e che non aderirà agli standard codificati dal W3C; le software house che progettano i tool che utilizzati cercano di seguire gli stessi dettami finendo per uniformarsi alla situazione (ed andando anche oltre…mi ricordo i primi Dreamweaver che facevano delle porcate invereconde quando si trattava di lavorare sulle tag HTML).
L’utente si troverà di fronte alla situazione senza poter fare niente, adeguandosi e dovendo utilizzare spesso più di un browser (fortuna che sono gratuiti, almeno quello) perché tot sito non funziona correttamente, magari per l’online banking come spesso succede.
Ma non è l’unico problema, c’è anche un problema di risorse da investire. Sostanzialmente, per un qualsiasi progetto che abbia il web come target di riferimento se si volesse raggiungere il 90-95% di potenziali navigatori occorrerebbero 3-4 versioni dello stesso sito (IE, Firefox, Opera, Safari), questo finché Chrome non raggiungerà, e probabilmente non manca molto, uno share di un certo livello.
Io azienda, anche se IBM ha dimostrato con svariati studi che l’accessibilità è un plus in ambito commerciale, posso permettermi di guardare al bilancio e dire “no signori il budget è questo e io lancio il mio nuovo portale di ecommerce che sia aderente al rendering fatto da IE, gli altri come vanno vanno”.
Ma una Pubblica Amministrazione no.
Guardate che l’accessibilità non è un vezzo, è un dovere; significa poter servire i cittadini indipendentemente da loro stato fisico e dagli strumenti che utilizzano.
E se io comune faccio sviluppare il sito di riferimento che andrà solo su IE6, significa che un disabile affetto da cecità non potrà usare i servizi messi a disposizione dal comune (e saranno sempre di più in futuro) perché il suo lettore di schermo non funziona.
Seguire gli standard significa non costringere le webagency a dover scrivere fogli di stile ad hoc per ogni browser e significa che quel che io visualizzo su un portatile a 1440*900 verrà renderizzato correttamente su un netbook, su un UMPC, su un palmare, sullo schermo del frigo del futuro ecc. ecc.
Con la molteplicazione degli accessi al Web ed alla Rete ed il progresso tecnologico non possiamo permetterci che ognuno faccia come vuole.
Questo è il succo del discorso.
Ci vogliono regole chiare, condivise per poter giocare tutti allo stesso gioco.
Se poi un produttore vuole mettere dei plus, vuole sviluppare per conto proprio soluzioni che vadano oltre lo standard ben venga.
Ma il minimo comune denominatore me lo deve garantire.
@luca: quell’articolo è FANTASTICO! grazie del suggerimento
Da sviluppatore non posso che condividere la visione di Jacopo.
Rimane il problema del rispetto degli standard, e come ho detto in passato un obbligo da parte degli sviluppatori di browser lo vedrei bene. Ma non nel senso: “se vuoi realizzare un browser lo devi fare così e basta”.
Le imposizioni non mi sono piaciute, e nemmeno questa mi sarebbe congeniale.
E’ più corretto, a mio avviso, l’approccio della legge Stanca, che obbliga gli enti pubblici ad adottare soluzioni tenendo conto dell’accessibilità da parte di TUTTI i cittadini.
In questo modo saranno i produttori a doversi adeguare SE vogliono entrare in questo mercato. Ma senza imposizioni, appunto. Saranno loro stessi a farlo in maniera consapevole.
Le rimostranze di Tetzchner, invece, rasentano il ridicolo. Quando IE non supportava gli standard veniva pesantemente criticato perché non lo faceva. Adesso che lo fa, non va più bene.
Direi che si commenta da sé (compreso il fatto che si dovrebbe sacrificare la compatibilità col passato).
Il supporto all’SVG, poi, non è “obbligatorio” da parte di chi decide di sviluppare un browser in grado di leggere HTML e CSS.
Su Silverlight, come hanno già detto, ha sparato una balla colossale. Fermo restando che MS poteva benissimo non supportare nessun’altra piattaforma oltre Windows.
D’altra parte le specifiche sono libere e chiunque può sviluppare un plugin identico a SilverLight.
In definitiva le sue dichiarazioni mi sembrano più che altro dettate dal timore di un’inversione di tendenza nei confronti di IE, che con la (buona) versione 8 potrebbe riacquistare quote di mercato.
E lo dico da soddisfattissimo utente di Opera, che ritengo il miglior browser in circolazione da diversi anni, nonché autentico innovatore.
@Luca: ottimo articolo. Grazie per il link.
@Ciny2: evidentemente non hai idea di come sia andata la “guerra dei browser”. Per la cronaca, MS non era l’unica a tirare fuori nuovi tag non standard: NetScape come nome ti dice qualcosa?
@pao: questo http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia.Ricerca?Libro=Genesi&Capitolo=1 purtroppo Opera non lo visualizza correttamente.
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