Quasi due anni fa salutai con entusiasmo il debutto di The Daily, la prima testata magazine nata su iPad con i galloni di un colosso dell’editoria mondiale, News Corp. Apprendiamo in questi giorni che l’esperimento è fallito e il magazine verrà chiuso ormai tra pochi giorni.
Le spiegazioni che vengono addotte sono varie e, in parte, divergenti: c’è chi condanna la realizzazione tecnica, chi condanna il palinsesto editoriale o chi, come AllThingsD, individua la causa in un disallineamento fra offerta e pubblico target:
[…] Il problema principale del Daily è concettuale. Se da un lato l’applicazione vantava una miriade di effetti speciali digitali, [come contenuti] non era altro che un giornale generalista apparentemente mirato a persone che non amavano i giornali. Non poteva funzionare, indipendentemente dalla piattaforma usata.
È interessante notare che il fallimento di The Daily insiste in un mercato magazine per iPad florido, con una ricca offerta e un’altrettanto forte domanda. Una discrasia solo apparente alla luce della differenza che insiste fra la creazione di un brand editoriale ex novo e la trasposizione su media digitali di brand esistenti.
Tanto più che gli “astri nascenti” dell’editoria digitale, quelli che sulla carta non sono mai passati, sono aggregatori-copiatori di contenuti altrui stile Huffington Post, testate che dragano pubblicità a fronte di costi di redazione quasi inesistenti. Un pessimo segnale per chi voglia ancora puntare sulla qualità editoriale.
Per ulteriori approfondimenti invito alla lettura di un ottimo approfondimento di Frédéric Filloux, datato luglio 2012.