Presentato dal tycoon Ruper Murdoch alla presenza di Eddy Cue di Apple, The Daily arriva sul mercato con un approccio inedito: l’appeal visuale della prima generazione di magazine per iPad applicato alla periodicità e alla struttura redazionale di un quotidiano, a un prezzo irrisorio (99 centesimi a settimana, 39 dollari all’anno).
Il quotidiano digitale di News Corp debutta in un momento in cui le vendite di magazine per iPad conoscono una visibile flessione dopo gli entusiasmi iniziali, che molti analisti concordano nell’attribuire ad un rapporto fra prezzo e utilità piuttosto sfavorevole. D’altronde l’idea di applicare a un magazine digitale un prezzo analogo a quello cartaceo pare un po’ un troppo come un buon affare per l’editore – che sul digitale risparmia costi di stampa e distribuzione – per convincere l’audience sul lungo periodo.
L’idea di offrire contenuti ugualmente dinamici ma notevolmente più aggiornati (per The Daily sono previste modalità di aggiornamento live dei contenuti) ad un prezzo inferiore è esattamente quel che serve per innescare una nuova tipologia di fruizione dei contenuti dedicati ai tablet: dall’effimera voglia di sperimentare la novità al consumo continuo e sistematico di un nuovo medium.
Un medium che – a quel che è parso dalla demo – sfrutta la tecnologia dei tablet senza lasciare l’impressione che l’effetto speciale conti più del contenuto.
Questo nuovo approccio non mancherà di influenzare le strategie digitali del mondo editoriale USA: Murdoch ha dimostrato di aver fatto bene i propri conti e, soprattutto, di non aver alcuna intenzione di cavalcare l’ondata di entusiasmo scatenatasi attorno ad iPad per pagare le bollette di testate e redazioni i cui conti non trovano la via d’uscita dal labirinto del web free as in beer.
Rimane solo da augurarsi che anche gli editori italiani si facciano venire in mente qualche idea più intelligente che continuare a confezionare le stesse notizie che sul web sono gratis, in una sorta di RSS reader mobile, pretendendo in cambio un pagamento.
Non dico anticipare un ottuagenario australiano nel cambiare le regole del gioco, ma almeno capire in fretta da che parte gira il fumo.
era ora finalmente,
fare il copia incolla della versione cartacea non era proprio l’idea giusta anzi, era proprio IL fallimento!
Gli editori italiani hanno il grosso problema di non poter in alcun modo favorire la rete ne medium alternativi, in quanto la loro sopravvivenza è legata a doppio filo all’italiano medio (il quale guarda troppa televisione e ha un’età media piuttosto avanzata).
Non credo bisogna aggiungere altro.
@ Omonimo Cesario: I giornali italiani non sono interessati a “progredire” perchè finanziati per legge. Chi glielo fa fare di “rtubarsi” una fetta di lettori l’un l’altro quando a fine mese (anno) hai la tua torta sicura?
Si muoveranno, questo è certo. Ma con la solita flemma che contraddistingue la new twc italiana.
che sia cartacea o digitale la DISinformazione delle masse continua a disinformarle, convincendole persino di essere migliore se comodamente distribuita in formato digitale…
Sveglia gente, l’informazione non ve la da certo Murdock o altri potenti “Illuminati” del panorama massmediatico mondiale!
Il loro scopo è disinformarvi per farvi guardare non certo al nocciolo delle questioni… godetevi pure il vostro truman show, se volete credere ai giornali virtuali o cartacei che siano…
Guardatevi questa conferenza:
http://www.youtube.com/watch?v=ziLYCjbJs0s&feature=player_embedded
L’hanno già craccato, ci può leggere su qualsiasi pc :-)