I primi segni di insofferenza per Windows, ai tempi di XP, iniziai ad averli nei confronti delle applicazioni integrate: mail e browser, contatti e calendari, office solo per citarne alcuni. Prima di passare a Mac, da anni usavo Windows con la stessa passione con cui si usa la metropolitana per andare in ufficio. Tutto quello che facevo col computer, almeno la gran parte, lo facevo usando software non Microsoft. Mozilla, poi Firefox, Thunderbird, OpenOffice etc.
Oggi, su Mac, inizio a notare qualcosa di – lontanamente beninteso – simile. Utilizzo regolarmente il computer per appuntamenti, promemoria e devo sapere di poterci contare. Con Mountain Lion l’esperienza del calendario integrato mi ha quasi “lasciato a piedi” mentre i nuovi promemoria sono in generale confusi e poco affidabili. Ho dunque deciso di passare ad un’applicazione concorrente, che fa il lavoro di calendario e promemoria prima e meglio delle app integrate.
Un discorso a sé merita iWork, la suite che dovrebbe competere con Office di Microsoft, la quale attende da quattro anni un aggiornamento: gli stessi quattro anni che ci sono voluti per passare da Leopard a Mountain Lion. C’è poi la messaggistica istantanea integrata in Mac OS che semplicemente non è all’altezza della concorrenza così come Quicktime Player. Dal canto suo Safari, seppur valido, continua ad essere estremamente esoso in quanto a memoria.
Altro capitolo dolente è iCloud. Dovrebbe in teoria essere un back-end cloud pressoché invisibile all’utenza perché integrato nelle applicazioni. Nei fatti, al di fuori delle applicazioni Apple conosce una popolarità estremamente limitata e, quel che è peggio, anche in quelle supportate non sempre lavora come dovrebbe, mancando spesso di sincronizzare contatti, promemoria o eventi in modo tempestivo. Il che non è proprio un’inezia: se un servizio che in teoria dovrebbe lavorare dietro le quinte mi mette nella condizione di dover controllare ogni sincronizzazione, la filosofia di funzionamento “seamless” crolla. Aggiungiamo anche che per tutto ciò che riguarda la condivisione di file fra dispositivi diversi, Dropbox è avanti anni luce.
Sia chiaro: sono ancora ben distante dal livello di frustrazione che accennavo nella premessa. D’altro canto, per un OS ancora minoritario che punta tutto sull’integrazione hardware-software, problemi come quelli citati sono ancor più gravi che per una piattaforma dominante come Windows, cui la disaffezione per i programmi integrati reca danni tutto sommato più limitati – la diffusione più ampia Windows l’ha conosciuta ai tempi di IE6.
All’epoca di Windows mi domandavo: ma possibile che l’azienda tecnologica più grande al mondo non sia capace di fare un browser/client mail/client di messaggistica/media player/etc. decente? Oggi che Apple ha scalzato Microsoft da quel trono, non vorrei dover pormi la stessa domanda.
iCloud è in effetti un capitolo strano, per alcuni aspetti anche agrodolce di Apple.
Personalmente non ho problemi con Reminders e i contatti di OS X, chi ha memoria lunga con .Mac (dot mac o mobileme che sia, il precedente servizio) si ricorda benissimo che prima c’erano quei dannati To-Do e le Notes, non sincronizzabili con nessun device del pianeta, Reminders quanto meno funziona con l’iPhone. L’unico appunto è l’aspetto di queste applicazioni ma questa è tutt’altra storia…
Per quanto riguarda dropbox invece, storia vuole che Apple abbia proposto al CEO di acquistare il servizio ma tutto finì in un nulla di fatto, io ci aggiungo anche il fatto che pian piano che OS X subisce sempre più influenze da iOS il concetto di file, così come lo conosciamo, inizierà a sparire per diventare progressivamente una specie meta-dato associato all’applicazione che ne fa uso, proprio come avviene su iOS, inoltre quello che avrebbe dovuto essere il predecessore di Dropbox, ossia iDisk, funzionava terribilmente.
Concordo infine sul discorso iWork, da anni necessita di un aggiornamento anche pesante, sebbene faccia ancora il suo lavoro, un po’ meno d’accordo su Safari, l’ultima release ha (finalmente) calmato le sue richieste di memoria, infatti fino alla 5 erano assolutamente drammatiche, tanto da pensare ad un bug di memory leak rimasto lì sin da Safari 4.X.
In ogni caso, limitatamente al mio utilizzo, iCloud funziona egregiamente, ovvero sincronizza i reminder, notes, contatti (che uso poco però), rimane il disappunto per non avere una gestione diretta dei files, ma questo riguarda più iOS che OS X.
Beh, la situazione da allora è cambiata parecchio: IE10 è un ottimo browser, tutto l’ecosistema cloud basato su SkyDrive funziona egregiamente e in modo veramente “seamless” (incluso il client desktop in stile dropbox), Office invece è probabilmente alla sua versione migliore di sempre (parlo della 2013) e anche qui l’integrazione con SkyDrive funziona alla perfezione…
Se il periodo XP-Vista è stato il momento peggiore per restare su Windows, quello attuale probabilmente è il migliore per restarci o tornare
@ Leo
Personalmente trovo i promemoria confusionari e il calendario (divenuto di recente) molto scadente in quanto a supporto dei calendari google, con costanti errori. Mi risulta quello che dici su Dropbox, d’altronde nulla vietava ad Apple di seguire un approccio cloud filesystem-centrico piuttosto che app centrico. La sincronizzazione di iCloud a me funziona 8 volte su 10, quelle due che non va sono sufficienti a farmi perdere considerazione di tutto il servizio…
@ Unrealizer
La situazione in MS è cambiata qualche anno troppo tardi. Oggi si trovano ad avere la miglior offerta di prodotti affiancata dalla peggior situazione di mercato che abbiano affrontato nella storia, e non parlo solo di “post-pc”.
@Alessio
Io ricordo la presentazione di iCloud, ricordo Jobs che se ne uscì con “people think the cloud is just a folder where you put up stuff”, precisamente in quel istante capì che iCloud non sarebbe stato affatto quello che mi aspettavo, purtroppo.
Comunque, è pur sempre vero che nulla vietava di approcciare il problema con una visione più conservatrice verso il file vero e proprio, ma qui credo che il fattore che faccia pesare più l’ago della bilancia sia il customer lock-in, ovvero tenere il cliente legato all’applicazione, e quindi alla piattaforma, insomma un semplice fattore di revenues.
Purtroppo (per voi), per fortuna (per il resto del mondo) hanno inventato il software. Così abbiamo la possibilità di usare quello che ci pare. Un tempo il sistema operativo, era solo un sistema operativo. Ma poi i “grandi problemi” sollevati dall’autore dell’articolo sono stati considerati molto seriamente. Talmente seriamente che non sono mancate le multe della UE ad esempio a Microsoft per la presenza del suo browser. Solo a Microsoft però, come se tutto il resto non esistesse.
finalmente ci accorgiamo che Apple fa le cose coi piedi, le ingioiella, e le vende al doppio del prezzo
@cristian: nel caso particolare di Microsoft, essendo in posizione dominante, se tramite l’installazione di Windows porta dei software (browser o altro) sul 90% dei computer, è lapalissiano che la concorrenza si senta danneggiata e parta un accusa di abuso di posizione dominante. È una differenza non da poco, rispetto agli altri produttori.
Quindi Microsoft dovrebbe fornire soltanto le API e tutto il resto dovrebbe installarlo l’utente: dalla GUI alla command line, al browser, al blocco note (!), ecc. ecc., poiché di ogni applicazione che si porta dietro il s.o., ne esistono di terze parti…
Io ho sempre usato Prodotti Microsoft mi sono trovato sempre bene, li conosco e li so usare.
Questa insofferenza a priori per una azienda che ho contribuito al successo dell’informatica e’ proprio stancante.
Da ragazzino anarchico!
Quando poi Google e’ l’azienda che tenta di affondare le mani delle tasche di tutti.
Apple ha prodotti chiusi dove tutto deve essere fatto in casa.
Samsung che vale quanto mezza Korea.
Frasi come “… Mac, inizio a notare qualcosa di – lontanamente beninteso” mi fanno abbastanza schifo.
Pensieri come il tuo istigano solo all’odio.
Se vuoi che l’informatica non sia commerciale e nessuno deve guadagnare all’ora usa solo computer assemblati in cina con parti rubate e software creato solo da ragazzini ricchi che non hanno una famiglia da sfamare e un mutuo da pagare.
Tutto gratis tutto libero e non comprarti un Apple da 2000 euro
E’ divertente quando si accendono i fervori in stile “quest’azienda fa schifo, questa è buona, quella non la conosco”.
Lo trovo divertente perché la gente sembra prendere a cuore, quasi come fosse una proiezione del proprio io, il proprio device, che sia un computer, un telefono, un’auto, in fondo sono solo aziende.
La mia opinione è che sono solo strumenti, io per lavorare utilizzo praticamente tutte le piattaforme, BSD, Linux, Windows, Mac, ognuna ha i suoi pregi ed i propri difetti, basta usare un poco di pragmatismo e si vive meglio con questi strumenti, senza dover soffrire lotte di religione, sembra di rivivere l’epoca del C64 vs Spectrum, PC vs Amiga, Computer vs console…
La questione OS e programmi integrati è delicata. Lo è dal tempo in cui MS ha deciso di infarcire il suo OS di tutta una serie di programmi con funzionalità avanzate. E sopratutto fregandosene deliberatamente degli standard. Cosa che anche Apple sta praticando da diverso tempo. Il motivo? Il lock-in. Se analizzate le cose fatte da MS negli anni è evidente il tentativo, anche se mai realmente espresso. Per Apple invece è chiaro ed espresso. Tutti i loro servizi non sono compatibili se non con loro stessi. Ecco perché molta gente, me inclusa, usa i servizi di Google. Non perché Google sia il bene, ma perché quantomeno non mi impone di usare i suoi servizi dove e come vuole lei.
MS è partita in ritardo con lo sviluppo di IE. AL tempo C’era il mitico Mosaic e Mozilla. MS è arrivata con una versione di IE che implementava cose fuori standard o con “bachi” deliberatamente mai corretti che comportavano la incompatibilità delle pagine con il loro browser. COn l’aggiunta degli ActiveX ha poi dato il colpo finale, costringendo il web ad adattarsi ai SUOI standard (o bachi). Ciò che ne è derivato è stato il caos più assoluto per gli sviluppatori, che dovevano letteralmente scrivere i siti 2 volte se volevano che fossero visibili in maniera corretta su IE e il resto del mondo. Ovvio che con la percentuale bulgara di utenti (o utonti) che non cambiavano il browser di default molti sviluppatori del “resto del mondo” se ne sono strafregati.
Non parliamo dei discorso Office, che non è incluso in Windows, ma è praticamente il suo polmone (di generazione soldi). Ma lì ovviamente non si è potuto fare nulla per impedire a MS di fare quello che voleva, tranne il poter imporre tramite Antitrust l’apertura completa della descrizione dei file di salvataggio. E non venitemi a dire che una struttura di un file è tecnologia da difendere, tanto che infatti alla fine si è passati ad un file open, leggibile da tutti. Ma imposto sempre con l’inganno (e chi se la dimentica la storia dell’approvazione come standard…).
La questione dell’inclusione dei SW nel’OS, come detto, è delicata, perché ha diverse sfaccettature. Non facciamo demagogia, però. Non sono le utility di base il problema. Nessuno si è mai lamentato perché Windows veniva con Paint o FreeCell/CampoMinato/notepad. Il problema nasce quando in un OS viene integrato un programma che non si capisce perché deve essere parte dell’OS ed avere funzioni così avanzate da poter dettare standard senza in effetti essere mai stati decretati tali. Facendo lock-in e usando la propria posizione di vantaggio (l’integrazione forzata nel 90% dei PC del mondo.. e scusate se è poco), a discapito del lavoro di molti altri.
La domanda che dovete porvi, e per quale astruso motivo MS si è tanto impegnata negli anni per sfornare un browser. PerchP non ha fatto come, non so, con Notepad, facendo una versione super base e lasciando che l’utente scegliesse un programma migliore nel caso di uso avanzato. Notepad fa quello che deve, ma non è certo all’altezza di programmi di word-processing commerciali. Perché invece per il browser non ha fatto lo stesso? Un OS è e deve rimanere un OS; ovvero un sistema che gestice le risorse del PC. Il resto DEVE essere a scelta dell’utente (o utonto). MS può fare il suo broswer super meglio e perfetto, ma lo deve dare, come tutti gli altri, in modo separato in modo da non condizionare il mercato sfruttando (è il caso di dirlo) gli utonti, come fosse circonvenzione di incapaci.
Ora, prendete tutta questa pappardella e rigiratela su Apple. Moltiplicandola per 10 però, perché i programmi Apple funzionano solo nel loro ecosistema (non intendo i binari, ma tutto quello a loro connesso) producendo un lock-in ancora peggiore. Aggiunto al fatto che spesso vi sono imposizioni d’uso dei dispositivi davvero ridicoli (ma giustificati economicamente per Apple), è quello che rende Apple la società con i migliori supporters (fanboy) e i peggiori haters. D’altronde o ci si convince che l’ecosistema Apple è bene, con tutti i suoi compromessi e idiosincrasie, oppure la si evita come la peste,, considerando coloro che ne sono stati vittima come poveri incapaci di prendere proprie decisioni su cosa e come usare le cose.
A una domanda non ho mai ricevuto una risposta che considero decente, che dimostra come il mondo Apple (o i suoi fanboy) non abbiano per niente le idee chiare: perché uno dovrebbe comprare un iPod per sentire la musica, dovendo subire la tortura di iTunes (che diventa supplizio se non si ha un Mac con cui collegare il dispositivo) quando sul mercato ci sono decine e decine di lettori MP3 (capaci di leggere anche altri altri formati) con qualità audio migliore, gestione migliore, libertà completa di cosa e come infilare nel lettore e prezzo inferiore?
Cosa serve a una persona per capire quando è raggirata?
Ho letto da qualche parte che Apple supporterà Thunderbolt di Intel come tecnologia di interconnessione. Sbaglierò, ma Jobs questo non lo avrebbe mai fatto. Sposare la tecnologia di un grosso player rischia di dare visibilità a lui e di toglierla al prodotto Apple.
Lo stesso per la proliferazione di iPad mini-midi-maxi e iPhone 4-5-6-ecc. che in definitiva si somigliano tutti.
In genere ogni prodotto di Jobs non somigliava a nessun altro, ognuno era un pò come il monolito di 2001 Odissea nello spazio: unico, diverso da tutto quello che c’era prima e senza compromessi con altri oggetti/prodotti, che erano appunto “altro” da lui e tali restavano, anche se magari ci potevano parlare. Ogni prodotto era prima di tutto un concetto, e solo poi qualcosa da usare praticamente.
Adesso i prodotti Apple stanno cominciando ad assomigliarsi l’uno con l’altro, come si assomigliano fra loro tutti i tablet e portatili delle varie acer-asus-samsung-dell-nokia-eccetera, che gira gira differiscono per i dettagli ma non per la sostanza.
IMHO, il valore aggiunto che portava Jobs nella Apple era prima di tutto una filosofia di come fare il prodotto, il modo di intendere che cos’è un prodotto che vale la pena di fare e come farlo nel modo giusto, dato il concetto che quel particolare prodotto incarna.
Poco fa ho letto anche che Apple si è messa d’accordo con Google per rilevare insieme i brevetti Kodak: ecco, Jobs nemmeno questo avrebbe fatto, secondo me, perché essere unici secondo lui era un valore aggiunto che valeva la pena. IMHO avrebbe comprato quel pacco di brevetti senza battere ciglio, pagando quello che chiedevano.
Senza Jobs, credo che lentamente Apple stia diventando solo una delle tante, e così anche i suoi prodotti temo diventeranno sempre più uguali a tutti gli altri. In mano a dei normali manager (medioman! Ve lo ricordate? :-) comincerà a fare prodotti basati sul solito compromesso costo-caratteristiche.
Ah certo, naturalmente faranno prodotti “di qualità”, che nel loro linguaggio significa un diverso punto della curva di compromesso costo-caratteristiche, il che li porterà a fare prodotti “di qualità” uguali a quelli di acer-asus-nokia-dell-samsung-eccetera, ma con prezzi più alti, “perchè è Apple”. E questa sarà la fine di tutto quello che Apple è stata :-(