Top Comments: Flare su Windows 8 e semplificazione

Commentando il pezzo intitolato La presunzione del nerd Flare ha scritto:

Parlando di imposizione di idee: e se è un’azienda ad imporre la sua visione? La semplificazione…

In questo periodo, la tendenza nell’informatica è di puntare alla semplificazione. La filosofia “KISS” non è certo una novità e a me personalmente piace molto. Anche Arch Linux si ritiene KISS e dal suo punto di vista è anche legittimo, senza aggiunte e orpelli; quindi capiamoci di cosa parliamo quando diciamo semplice. Se parliamo di esperienza utente nelle GUI in particolare, quando è semplificata, rende le cose più semplici e immediate e/o meno problematiche, perciò generalmente aiuta nell’adozione del prodotto.

Però anche qui ci vuole la giusta misura: la sovra-semplificazione potrebbe rendere le cose paradossalmente più complicate, dove non puoi uscire dal rigido schema imposto (e non parlo neanche di mettere le mani sotto il cofano). Infatti “semplificato” non vuol dire sempre “più intuitivo” o “più facile”. Il pulsantone “Start” in bella vista è certamente qualcosa di più intuitivo che capire di andare in un angolo dello schermo col mouse (va da sé che nelle ultime versioni di Windows era diventato solo il pulsante con il logo).
Un esempio di semplificazione che potrebbe essere controproducente lo ricordo con gli sviluppatori di Gnome 2, che era molto semplificato, e loro argomentavano che l’open dialog e save dialog non dovevano funzionare come file manager, così si evitavano pasticci (al massimo avevano messo il pulsante “crea cartella”), col risultato che se si doveva rinominare un file quando si salvava, si doveva aprire il file manager, navigare fino a quel file e rinominare. Certo, non è una tragedia, ma sono click in più, il tutto è meno pratico e più macchinoso.

Se parliamo di semplificazione nei videogiochi, attirerà più i giocatori occasionali, ma a esagerare si rischia di peggiorare. In uno strategico, con l’idea di ridurre il tedioso micromanagement, si rischia ottiene un gioco che si gioca da solo (MMO3 docet) o di creare un gioco banale con poche scelte o di soffocare la creatività strategica del giocatore; mentre in un RPG si soffoca la fantasia e l’immedesimazione, il personaggio si sente meno proprio, e più un attore passivo di un film interattivo.
E la terribile riga di comando? Uno dei modi più rapidi di aprire un’applicazione in Windows 7 è quello di scrivere il nome e premere invio, un po’ come ai vecchi tempi. :D Non è la stessa cosa, ma fa un po’ pensare che il concetto di “semplice” non è un concetto assoluto. Con un comando posso fare quello che con una GUI richiederebbe molteplici click aperture di tab ecc. (e non parlo certo solo del menu).

Pur approvando il concetto di KISS in generale, penso sia meglio offrire diversi livelli o possibilità e lasciare decidere all’utente cosa sia meglio per lui o lei.

Alcuni imprenditori (a partire da Ford, se non erro) sostengono che il cliente non sappia cosa voglia, almeno finché non glielo fai vedere (e IMHO questi imprenditori non hanno tutti i torti). Un’azienda cerca di incontrare le presunte esigenze della maggioranza del mercato e di massimizzare i profitti.
A questo punto vorrei citare una cosa che mi era sembrata abbastanza illuminante:
http://blog.ted.com/2006/09/20/malcolm_gladwel_1/

[…]we wanna make the perfect pickle. And he said, there is no perfect pickle, there are only perfect pickles. And he came back to them and he said, you don’t just need to improve your regular, you need to create zesty.
[…]
Because what Howard did, is he fundamentally changed the way the food industry thinks about making you happy. Assumption number one in the food industry used to be that the way to find out what people wanna eat- what will make people happy- is to ask them. And for years and years and years and years, Ragu and Prego would have focus groups, and they would sit all you people down, and they would say “what do you want in a spaghetti sauce? Tell us what you want in a spaghetti sauce.” And for all those years- 20, 30 years- through all those focus group sessions, no one ever said they wanted extra chunky. Even though at least a third of them, deep in their hearts, actually did. (laughter)
[…]
Mustard exists, just like tomato sauce, on a horizontal plane. There is no good mustard, or bad mustard. There is no perfect mustard, or imperfect mustard. There are only different kinds of mustards that suit different kinds of people. He fundamentally democratized the way we think about taste. And for that, as well, we owe Howard Moskowitz a huge vote of thanks.

(meglio se lo leggete tutto)

Ora: un’azienda cerca il profitto. Offre un prodotto. Ti devi adeguare tu all’azienda che offre il prodotto o si devono adeguare loro offrendoti qualcosa che faccia per te?
Anche se non offre una scelta di alternative e l’unico prodotto che offre non fa al caso tuo, se siamo in un mercato concorrenziale, ci sarà la concorrenza che potrebbe offrire invece ciò che fa per te.
A questo punto il problema è: nel mercato dei personal computer dov’è la concorrenza?
È vero che, con Windows 8, Microsoft non è in posizione dominante, se parliamo anche smartphone e tablet, ma nel desktop lo è ancora e MS ha un ecosistema e una catena d’accordi impressionante. Non penso ci siano altre software house in giro che possano dire ai produttori hardware cosa farne del bios o che specifiche massime deve avere una macchina, come è accaduto coi netbook. Naturalmente anche i produttori hardware avrebbero potuto optare per un diverso SO, ma per un motivo o l’altro, di fatto non si sono svincolati da MS.
Se per i tablet e gli smartphone per MS la lotta è dura, combattuta anche a suon di sgambetti brevettuali (e appunto, tirando in mezzo anche Windows Desktop), per i PC la situazione è ben diversa.

L’utente che per vari motivi preferisca o debba usare un sistema Windows (ad esempio perché è legato a del software che gira solo lì), ma non concordi con le idee e scelte di MS, quale alternativa concreta ha? Restare su 7 o XP che diverranno inesorabilmente superati e ad un certo punto non più supportati? Ecco quindi che la si può sentire più un’imposizione, che una proposta e ti devi adattare tu alle loro scelte.

Sono in gran parte d’accordo con questo contributo, che mi dà l’occasione di sollevare altri due spunti:

1) la semplificazione ha un grosso vantaggio dal punto di vista di un’azienda: abilita un’estensione del mercato; quando per guidare una macchina bisognava possedere molte nozioni da “meccanico”, il mercato non poteva scalare perché lasciava fuori tutti coloro che non avevano modo o voglia di mettere le mani sotto al cofano; in un mercato tendenzialmente saturo come quello PC, che vive perlopiù di cicli di rinnovamento, la sfida per continuare a crescere è allargare i confini del mercato su nicchie che il mercato PC, malgrado quasi 40 anni di evoluzione, non è arrivato; da cui “post PC” e altri marketing-mantra ricorrenti; si argomenterà: è vero, ma si potrebbe attendere che il mercato acquisisca più competenze, che dunque si allarghi in maniera “organica”, cioè assieme ad un estendersi di queste competenze; ma sebbene – almeno da un certo punto di vista – questa opzione sia più desiderabile, è dal PdV di un’azienda anche più vantaggiosa economicamente? in un occidente che invecchia, è lecito sperare che legioni di ultrasessantenni decidano di imparare ad usare il computer o non è piuttosto conveniente servirli con qualcosa che in pochi minuti potrebbero già riuscire ad usare?

2) posizione dominante: in questo caso la eserciti quando forzi ad adottare un nuovo prodotto discontinuando quelli precedenti; ma ai tempi di Vista MS si è guardata bene dal chiudere istantaneamente il supporto di XP, e pure se lo avesse fatto, avrebbe fatto più danno a se stessa che agli utenti; quando Windows 8 uscirà Windows 7 rimarrà in vita, e per lunga pezza, prima di tutto nell’interesse di Microsoft. La quale in ultima analisi, incrinando la catena della retrocompatibilità, è la prima ad assumersi dei rischi.

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