di  -  martedì 26 Gennaio 2010

La settimana è appena iniziata, il venerdì è lontano, ma si sa, ogni momento è buono per una pillola di sano e tonificante retrocomputing, potente antidoto rispetto al nonsense informatico di questi anni.

Torniamo quindi nel mondo Amiga, per affrontare un modello poco conosciuto, tuttavia ricco di alcuni spunti tecnici interessanti: il 2500 (1989).

Dal punto di vista hardware, Amiga 2500 è un 2000 con scheda acceleratrice A2620 (MC68020 a 14Mhz + FPU 68881) o A2630 (MC68030 a 25Mhz + FPU 68882), controller SCSI A2090 o A2091, HD da 40 o 80 MB. La vendita di un computer così configurato è piuttosto curiosa dal punto di vista dell’industrializzazione e del contenimento dei costi: in ogni Amiga 2500 venduto è installata una CPU 68000 – la CPU originale del 2000 – a prendere polvere.

Di Amiga 2500 esistono dunque la versione originale (con CPU 68020) e la successiva versione 030, più le varianti UX, equipaggiate con un raro porting di Unix, Amiga Unix (derivato da System V).

Dal punto di vista prestazionale, fra Amiga 2000 e Amiga 2500 intercorre un gap molto significativo, figlio innanzitutto del nuovo comparto CPU/FPU e della memoria più veloce: fattori capaci di spingere il 2500, in specifici campi d’applicazione, a velocità multiple rispetto al 2000.

Amiga 2500 svolge nella gamma Commodore il ruolo di ponte fra la versione 2000 e la nuova generazione, ancora di là da venire, 3000. Ricordiamo che nel 1987 Commodore lanciò l’accoppiata Amiga 500 – Amiga 2000. Nello stesso anno tuttavia i primi sistemi equipaggiati con 68020 – a partire dal Macintosh II – debuttavano, recuperando con la potenza della CPU parte del vantaggio dell’architettura concepita da Jay Miner.

Con tutte le risorse ingegneristiche impegnate sullo sviluppo dell’Amiga 3000, Amiga 2500 fu realizzato alla bell’e meglio, attingendo al magazzino delle parti A2000 e dei relativi accessori. La potenza di calcolo garantita dal comparto CPU+FPU ne fece comunque una macchina straordinariamente potente, adatta per carichi di lavoro intensi come quelli richiesti nel mondo video – uno dei pochi campi di applicazioni in cui il gioiello della Commodore godette della fama che meritava, grazie anche al mitico Video Toaster.

Per ulteriori approfondimenti vi rimando a questa puntata della gloriosa trasmissione Computer Chronicles, andata in onda nel 1989, molto lontano dall’Italia.

22 Commenti »

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  • # 1
    MCMXC
     scrive: 

    Ricordo che il gioco “4D Sports Driving” della Mindscape nelle opzioni aveva una modalita’ specifica per tale macchina(Ovviamente funzionava anche con altri modelli, a patto che ci fosse una scheda acceleratrice installata), che rendeva il gioco decisamente piu’ fluido e veloce.

  • # 2
    D
     scrive: 

    Dal momento che c’era una cpu a fare la muffa, nessuno ha cercato di farla lavorare in parallelo con la sorellona, anche solo scaricandole compiti minori ?

  • # 3
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ D
    Non credo, a quel che mi risulta c’erano piani per riprogettare l’architettura in modo da rimuoverla, ma non andarono mai a buon fine.

  • # 4
    D
     scrive: 

    Beh non dico da parte di commodore (ne avranno fatte di cavolate ma evitavano accuratamente di farsi concorrenza interna tra due linee di amiga) ma anche da parte di appassionati di vario genere o il 68000 era elettricamente isolato ?

  • # 5
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    Credo che esistesse una modalità “fallback” che prevedeva l’uso del 68000 assieme alla RAM installata sulla scheda d’espansione. Non avendo mai provato di persone la 2620 o 2630 non saprei essere più preciso…

  • # 6
    Wilfrick
     scrive: 

    Ultimamente si vedono sempre più articoli e riferimenti, nei commenti, ad Amiga. Il magone cresce sempre più pensando a quello che era e quello che avrebbe potuto essere ai giorni nostri, ed invece ci ritroviamo sommersi da porcherie di driver, sistemi che necessitano di un giga per avviarsi, ecc ecc ecc.
    Pensiamo solo a come viene considerato il controller SCSI al giorno d’oggi (se non proprio “d’oggi” solo di un paio di anni fa): controller di livello “superiore” (…) necessario per soddisfare determinate esigenze in certi campi professionali. Beh, questo Amiga 2500 ce lo aveva di serie, così, in scioltezza.
    Ricordo che quando uscirono i 4000 (tecnicamente di qualità “inferiore” se rapportiamo il 3000/suo anno di uscita ed il 4000/suo anno di uscita) il fatto che commodore avesse scelto il controller IDE al posto dello SCSI diede una forte delusione e da più parti si disse che si era fatto un passo indietro (lasciamo poi perdere i discorsi dell’AGA già in ritardo con i tempi, ecc).

    Questo 2500 forse risulta strano, ma a mio giudizio non è un computer inutile. Pensiamo alle schede grafiche di adesso: ne continuano ad uscire, di nuove, di riciclate, che fanno 5 fps in più… Questo computer dava la possibilità di fare un salto prestazionale in attesa del 3000. La differenza fra un 68000 ed un 68020 era notevole (cominciavo in quel tempo a fare grafica prima con sculpt e poi con imagine e nei render c’era molta differenza). Il tempo che passava fra un computer e l’altro (per avere più velocità) era molto più lungo rispetto ad adesso (praticamente ora potremmo cambiare parte di hardware ogni mese per incrementare una qualche velocità). Allora invece si doveva aspettare il computer nuovo, oppure una particolare scheda da sogno che usciva una volta ogni morte di papa (ma vi ricordate la scheda con lo 040 della… progressive & qualcosa… non ricordo, quella che poi è fallita a causa dell’incendio della fabbrica, che faceva schizzare il 2000 al doppio della velocità di un 4000 uscito anni dopo?). Che tempi!

    Piccola nota: per dare una bella svegliata all’Amiga, installando un processore o una scheda nuova, non si doveva certo cambiare tutto il computer (mother) come adesso! Bastava inserire una schedina direttamente su processore o una scheda un po’ più complessa e via, senza alcun problema (miiiiii…. avevo messo un 68020 in un 500 solo aggiungendo una microscheda direttamente sul socket del 68000… non si chiudeva più bene il computer per colpa di un condensatore che si ergeva prepotentemente in altezza, poi sostituito in una revision sucessiva, ma viaggiava alla grande. Dico… un 500, vi ricordate come era, vero? è pazzesca solo l’idea di poterci installare dentro qualcosa e farcela stare in quel microspazio). Proviamolo a fare adesso: processore nuovo (?), prendi la tua mother e…. buttala dalla finestra, comprane un’altra, se ti va bene puoi usare la ram, altrimenti cambia pure quella, accendi e via a reinstallarti il SO, 30 minuti quando va di lusso, finito quello sotto con i driver…uuuuuh che progresso!
    Lo so, sto calcando la mano e sono fortemente di parte, ma dai, non mi discosto molto dalla realtà!
    Ciao

  • # 7
    andres
     scrive: 

    Proprio il momento buono per prendere il nuovo Amiga X1000…
    Almeno per me!

  • # 8
    PATOP69
     scrive: 

    Be in realtà il 68000 non era li a prendere la polvere….le schede acceleratrici A2620 ed A2630 (020+881 per la prima e 030+882 per la seconda) avevano infatti la possibilità, con un semplice click del mouse all’avvio della macchina, di visualizzare un menù con la possibilità di scegliere tre modi:
    AMIGA 68000 – AMIGA 680×0 – UNIX.
    Tutto questo per garantire piena compatibilità con tutto il software esistenze sviluppato in gran parte (almeno quello meno serio) su 68000.
    A mio avviso la macchina era spettacolare e non dimentichiamo che vi era anche la possibilità di aggiungere una scheda JANUS XT o JANUS AT che erano veri e propri PC su scheda in modo da poter eseguire (NON EMULARE LE SCHEDE NON EMULAVANO MA ERANO PC CON CPU 8088 /8086) tutto il software esistente MSDOS.
    Non a caso possiedo , nel mio “museo” commodore personale, anche questa macchina perfettamente funzionante e di tanto in tanto faccio il “giro” accendendolo come i “fratelli” modelli AMIGA…..

  • # 9
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Patop69
    È vero, come dicevo a D il 68000 garantiva il CD fallback mode, che consentiva la compatibilità coi programmi che andavano in crash con le architetture 020 o 030. Quello che mi domando è quanto senso ha integrare una CPU secondaria all’interno di un computer finito – la cosa al contrario poteva avere senso su una scheda acceleratrice tipo la A5000 di Solid State Leisure – specie considerando che lo switch fra una modalità e l’altra richiedeva lo spegnimento del computer. Mi sembra solo una soluzione un po’ troppo arraffazzonata per un sistema finito, forse più utile per una fase transitoria – come quella che il 2500 ha ricoperto – che per un prodotto definitivo come A3000, o forse semplicemente dettata dalla fretta dei progettisti di dedicarsi alla generazione successiva di Amiga.

    Straordinarie le schede Janus, ne ho sempre sognata una… Senza dimenticare la versione Commodore A2386SX con CPU 386SX.

  • # 10
    Giovane
     scrive: 

    Grazie Alessio per l’ottimo articolo.
    Questi tuffi nel glorioso e burrascoso passato Amiga mi ricordano sempre la domanda che mi faccio da una quindicina d’anni: “come sarebbe andata ci fosse stato Steve Jobs al posto di Jack Tramiel, o di chiunque venne dopo di lui alla Commodore?”.
    Amiga, mi commuove solo la parola.

  • # 11
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Giovane
    Grazie dei complimenti. Tramiel è del tutto estraneo alla malagestione di Amiga, in quegli anni era in Atari a contrastare l’Amiga con ST.
    Amiga avrebbe dovuto essere promosso nel mercato business, anche a costo di sacrificarne la vocazione da home computer adatto alle famiglie. Per farlo la Commodore non era credibile né abbastanza ricca, il che non toglie nulla ai pacchiani errori di management commessi. Basta vedere il video di Computer Chronicles linkato: le prime applicazioni mostrate sul 2500 da un executive Commodore sono Menace e Battle Chess…

  • # 12
    Griso
     scrive: 

    Ottimo articolo al solito :)

  • # 13
    Cesare Di Mauro
     scrive: 

    L’accoppiata 68000 + 020 (o 030) è stata sicuramente la scelta migliore per i tempi, anche se richiedeva un reboot della macchina.

    Non avete idea delle porcate che hanno fatto i programmatori e che richiedevano necessariamente un 68000 per funzionare (già un 010 bastava per generare la famigerata Guru Meditation a causa dell’istruzione MOVE SR che con lo 010 era privilegiata, e col 68000 no).

  • # 14
    D
     scrive: 

    ” Basta vedere il video di Computer Cronicles linkato: le prime applicazioni mostrate sul 2500 da un executive Commodore sono Menace e Battle Chess…”

    Evidentemente lo scopo incompreso era quello di far vedere che il sistema aveva molta potenza (e non c’è niente di meglio che un gioco di scacchi per mostrarlo) peccato che i destinatari del messaggio si aspettavano di vedere qualcosa sul lato della produttività

  • # 15
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ D
    È un problema di strategia. A mia memoria non ricordo presentazioni di prodotti HW o SW Apple, di OS Windows, di sistemi non espressamente dedicati al gaming, in cui venissero impiegati, per quanto assetati di risorse, dei videogiochi.
    Aggiungi che nel 1989 Amiga aveva già manifestato problemi nello scrollarsi di dosso l’immagine di sistema per appassionati di videogiochi, e che il 2500 era una macchina “professionale”.
    La comunicazione la decidono gli strateghi di un’azienda: se comunichi A non puoi chiedere al tuo pubblico di capire B.

  • # 16
    Cesare Di Mauro
     scrive: 

    Poi c’è da dire che Battle Chess ha letteralmente spopolato, e chi c’ha giocato non ha potuto fare a meno di notare la mostruosa lentezza nel calcolare le mosse.

    Per cui a mio avviso hanno fatto bene a prenderlo come esempio. :D

  • # 17
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ Cesare
    Capisco quello che dici, evidentemente è un problema legato all’ecosistema SW dell’Amiga. Alla luce di questo mi domando: per quale motivo nei modelli successivi, come l’A3000 di un anno successivo al 2500, non si è scelto di integrare un 68000 per la modalità di compatibilità? Se è stata una strategia, non è stata applicata in modo incoerente?

  • # 18
    lakar
     scrive: 

    Io sono d’accordo con Alessio Di Domizio. Mostrare per prime applicazioni ludiche quando il mercato in cui sei più debole (come quote di mercato) è quello business è controproducente. I primi secondi/minuti di una qualsiasi presentazione sono i più importanti per catturare l’attenzione del pubblico. Ma come ho scritto qualche giorno fa una volta lessi che in USA gli Amiga venivano venduti anche nei negozi di giocattoli! Cose folli…

  • # 19
    PATOP69
     scrive: 

    Il motivo per cui COMMODORE con AMIGA 3000 (come nei successivi 1200 e 4000) passò ad escludere l’MC68000 è moltosemplice……di pari passo con l’hardware COMMODORE con l’AMIGA 3000 introdusse il KICKSTART 2.0….con tale “KERNEL” (chiamamolo così oggi) si era iniziata l’instroduzione dell’hardware abstraction layer (HAL) creando delle linee guida per gli sviluppatori a progettare software che richiamasse correttamente le librerire standard in ROM senza “saltare” direttamente all’indirizzi HW. Il lavoro che fu fatto con le ROM 2.0 del KICKSTART dalle vecchia versione 1.3 fu abissale…..se gli sviluppatori di giochi e applicazioni serie avessero seguito le direttive commodore sarebbe stato finalmente possibile avere un indipendenzadall’hardware e conseguentemente dalla CPU…..purtroppo come sappiamo nonostante gli sforzi di COMMODORE e dei COMMODORE DEVELOPER GROUP le cose non andarono proprio così.

  • # 20
    D
     scrive: 

    Bisogna anche vedere se quel passaggio in più non faceva decadere troppo le prestazioni.

  • # 21
    ripido
     scrive: 

    Nel 1987 Commodore non debuttò, semmai introdusse o aggiunse l’accoppiata A500 – A2000 che andarono a sostituire l’Amiga 1000. Commodore debuttò con gli Amiga con l’Amiga 1000, da me comprato nel 1985 insieme a monitor e altri ammennicoli…

  • # 22
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ ripido
    Dell’Amiga 1000 ho già parlato qui:
    http://www.appuntidigitali.it/1062/retrospettiva-del-venerdi-lamiga-1000/

    Ho corretto il verbo debuttare, nel caso in cui avesse dato adito a fraintendimenti.

    Grazie della segnalazione.

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