Stiamo vivendo un epoca nella quale “la massa” non è più fruitrice passiva delle informazioni, ma può essa stessa essere fonte generatrice di nuove informazioni, talvolta capaci di competere (e superare) i media tradizionali.
Ciò è stato possibile grazie alla tecnologia e alla sua capillare diffusione. Sebbene si tratti secondo me di uno strepitoso passaggio storico di proporzioni globali, è anche un momento nel quale si rischia di fare fatica a separare contenuti di qualità da contenuti irrilevanti.
Pensiamo a YouTube, il sito che ha guidato (e guida) la rivoluzione degli user generated videos. In YouTube troviamo riflessioni di utenti qualunque di altissimo profilo, i dibattiti dei candidati alla Casa Bianca, atti di denuncia di comportamenti disumani in giro per il mondo ma, allo stesso tempo, troviamo teenager che cantano a squarciagola, video musicali piratati ed altre amenità sicuramente meno interessanti.
Certamente la community è il primo elemento di filtro e di premio per i contenuti di qualità, che solitamente trovano la propria strada fino alla vetta, ma non è sempre così. E’ quindi nato Big Think , un sito dove grandi pensatori e utenti scambiano le proprie idee e si rispondono.
Anche qui troviamo un meccanismo di premiazione, commento e filtro che valorizza i contenuti ritenuti migliori dalla community. Un’idea sicuramente interessante che “tematizza” la generazione di contenuti video, canalizzandola nel settore delle idee. Resteranno quindi fuori tutti gli altri generi di video, che troveranno spazi in altri siti.
Del resto, nonostante molti si dicano contrari ai social network di nicchia, io credo che con l’esplosione della produzione video di massa che avverrà nel 2008, si renda per forza necessaria una diversificazione tematica, e Big Think mi pare si sia mosso con intelligenza e tempismo perfetto.
Magnifico! Ma mi fa pensare che, con questi video solo parlati, chi non sa bene l’inglese parlato o ha difetti d’udito si ritroverà escluso/a da questa storica rivoluzione in corso. Naturalmente di questi contenuti, questa moltitudine di filmatini, non credo proprio che vedremo un doppiaggio e temo che pochi si prenderanno la briga di sottotitolare (ho notato che Grillo spesso lo fa nel suo spazio su Youtube).
Comunque immagino che sapere l’inglese diverrà ancora più importante. A volte, pur cavandomela, vorrei essere madrelingua.
Articolo interessante.
In cosa investiresti i tuoi soldi per il 2008? L’esplosione della produzione video di massa è sfruttabile dal punto di vista del business e della finanza? Grazie.
ho 29 anni e non ho avuto la fortuna di imparare l’inglese a scuola, in quanto sono cresciuto in trentino. Infatti nella mia scuola elementare non c’era l’ombra di un’insegnante di inglese, e lo stesso alle medie. Nemmeno al liceo sono stato inserito nella sezione di inglese (a numero chiuso…), cosicchè mi sono trovato a vent’anni senza avere mai potuto apprendere l’inglese. Nel frattempo il tedesco che mi facevano imparare a scuola non valeva un’emerita mazza, tanto che abbiamo ripetuto le stesse cose fino all’ultimo anno di liceo
…e mi ritrovavo sempre più spesso a sentirmi un ignorante totale (che non sono, lo posso assicurare). Ho provato a seguire i corsi messi a disposizione dell’università, lo ho praticato piuttosto spesso, ma se ti mancano le basi purtroppo ti trascini avanti sempre gli stessi errori, non sai distinguere determinati suoni e non sai semplicemente qual’è la pronuncia che devi riprodurre. Ho guardato molti film sottotitolati, ma è stato, ed è tuttora, molto frustrante.
..questo per dire che l’apprendimento scolastico, per quanto vituperato, è comunque insostituibile, perchè è quello che, in un’età ancora di sviluppo, ti fa avvicinare l’inglese (se non altro perchè i parlanti lingua inglese non sono geograficamente vicini, soprattutto per chi abita in provincia). Ho come l’impressione che l’inglese, a meno di non poter spenderci dietro un sacco di soldi, non si può imparare tanto facilmente, soprattutto se a scuola non te lo hanno mai insegnato. Infatti non ho mai visto nessuno, nella mia situazione, che l’inglese lo abbia realmente imparato, ma nemmeno che sia arrivato al livello medio di chi lo ha potuto studiare a scuola (e non perchè eranon pigri!). Volevo quindi chiedere a voi, se è realmente possibile imparare l’inglese dopo il liceo, ovviamente senza spenderci dietro un’ esagerazione (infatti se parli male), visto che non ho mai visto nessuno che si sia ripreso del tutto da un simile problema (senza contare tutte le occasioni perse e gli svantaggi di non aver mai conosciuto l’inglese fino ad un certo momento, ma ne riparlerò un’altra volta) ciao!