Magna-Opel: ecco che i nodi vengono al pettine

opel_rekord.jpg

A poca distanza dalla conclusione delle trattative per stabilire chi si sarebbe aggiudicato Opel tra i due principali pretendenti Magna e Fiat , arrivano i grattacapi per il vincitore di questa “asta”.

Magna dopo aver convinto il Governo tedesco ora deve vedersela con GM.  Opel nonostante la grossa crisi è pur sempre in lizza per il terzo posto (per numero di immatricolazioni) nel vecchio continente. General Motors ha si un estremo bisogno di battere cassa, ma proprio per questo non è certo intenzionata a svendere.
Sembra che nella cifra che GM aveva già fatto conoscere ai candidati non siano stati specificati molti punti. General Motors pretende che Magna si faccia carico delle pensioni dei dipendenti Opel e pare poi che tutti i brevetti alla base delle tecnologie e delle soluzioni sviluppate per i modelli Opel siano intestati a General Motors e non farebbero quindi parte del pacchetto. Se Manga vuole impossessarsene deve sborsare altri 7 miliardi di euro inizialmente non preventivati.
Magna non risponde, il Governo tedesco e le amministrazioni locali che giuravano non ci fosse alcun tipo di campanilismo nelle decisioni, ma che poi dichiaravano “Magna è in pole position perché capisce qualcosa delle attività auto”, ora fanno finta di niente e affermano che i giochi non sono ancora chiusi.

Marchionne da parte sua ha fatto sapere di essere ancora seriamente interessato ad Opel, ma non si fa avanti e resta a guardare l’evolversi degli eventi, anche perché, dopo il trattamento ricevuto, è immaginabile che voglia farsi desiderare.

Magna è un produttore di componentistica per auto e vuole acquisire Opel per non perdere uno dei suoi principali e importanti clienti. Secondo quanto dichiarato la strategia di Magna per rilanciare il costruttore tedesco punta sulla creazione di sinergie con altri costruttori del mercato russo con cui Magna collabora. Resta pur sempre il fatto che Magna non sa costruire auto e che Opel da questo punto di vista non può essere indipendente e non può certo sopravvivere condividendo parte della componentistica con aziende euroasiatiche a prescindere dal tracollo (-50%) subìto dal principale mercato di quelle aree: la Russia.

Dai palazzi governativi in Germania fanno sapere di essere in contatto con altri investitori, tra cui la cinese BAIC, solida economicamente ma che tecnologicamente potrebbe non rivelarsi all’altezza degli standard europei, ritrovandosi nella stessa condizione di Magna.

Potrebbero esserci a questo punto i presupposti per cui lo snobismo tedesco nei confronti di Fiat possa essere meso da parte, e sarebbe un passo importante, perché andando a leggere i numeri delle case automobilistiche tedesche e le tendenze del mercato Opel potrebbe, in un futuro non troppo lontano, trovarsi in compagnia, nel girone delle aziende da salvare.

Press ESC to close