Navigando per la rete alla ricerca di contenuti, capita spesso di non notare modifiche, anche rilevanti, nei contenitori. In proposito, da qualche tempo a questa parte ho notato che un sito molto popolare, ArsTechnica, ha trasportato l’area destinata ai commenti fuori dalle pagine dei contenuti, laddove in precedenza questi erano disponibili in calce alle news e agli approfondimenti.
Intanto, ad un oceano di distanza, testate generaliste come Corriere e Repubblica, vanno timidamente sperimentando lo strumento dei commenti (in proposito mi torna in mente il sito d’informazione generalista ilnuovo.it, che da subito aprì al commento tutte le notizie).
Esaminando il percorso di chi in qualche modo depotenzia il ruolo dei commenti e della community, e chi sperimenta cautamente, col timore di restare scottato, emergono alcune riflessioni circa Appunti Digitali che vorrei condividere.
Malgrado le incursioni di troll siano diventate più frequenti che in passato, malgrado sia diffuso il vizio di non leggere neppure i post prima di commentare, spesso dando sfogo a nient’altro che i propri preconcetti sul tema, malgrado partano flame colossali sempre sulle identiche questioni – straordinarie la “guerre di religione” su OS, hardware etc. – insomma, malgrado tutto ciò, in AD rimaniamo assolutamente convinti dell’utilità del commento.
Non per una fede cieca nella triade hegeliana, quanto piuttosto perché crediamo che ogni post sia nient’altro che un punto di partenza per un confronto stimolante anche fra posizioni diverse, che alla fine può, se non giungere ad una sintesi univoca, perlomeno fornire al lettore tutti gli strumenti per farsi un’opinione, approfondire aspetti che non conosceva e così via.
Quando a valle di un post di qualità, scritto esprimendo un’opinione documentata (diffidate da chi vende “oggettività”!), nascono commenti, anche di opinione contraria, ma ugualmente documentati, si rende uno straordinario servizio a chi legge, lo si invoglia ad acquisire l’abitudine di leggere i commenti per perfezionare la sua idea, per formarsi un’opinione o al limite, come è spesso inevitabile, per scegliere a chi credere in base alla sua esperienza pregressa.
Appunti Digitali è in questo senso una materia viva, la cui vitalità e qualità, piuttosto che dalla sola redazione, dipendono dal contributo di tutti coloro che vi entrano a contatto.
Le argomentazioni espresse in modo apodittico, dogmatico, remano contro al miglioramento di AD – un miglioramento che interessa in solido tutti coloro che lo visitano e in qualche modo lo “creano” quotidianamente con il proprio contributo. Se non si spiega immediatamente – o non si è pronti a spiegare dietro richiesta – il percorso che porta alle opinioni espresse, s’induce chi risponde, nella migliore delle ipotesi a desistere dal confronto, nella peggiore a replicare con posizioni altrettanto apodittiche, preconcette, dogmatiche: la peggior specie di flame.
Chi pure risponde argomentando infine, farebbe bene a non considerare l’interlocutore come un avversario da mettere KO, e ad aver sempre ben chiara la differenza fra dati documentabili e opinioni, proprie o altrui: una distinzione questa, indispensabile per evitare di cadere in estemporanee quanto sciocche crociate.
Insomma, a differenza di certa informazione generalista più o meno di regime, in AD non abbiamo ordini di scuderia e possiamo prenderci il lusso – che a molti colleghi incravattati dell’informazione generalista è negato – di sfruttare il contributo dei nostri lettori per migliorare e rendere ogni post un luogo di confronto costruttivo sui temi più caldi. Perché rovinare tutto coi dogmi?
io penso che i commenti siano fondamentali: è vero che ci sono tanti troll ma un commento corretto vale più di 10 commenti stupidi…
poi sta sempre a chi legge scindere le idiozie dalle cose sensate.
Concordo pienamente.
Dubito che un blog (in particolare incentrato sulla tecnologia) possa fare a meno (o anche solo “nascondere”) dei commenti.
Senza i commenti sarebbe equivalente a sfogliare un giornale stampato o guardare la TV… roba vecchia insomma. Il fatto che poi i lettori possano commentare penso aiuti a mantenere alto il livello degli articoli: una notizia documentata male o scritta male verra’ sicuramente commentata di conseguenza.. e non credo che nessuno ci tenga a farsi “riprendere” pubblicamente.
Purtroppo c’e’ anche il rovescio della medaglia: le guerre sacre e le “verita’ assolute” ci saranno sempre, ma basta poco ad ignorarle..
mi ricordo di un post sul rumore dei sensori digitali che era epico! e nei commenti migliorava ancora. Ho faticato a star dietro a tutto (e non sono sicuro di aver assorbito il 100% della cosa), ma è stato indimenticabile! :)
Il problema principale dei commenti è l’ età del commentatore. L’ utente adulto più o meno si pone il problema di produrre inutilità, stupidità o rumore (non sempre!) il 13enne non ha questa barriera. Si vedano ad esempio i commenti su youtube, quanti di noi vanno a leggerli o addirittura intervengono?
Appunti Digitali si salva per le qualità dei contenuti e dei lettori, purtroppo hwupgrade no (si parla dei commenti), non arriva al livello di youtube ma il rumore è tanto che ormai per alcuni tipi di news non ha più senso intervenire nei commenti. Una situazione del genere è salvabile in parte implementando un sistema di votazione dei commenti, ma anche questo ha i suoi problemi.
Non si può fare di tutta un’erba un fascio.
Chi risponde appartiene come categoria a quella dell’intero pubblico.
La fascia di età è completa.
Quella dell’istruzione pure.
E’ variegata negli interessi e nella professione.
Pure politicamente, altrimenti non ci sarebbero stati certi commenti.
Commentando si permette sia a chi scrive il pezzo che a chi lo commenta di svisverare il proprio pensiero e la propria anima. (Poi ognuno è in grado di farlo a modo proprio. Commentare è una cosa, fare flame un’altra, capire o dire se lo si faccia con astio o per ignoranza è difficile e pericoloso)
Sarebbe preoccupante se la si pensasse tutti nello stesso modo. Vorrebbe dire che AD ha fallito il suo scopo e attira solo una fetta di pubblico estremamente settorializzata e monotona.
Ciao
Penso che i commenti, anche se purtroppo inquinati da trollismo e/o guerre di religione, siano comunque uno strumento insostituibile che accrescono e completano il valore dell’articolo.
Grazie ai commenti infatti io spesso leggo e rileggo anche notizie di cui so già praticamente tutto o che mi interesserebbero poco, perchè nei commenti si trovano spesso spunti interessanti e poco conosciuti! Credo che questo sia prezioso e insostituibile.
In genere ho constatato che più è alto il livello di news, articoli, blog, ecc, più sono utili e pertinenti i commenti, a volte più utili dello stesso articolo.
Quando capito su un sito dove non posso interagire predo ciò che mi serve (informazioni) e raramente ci torno.
Comunque non ci vuole molto ad ignorare qualche commento provocatorio o privo di contenuto…
Se chiedete ai vostri lettori di fare solo commenti fondati, informati, comprovati, documentati e bene esposti e pure rispettosi degli altri interlocutori, astenendosi da tutto ciò che non sia opinione personale, pensiero disorganico o battuta di spirito, dovete cambiare la parola “commenti” con “articoli” e penso che per me questo sarebbe l’ultimo commento :(
Se invece volete sperimentare qualcosa di nuovo sui commenti potete provare così: scrivete l’articolo in modo da stimolare i commenti, non che ce ne sia molto bisogno, in modo aperto; raccogliete i commenti per un giorno o meglio due giorni; scrivete poi una addenda al post iniziale che esponga brevemente e sinteticamente le risultanze della “discussione” completando in questo modo il post che diventerebbe una “ipo-trattazione” (cambierebbe lo stato di post…)
L’autore del post potrebbe scegliere a discrezione, senza indicare il punto ispiratore, omettendo o integrando come crede, questo perchè il post e il suo, in ogni caso è lui l’autore e deve poterne mantenere un ordine o una coerenza. E anche perchè solo così è fattibile con un lavoro ulteriore ragionevolmente piccolo.
Uno dei motivi che mi ha convinto ad intraprendere questa nuova esperienza è stata quella di avere la possibilità di rivolgermi senza tramite ad un pubblico in grado di intervenire direttamente sulla materia esposta di volta in volta nei post.
Soprattutto ultimamente il contributo apportato dai lettori è stato estremamente proficuo, in grado di correggere o rettificare alcune informazioni che inevitabilmente possono non sempre essere accurate oppure di difficile verificabilità seppur esposte dopo dopo controlli incrociati.
Non credo sia un problema di età; le guerre di religione e le convinzioni sono tanto più forti quanto maturate e radicate nel corso di anni.
Paradossalmente è più facile che un quarantenne cresciuto su una tecnologia sia meno disposto ad accettare che ci sia di meglio in giro (anche per le sue esigenze) nonostante sia una persona fatta e finita e decisamente più matura di un quindicenne, abituato invece ad un’evoluzione del settore diversa da quella degli anni ’80.
Fondamentalmente credo sia un problema di educazione e rispetto dell’interlocutore.
La Rete e l’anonimità presunta o reale che permea la dialettica del mondo online viene interpretata come la possibilità di dire tutto e il contrario di tutto e fregandosene dei modi di porsi (anche perché non c’è il pericolo come nel mondo reale di prendersi una pizza da chi potrebbe offendersi di fronte a certi epiteti od espressioni colorite).
Il dialogo però è possibile solo se c’è il rispetto delle posizioni altrui e solo nel confronto civile può nascere la discussione costruttiva e formativa per tutte le parti in gioco.
Ogni opinione è legittima, naturalmente non deve distorcere fatti o dati che sono assodati ed oggettivi.
@ pio alt
Documentare quel che si sostiene e anteporre un “IMHO” davanti alle proprie opinioni personali, esprimersi con educazione e rispetto dell’interlocutore, appartiene alla più elementare correttezza e non certo al mestiere giornalistico; inoltre non richiede alcuno sforzo. Non tener conto di questi due principi basilari, ossia contrabbandare opinioni infondate come verità assolute e usare toni scurrili/irrispettosi è, viceversa, tipico dei troll.
Detto questo, non mi pare di aver sostenuto nulla di più di quanto il buon senso suggerisce e non ho certo intenzione di dettare regole alla libera espressione.
La discussione ha preso una piega “lato utente”: il commento inteso come valore aggiunto. Quelli che leggono, collettivamente, ne sanno sempre più di colui che scrive (Dan Gillmor, We the Media).
Questo era uno dei fondamenti (traditi) del Web 2.0
La scelta di inserire o meno i commenti è spesso anche di natura politica/tecnica e legata alle risorse che si hanno a disposizione: una testata che riceve migliaia di commenti al giorno, magari da utenti neanche registrati, deve predisporre un minimo di filtro altrimenti si esporebbe a decine di cause legali.
I commenti hanno anche un peso economico: contenuto generato (GRATIS) dagli utenti che sono spinti a rivisitare la pagina per seguire l’evolversi della discussione
Pienamente d’accordo con il post e quoto in toto il primo commento di luigi.
Oltre al contenuto bisogna andare a pelle: di sicuro mi fiderei più di un’unghia incarnita del Sig. Robert Mugabe rispetto all’interezza del ‘miglior’ (benché non esista per principo) italico vivente presente nel globo.
phabio con l’ultima frase ha fatto centro pieno.
Il problema a mio avviso è questo:
tutelando la ideale libertà di opinione del singolo si tutela anche la libertà del troll di turno di “trollare”.
Questo doppio vincolo è a mio avviso insanabile e va valutato caso per caso.
poniamo l’esempio del corriere delal sera: è letto da tanta, tantissima gente, espone fatti di interesse estremamente delicati (guerra, politica economia, religione…) in una testata online come questa la modalità di commento come su AD è a mio avviso ingestibile, sarebbe interessante in quel caso, che la redazione trovasse un certo numero di persone “qualificate” (cessò selezionate mediante invio di un curriculum o di un articolo) che possano intervenire in pubblico, poi ogni utente se vuole in pvt risponde al “qualificato”.
AD invece è + di nicchia, sia per trattazione degli argomenti, sia per target di utenza (le due cose sono molto simili alla fin fine)quì è molto + facile gestire la “cosa”:
ricordo ad esempio per via di alcuni post passati le posizioni politiche del sig stroboscopico e di alcuni altri, sappiamo che tambu è quello dalle posizioni più strampalate (senza offesa nhe!?) e via dicendo, siamo in “pochi” la cosa è fattibile.
In sostanza quello che permette di rispondere alla domanda commenti sì o no è la scala di grandezza: la democrazia diretta funziona solo su scale medio piccole, al cresceredelal complessità del sistema perde molta delal sua efficacia sino a divenire controproducente, IMHO obiouvsly
il commento rimane fondamentale per un blog in continuo aggiornamento, come un blog tecnologico o medico.
Per questo i commenti possono aggiungere anche cose che magari all’autore del post erano sfuggite oppure chiarire alcuni punti più complicati e renderli leggibili ai più “profani”.
Molte volte accade anche che il contenuto dei commenti sia di molto maggiore dei contenuti dei post.
E qualche volta possono davvero essere fonte di uno scambio d’opinioni, tra persone “normali” e non superesperti d’informatica.
Molti non conoscendo molto bene l’informatica esprimono il loro parere per cui si può anche capire che cosa la gente richiede in un tipo di software.
AD nasce da una “costola” di hwupgrade, come potrebbe non dare la possibilità di commentare i post come accade per le notizie di hwupgrade da anni ^^
w i commenti e e w hwupgrade
ciao
Marco
Bel post.
I commenti di AD, nonostante il citato aumento di troll e flame, li leggo (ancora) con interesse, forse perché vedo che vengono moderati e si riesce (di solito) a restare entro un *dialogo* civile e costruttivo che arricchisce il post e chi legge.
In altri siti (in particolare un altro famoso sito di informatica italiano, che non so se posso citare), dove la moderazione si limita solo a censurare (per giunta senza spiegazioni) e solo i commenti che potrebbero causarle noie legali o simili (almeno da quel che ho visto), i commenti sono in mano quasi esclusivamente ai troll, visto che gli altri hanno fatto le valigie, perché hanno capito che commentare lì è solo una perdita di tempo (non c’è dialogo, ma solo provocazioni inutili) o la fiera dell’arroganza del teenager (anche quelli troppo cresciuti) dalla testa un po’ troppo montata dall’idea di capire tutto, ma dalla critica facilona o a sproposito. Al massimo piacerà a chi si diverte a trollare o a chi deve sfogare non so cosa, ma non ha a disposizione un bravo psicologo o una vita sociale sufficiente per farlo.
Mi è capitato perfino di vedere dei forum venire chiusi causa troll & co., perché la situazione era ormai fuggita di mano. Secondo me “è meglio prevenire che curare” e penso che la fiamma (flame) vada sempre spenta prima che si allarghi troppo e diventi un incendio.
Spero che anche AD non diventi così.
Stiamo lavorando proprio in questa direzione e abbiamo ben presente il famoso sito a cui ti riferisci, come punto dal quale vogliamo mantenerci a debita distanza.
a che sito vi riferite?