L’IBM si inserisce prepotentemente nella rilevante questione dell’accessibilità dell’acqua .
La “big Blue” ha recentemente dichiarato di aver sviluppato una nuova nano-tecnologia in grado di purificare determinati volumi d’acqua, depurandoli da sostanze tossiche oppure filtrandoli con una attività desalinizzatrice.
L’IBM ha chiamato la membrana filtrante ricavata con questa tecnologia: “water superhighway” perché è in grado di rimuovere tossine dalle acque inquinate a grandi velocità ed in grandi quantità.
Mentre l’acqua fluisce attraverso la membrana, sali marini e tossine vengono rimosse purificando completamente l’acqua. La membrana è, inoltre, resistente ai danni normalmente provocati dal cloro. Nulla di nuovo visto che l’IBM da anni sviluppa progetti relativi a nuovi tipi di nanotecnologie; l’unica vera novità sta nel tipo di applicazione, precedentemente infatti, lo stesso tipo di nanotecnologia che adesso va in aiuto di ambiente e zone in via di sviluppo, è stata usata nella costruzione di chip per PC.
Oltre alla membrana-filtro l’IBM ha introdotto nel mercato mondiale anche una serie completa di sistemi per la misurazione e il monitoraggio del livello di inquinanti nell’acqua; sistemi mirati per aziende private, pubbliche e governi.
Qui un link per vedere tutti i progetti sviluppati das IBM per la salvaguardia dell’acqua.
IBM è IL progresso…….
Grande Big Blue !!
Credo che questo tipo di tecnologie ci renderanno schiavi.
Le acque non saranno più potabili e per bere bisognerà essere schiavi della società X che ci fornisce il rimedio Y brevettato per bere.
Per i semi bisogna già pagare le royalties…
a quando un crack o un emule per aria, acqua e cibo?
Se funzionasse davvero così, a quest’ora saremmo schiavi delle società che producono accendini oppure accenderemmo il fuoco ancora con i bastoncini di legno. Mi pare che hai una visione un po cataclismatica dell’innovazione.
Brevetti o no, se una cosa e’ di utilita’ *vera* il Cinese medio ci impiega due settimane a mandarla in produzione – e non c’e’ brevetto che tenga.
Non mi spaventerei piu’ di tanto.
Pensate al Water Chip di Fallout :-D
Era di IBM!!!
Negli impianti che progetto c’è spesso necessità di produrre acqua demineralizzata e per farlo si utilizzano catene di macchine quali addolcitori a scambio di base, filtri decloratori e impianti ad osmosi inversa che, se questa cosa verrà sviluppata, potrebbero essere sostituiti, almeno in parte, da questa tecnologia.
I problemi principali che affliggono gli impianti attualmente impiegati sono la necessità di declorare perchè il cloro distrugge le calze osmotiche e l’elevato consumo di energia per pressurizzare l’acqua.
Se anche solo uno dei due punti ha vantaggi da questa ricerca di IBM sono fiducioso.
Per quanto riguarda la potabilizzazione, parimenti, avere a disposizione un impianto in grado di eliminare metalli pesanti e altra robaccia con buona durata delle membrane e risparmio in termini di energia (che per i potabilizzatori non è una cosa trascurabile) è una buona notizia.
Bisogna vedere se si tratta di un risultato tecnologico o se è applicabile.
Wffettivamente anche io stavo pensando a fallout 3….
Esistono dissalatori e/o depuratori che recuperano gran parte dell’energia necessaria per le alte pressioni e che normalmente viene buttata/dispersa a danno del portafogli, si chiamano dissalatori a recupero energetico, nessuna turbina di recupero ma è il sistema nell’insieme che è progettato con questa caratteristica ricorrendo e/o sfruttando una specie di moltiplicatore di pressione ( pompa di Clark ), parlo con cognizione di causa perché una di queste macchine le costruisco io personalmente e vengono dimensionate a partire per una produzione di 20 litri d’acqua per ogni ora di funzionamento e si sale ad oltre i 100 litri/h di acqua dolce da acqua di mare e funzionano a 12/24 volt corrente continua quindi, se non coi materiali sofisticati, è possibile risparmiare ricorrendo a questi dispositivi molto performanti.
f.sco