La magia Disney sbarca su SNES: pura poesia

The Magical Quest SNES BoxLo so, potrebbe sembrare una cosa assolutamente studiata a tavolino ma non lo è affatto anzi, è stata del tutto casuale questa incredibile coincidenza.

A volte, quando vengono trattati argomenti che toccano contemporaneamente più rubriche, accade che ci si scambino opinioni e si stabilisca una direzione comune per l’immediato futuro, ma questa volta non potevo sapere che Cesare di Mauro avrebbe citato proprio Magical Quest nell’appuntamento della corrente settimana di Pensieri da coder.

E’ senza dubbio uno dei titoli più avvincenti (soprattutto per quanto riguarda la soft-teca europea ed americana) ma la scelta era piuttosto ampia. Così, non potevo sottrarmi a questo involontario ma prezioso assist.

Ho parlato di coincidenza all’inizio perché il videogioco protagonista del nostro appuntamento settimanale era stato già vagliato come “papabile” tempo fa.
Chi ci ha seguito in questi mesi ha potuto notare come si cerchi di variare con una certa dose di equilibrio tra gli argomenti che trattino l’hardware (quindi le console sostanzialmente) ed il software facente parte ormai di quel grande calderone definito come “retrogaming”.

Le saghe di grande richiamo, come Super Mario, Metal Gear Solid ed altre che sono state e tratteremo in futuro, sono ovviamente una parte importante del nostro lavoro; ma allo stesso tempo credo sia giusto riservare spazio anche a titoli, forse caduti un po’ nel dimenticatoio ma che nel loro piccolo costituiscono un pezzettino di storia dei videogiochi.In questa seconda categoria rientra, a pieno merito Disney’s Magical Quest.

Disney Magical Quest SNES sequenza di gioco

Uscito inizialmente nel 1992 per Super Nintendo (o SNES) originalmente con il nome The Magical Quest Starring Mickey Mouse è stato tra i primi titoli a far intravedere le vere potenzialità di questa console, che nel medio periodo avrebbe surclassato in vendite e longevità la sua acerrima rivale, il Sega MegaDrive.
Il 1992 è stato infatti un anno importante per questa piattaforma perché più o meno nel medesimo periodo uscì il porting di uno dei giochi più famosi e venduti nella storia, ovvero Street Fighter II. E il fatto che fosse un’ottima conversione servì come trampolino di lancio proprio per il Super Nintendo.

Torniamo a noi. I personaggi creati da Barks e soci avevano avuto sorti diverse in precedenza, non riuscendo a lasciar trasparire tutte le sfumature ed attitudini che avevano invece caratterizzato i fumetti e ed il grande schermo.

Da questo punto di vista, invece, il lavoro della Capcom si ha interpretato appieno lo spirito delle creature Disney. Graficamente questo titolo era all’epoca (ma tutto sommato anche ora se lo confrontiamo con altri titolo 2D più recenti) veramente uno spettacolo: colori brillanti, elevato numero di sprite che metteva alla frusta le caratteristiche del SNES, parallasse convincente.


I personaggi poi erano stati caratterizzati ciascuno con atteggiamenti tipici della propria “indole fumettistica”. E quando non venivano comandati, dopo un certo periodo di inattività cominciavano a sbuffare o effettuare altre simpatiche gesture predefinite. Una caratteristica già vista e poi ripresa in moltissimi altri titoli, in particolare del genere platform, al quale appartiene Magical Quest.
Anche in questo caso mi ricordo molto bene la recensione entusiastica del fu ConsoleMania con ben 4 facciate dedicate ed un 95 di media finale che lasciava intendere molto bene quale fosse il giudizio del recensore e della redazione che l’aveva provato.

Spesso, soprattutto a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 quando i team non erano certo così organizzati ed eterogenei come quelli attuali, se si privilegiava un aspetto quale la grafica, poi il resto del gioco veniva penalizzato e risultava poco bilanciato.
In questo caso, invece, il lavoro fu certosino, proponendo melodie tratte proprio dai celebri lungometraggi Disney e che facevano sentire il giocatore davvero nell’atmosfera da cartone animato.

E cosa ancora più importante la trama e la difficoltà proposta consentivano di raggiungere un livello di gameplay e longevità assolutamente rimarchevoli.

Donkey Kong Country avrebbe rappresentato una rivoluzione due anni più tardi ma le gesta di Topolino, riprese poi negli anni successivi con i seguiti su GameBoy Advance, hanno costituito un piccolo ma significativo passo per la conquista del mercato del Super Nintendo e del cuore di numerosi giocatori.

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