Oggi per la rubrica “The Hot Spot” tratteremo di un argomento che spopola tra chi si dedica ad overclock più o meno estremi, per i quali si cerca sempre di avere le migliori performance in fatto di raffreddamento: il Phase Change Cooling.
Tale tecnica non è certo nuova, ed è ampiamente utilizzata da chi spinge al massimo (o almeno ci prova) le prestazioni del proprio chip, che sia esso la CPU o la GPU. Infatti si sa che più si raffredda, più in alto si riescono a spingere le frequenze dei chip.
Considerata appunto una pratica estrema, il raffreddamento tramite phase change (letteralmente “cambiamento di fase”) non ha mai avuto a livello commerciale una grande diffusione nel mercato tradizionale degli accessori per pc a causa degli alti costi delle apparecchiature, della complessità di installazione, e di gestione della condensa, che inevitabilmente si forma visto le temperature decisamente basse che un sistema del genere riesce a raggiungere.
L’attrezzatura è simile a quello che si trova nei comuni frigoriferi, solo che più in piccolo: il compressore, un evaporatore, uno scambiatore di calore (in genere un comune radiatore) ed ovviamente un gas, che è ovviamente l’elemento principale del sistema.
Anche se il suo funzionamento è abbastanza semplice, ed in rete si trovano tantissime guide che ne spiegano il principio, fino ad arrivare a tutorial su come costruirsi in casa un sistema del genere, realizzare un sistema del genere non è certo cosa da tutti i giorni, per i motivi spiegati poc’anzi. Ci sono state aziende, in passato, hce hanno messo sul mercato sistemi “chiavi in mano”, pronti all’uso e dalle prestazioni decisamente interessanti. L’altro lato della medaglia erano i prezzi decisamente alti di tali sistemi, tali da essere considerati proibitivi per il comune utilizzatore.
Per questo motivo, il successo di questi sistemi è stato decisamente limitato. Ora però una azienda specializzata in case e sistemi di raffreddamento ad aria e liquido, la Thermaltake, ha deciso di tentare questa carta estrema. Ha presentato infatti al CES 2009 la versione definitiva del suo sistema di raffreddamento per CPU Phase Change, installato direttamente in un case: Xpressar RCS100.
Lascio l’analisi delle prestazioni di tale sistema a chi fa le recensioni di professione, e mi limito solo a fare una piccola serie di considerazioni, che il nostro lettore potrà o meno condividere.
Per prima cosa parliamo dell’aspetto di un sistema del genere. La Thermaltake presenta un prodotto finito, senza necessità di intervento da parte dell’utilizzatore in termini di configurazione dei componenti, pronto all’uso e persino installato all’interno di un case. Sul sito del produttore sono presenti tutte le specifiche del sistema, ed è online persino un sito dedicato , con FAQ apposite che spiegano fin nei minimi dettagli il suo funzionamento. Il sistema in sé è decisamente ben progettato e realizzato, non c’è che dire.
Il costo, in questo momento non ancora definito, sarà decisamente più alto di un sistema di raffreddamento tradizionale (persino di un liquid cooling), visto che l’azienda venderà il sistema preinstallato nel case. Mi domando chi avrà voglia di spendere sui 400€ (tale ipotizzo sia il prezzo finale) per una soluzione fine a se stessa. Ma è una mia opinione personale.
Le performance sono tutte da dimostrare, e vedendo il video promozionale sul sito dedicato del prodotto, sinceramente non c’è da gridare al miracolo. Inoltre c’è da dire, cosa più importante secondo me, che un sistema del genere è tutt’altro che funzionale: a parte la rumorosità del sistema, elevata a causa del compressore, il sistema è decisamente “chiuso”: infatti viene curato solo il raffreddamento del processore, mentre si lascia la scheda video ed eventuali chipset della scheda madre abbandonati a se stessi. Questo il fattore secondo me decisamente negativo di un sistema commerciale.
Chi effettua overclock spinti, sa che per avere il massimo, si deve curare il raffreddamento di tutto il sistema, e non solo della singola CPU. La scheda video può essere raffreddata in maniera tradizionale, se ci interessa overclocckare la sola CPU, ma dubito che il sistema sarà perfettamente stabile se si effettua l’overclock della CPU, perfettamente (da dimostrare…) raffreddata da questo sistema mentre si tralascia completamente il northbridge della scheda madre, tanto per citare un componente a caso…
Questa “pecca” non è solo del sistema della Thermaltake, che devo ammettere segna un punto a loro favore in termini di coraggio commerciale e capacità di progettazione, ma è comune a tutti i sistemi phase change, autocostruiti o commerciali che siano. La modularità, intesa come possibilità di upgrade e update, è decisamente scarsa.
Come tutti i phase change, anche questo sistema commerciale soffrirà di problemi di condensa, e anche se le temperature cui il compressore è capace di far scendere il gas non sono proprio estreme, il rischio che essa si formi sui tubi, ma principalmente nell’area socket della CPU è decisamente elevato. Per ovviare a ciò esistono sistemi più o meno artigianali: dal grasso siliconico, ai pad di neoprene (inclusi questi ultimi nella confezione del prodotto in questione), fino ad arrivare, nei casi più estremi, a coibentare tutta la zona socket con silicone vero e proprio. Insomma, un sistema decisamente complicato per evitare che il nostro prezioso hardware vada in corto circuito proprio mentre spingiamo al massimo il nostro processore.
Il peso è un’altro fattore importante: chi frequenta lan parties e si deve portare dietro un pc con un sistema del genere ci penserà due volte, come minimo. Diciamo che non si presta molto a spostamenti frequenti.
Lascio la parola a voi lettori, tra i quali sono presenti sia overclocker estremi che normali utenti di pc, e a quest’ultimi mi sento di raccomandare solo che, nell’eventualità che intendano acquistare questo sistema, si informino molto bene prima sui pro e contro del phase change cooling, leggendo guide, recensioni, tutorial e quant’altro. Non è un sistema per tutti, anche se la Thermaltake lo fa sembrare tale.
Secondo me è meglio fermarsi all’impianto a liquido…molto più affidabili anche se meno performanti (comunque più che sufficienti per un buon overclock) e inoltre modulari…
Questa resta una trovata commerciale isolata…nella quotidianità è inutile al 100% come è altrettanto inutile per i professionisti del bench che sicuramente preferiscono il fai da te….
Nsomma…na boiata!
Beh dipende.. se hai necessità di abbassare la temperatura e non solo di dissipare il calore prodotto evitando quindi solo che la temperatura salga un sistema come questo può far comodo.
Chiaro che è abbastanza elitario per overclock spinti..
Sinceramente penso che se uno frequenta abitualmente lan parties, difficilmente userà kit a liquido performanti (muniti quindi di serbatoio e/o radiatore pesanti) o dissipatori a torre da 1Kg di rame. Probabilmente dico…
se ti frega del peso a tal punto, imho hai un bel barebone con relative componenti poco esose in termini di raffreddamento, tipo scheda video con raffreddamento ad uno slot e processore con tdp decente.
Io comunque ovviamente condivido lo scetticismo su questo kit. Una persona interessata ad un raffreddamento di tipo phase change è platealmente un overclocker, di conseguenza come sottolineato dall’autore, si indirizza verso un kit CPU+NB+Dual GPU, mentre uno a cui non interessa l’overclock, si indirizza sicuramente verso altri sistemi di raffreddamento.
Chi clocca serio non usa di certo un case :mrgreen:
francamente non mi ispira fiducia… un VapoChill XE II … ecco quello mi ispira fiducia!
Io avevo pensato ad un sistema tipo aria condizionata nel case, cosi si può sigillare e dire anche addio alla polvere, ovviamente unità ottiche e HD tradizionali è meglio tenerli fuori dalla zona fredda…
PS: ma gli articoli sui case dove sono finiti? prima erano vicino a schede madri e processori, ora non li trovo più :(
Scusate la domanda forse un po fuori luogo ma qualche tempo fa ho letto delle Solid State Fan, sapete se ne esistono in vendita e che prestazioni abbiano?