

Non sarà mica che in un confronto transistor/funzionalità, ma anche watt/funzionalità, fra il più moderno dei PC/Mac e un 64 ben carrozzato, siano i nostri moderni gioiellini a doversi vergognare? Per scoprirlo non c’è altro modo che seguire questa nuova puntata della pluri-(mal)imitata rubrica Nostalgia Informatica.
Premetto che quanto segue è un solo volo radente attraverso le numerosissime modifiche possibili per l’home computer più diffuso al mondo, il C64, che a loro volta sono solo una frazione di quelle disponibili per altre piattaforme. Un grazie va a cbmitapages.it, cui rinvio per ulteriori approfondimenti.

A titolo di paragone, serve ricordare che una versione personalizzata del 65816 – funzionante però a 3,5Mhz circa – è alla base della console Super Nintendo. Difficile e non omogeneo un paragone con il 68000 che equipaggiava Amiga e Atari ST, la cui frequenza di clock era, a titolo di cronaca, di 7.16 e 8Mhz rispettivamente.

Le possibilità del C64 aggiornato con SuperCPU emergono quando sul processore giri codice assembly, molto popolare in un’epoca in cui non era possibile sprecare nemmeno un millesimo delle esigue risorse hardware disponibili. SuperCPU abilita funzionalità mirabolanti per un C64 come lo scrolling di un’immagine bitmap a colori e permette l’esecuzione di OS avanzati come Wheels – un’evoluzione di GEOS dotata del browser Web “The wild surf” – e il sorprendente CLiPS, dotato perfino di preemptive multitasking, di cui oggi non si trova quasi più traccia sulla rete.
Altro OS che con SuperCPU dà il meglio è Contiki – di cui ci occuperemo presto: open source, dotato di multitasking, estremamente snello e idoneo per piattaforme anche molto datate (secondo Wikipedia girerebbe anche su VIC-20!).

Come non dedicare poi qualche parola ai potenziamenti del mitico SID, il circuito audio del C64. Vale a questo proposito la pena di ricordare soluzioni MIDI come MSSIAH, una cartuccia che offre funzionalità come sequencer, sintetizzatore, batteria e mette a disposizione gli strumenti del SID tramite interfaccia grafica, ossia senza dover impazzire con l’esadecimale e la gestione della memoria su cui i programmatori degli anni ’70 e ’80 si sono fatti le ossa. Da non trascurare la possibilità di aggiungere un secondo SID, per ottenere dal proprio 64 audio a 6 voci/6 tracce.
Per un nostalgico e aspirante archeologo informatico come il sottoscritto, immergersi nell’universo delle modifiche per vecchi home computer rappresenta un momento di autentica commozione: significa esplorare un mondo – decisamente passato di moda – in cui domina l’uso intelligente di risorse limitate, il trucco, la modifica manuale. Significa accedere a un catalogo di hardware dedicato, la cui esistenza i più neppure sospettano, e la cui vastità dà un’idea della passione indefessa con cui molti si dedicano tuttora alla cura del proprio caro vecchio home computer.