40anni fa nasceva l’Homebrew Computer Club

Esattamente 40anni fa (il 5 marzo del 1975) in un garage a Menlo Park, nella Bay Area di San Francisco, si teneva la prima riunione di un gruppo di giovani hacker appassionati di elettronica: nasceva l’Homebrew Computer Club.

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Alla riunione, coordinata da Fred Moore e Gordon French, partecipano circa 30 persone, e l’eco che ne deriva è talmente ampio da creare un vero e proprio movimento di diverse centinaia di appassionati.

Lo spirito del club è incentrato su un’idea che, all’epoca, molti ritenevano assurda: ogni persona deve possedere in casa propria un home (personal) computer. E l’Homebrew Computer si trasforma nella scintilla di questa rivoluzione, con riunioni quindicinali caratterizzate da dibattiti, lezioni di elettronica e programmazione nel nome del libero scambio delle informazioni: non importa se sono protette e riservate, anzi, più lo sono e più è emozionante condividerle.

Gli argomenti trattati sono i più diversi, passando per l’utilizzo degli ultimi ritrovati dell’elettronica, ai primi prototipi di micro computer fino allo scambio “libertino” del software.

Diversi gli aneddoti a riguardo, tra cui il furto da parte di Sokol di un chip Atari contenete il nuovo Pong che, essendo rivoluzionario, doveva, secondo la logica del club, appartenere a tutti.

Per diffondere le proprie “scoperte”, l’Homebrew Computer Club pubblica periodicamente una newsletter che diviene una delle più influenti nell’area della Silicon Valley. La prima viene resa disponibile il 15 marzo del 1975 mentre l’ultima, dopo 21 numeri, a dicembre del 1977.

Chiaramente la cosa più facile da condividere è il software, anche in funzione del fatto che il relativo concetto di copyright è ancora un qualcosa di decisamente sfumato. A “rompere le uova nel paniere” ci pensa un giovanissimo Bill Gates che in una lettera raccoglie tutto il suo “sfogo” accusando l’Homebrew, senza giri di parole, di furto. Oggetto della lettera è la copia indiscriminata dell’interprete Basic sviluppato per l’Altari 8800 e su cui la neonata Micro-Soft basa i propri guadagni in funzione del numero di copie vendute.

La lettera di Gates ha una ripercussione più profonda di quanto spesso si è portati a credere, perché innesta il seme del denaro e del business nell’Homebrew, tanto che molti dei suoi soci cominciano a pensare seriamente di entrare nel mondo degli affari. Nascono così l’Apple I di Jobs e Wozniak, l’Osborne 1 progettato da Lee Felsenstein, la Fairchild Channel F progettata da Jerry Lawson e il CP/M di Gary Kildall.

In breve tempo la maggior parte dei pionieri dell’Homebrew abbraccia la nuova industria dei personal computer, condizionandone l’ evoluzione e scrivendo pagine di storia della rivoluzione informatica.

Trovate il testo originale e la traduzione della lettera di Gates qui: An Open Letter to Hobbyists.

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