Nei tempi in cui Commodore 64 e Spectrum si contendevano il gruzzoletto accumulato per Natale, la comunione o il compleanno di milioni di ragazzini, la Amstrad fece il suo ingresso nel mercato europeo degli home computers con un sistema destinato a rimanere negli annali: il CPC 464.
Nei suoi anni di attività nel settore PC, l’azienda fondata e – caso quasi unico nel settore – ancora diretta da Sir Alan Michael Sugar (AMS di Amstrad) ha sviluppato una ampia gamma di sistemi, alcuni anche destinati al settore professionale. Fra questi tuttavia il CPC 464 merita più di tutti di essere ricordato, non tanto per le caratteristiche tecniche, ma per essere stato uno dei computer più venduti d’Europa negli anni ’80.
L’architettura hardware ruotava attorno alla CPU Z-80 di Zilog, che sostituì in fase avanzata di progettazione il MOS 6502. Il sistema era posizionato sul mercato come “completo”, poiché dotato di serie di tutte le periferiche necessarie al suo funzionamento: il registratore e il monitor, disponibile a colori o a fosfori verdi.
L’integrazione del registratore sul lato destro – rimpiazzato nei modelli successivi da un lettore floppy dal formato atipico: 3″ – conferiva al CPC un layout oblungo che, assieme alla tastiera colorata, garantisce tutt’oggi al sistema un look inconfondibile.
Malgrado sia oggi ricordato primariamente per il ragguardevole parco software videoludico, il CPC offriva agli utenti più smaliziati un ottimo interprete BASIC e la compatibilità con CP/M di Digital, garantita dalla CPU Z-80 fino alla versione 3.0.
Inizialmente munito di 64 Kb di RAM, fu poi rilasciato in versioni dotate di 72KB – per il mercato spagnolo, che al tempo super-tassava i computer stranieri con 64Kb o meno! – e 128Kb, ed equipaggiato con il citato lettore floppy da 3″ (180Kb per ogni lato) in luogo del registratore di cassette.
L’ultima evoluzione del CPC fu rappresentata dalla serie Plus. Era ormai il 1990 e già sul mercato i sistemi a 16 bit basati su Motorola 68000, primariamente Amiga e Atari ST, imperversavano, con capacità grafiche e sonore fuori portata per l’architettura 8bit del CPC.
Fu dunque la transizione ai 16bit a porre fine all’avventura di Amstrad nel settore home computer. Un’avventura che verrà ricordata negli anni, diversamente da quanto accadrà per la forse più affidabile, ma di certo meno romantica, attività attuale nel settore degli elettrodomestici e dell’elettronica di consumo: chi mai scriverà fra vent’anni di un’azienda che mette il suo marchio sui frigoriferi portatili prodotti in Cina?
Che dire…complimenti anche per questo venerdì!
Io comunque ero un commodoriano di ferro :D!
fosfori verdi… quello ero io. Il mio amico invece aveva il Commodore 64, di cui invidiavo la grafica a colori.
Il manuale del CPC464 riportava diversi esempi di codice ma erano così pieni di errori di stampa che un bambino di 10 anni non sarebbe mai stato in grado di lanciare un programma, neanche copiando scrupolosamente il listato.
I giochi non erano male, l’Amstrad aveva anche titoli decenti portati da Amiga e Commodore. I più sensazionali (o forse meno sensanzionali, non ricordo) erano i giochi su Roland, una specie di Mario per la Nintendo. Roland nello spazio, Roland nel tempo, Roland va a spalare, la fuga di Roland. Un mito senza età che voi Commodoriani non conoscerete mai buahahah.
Arnold, da cui Roland, era il nome in codice del CPC, che poi è stato assegnato a quella che doveva essere la mascotte della piattaforma. Che tempi…
bellissimo computer, ce l’ho ancora e funziona. Peccato che le cassette dei giochi si siano deteriorate (non ho mai trovato il modo di duplicarle!!).
Comunque ci ho imparato i rudimenti del basic e mi sono divertito molto.
Era il mio! Che forte: avevo programmato la canzone del carnevale con un milione di “sound” :-)
Ricordo le pubblicità in tv e qualche articolo sulle riviste dell’epoca. Non macinava certo i numeri dei mainstream dell’epoca, Commodore 64 e ZX Spectrum, forse neanche quelli degli altri computer di Commodore e Sinclair o degli MSX giapponesi. Però è uno degli esempi di creatività di quella stupenda era dei computer a 8 bit che hanno portato l’informatica nelle case, a portata di tutti.
Il Motorola 68000 non era una CPU a 16 bit, ma a 32 bit.
@ Cesare
http://en.wikipedia.org/wiki/Motorola_68000
“The 68000 may be considered a 16-bit microprocessor which is microcoded to accelerate 32-bit tasks.”
all’epoca avevo il C64, ma invidiavo un amico possessore di cpc64, mi sembrava molto più “avveniristico” :-) :-)
a quando un articolo sul Sinclair QL ?
Sinclair QL… equipaggiato se non erro col motorola 68008, versione con bus a 8 bit del 68000. Presto direi!
Da commodoriano mi ricordo che del cpc invidiavo la grafica coloratissima. Mi ricordo di una recensione della conversione di Thunderblade su Zzap! con una grafica per i tempi davvero notevole… Se non ricordo male però si aveva qualche difficoltà a ottenere uno scrolling fluido… o mi sbaglio?
@Alessio: infatti è scritto bene. “Può essere considerato un microprocessore a 16 bit”.
Chi conosce bene quest’architettura sa che l’unica cosa a 16 bit era il bus dati ESTERNO del processore (il bus indirizzi esterno era a 24 bit), ma l’architettura interna era a 32 bit. ;)
@Alessio: il 68008 era IDENTICO al 68000, tranne per il bus dati ESTERNO a 8 bit e il bus indirizzi (sempre esterno) a 20 bit.
Internamente, al solito, l’architettura era a 32 bit.
fu il mio primo home computer, aveva uno Z80 a ben 4Mhz mentre il C=64 si fermava a 0.99 mhz, un numero maggiore di colori anche se il Vic (coprocessore video) del C64 permetteva uno scrolling migliore e una migliore gestione della grafica.
Chi si ricorda electro freddy? O I giochi dell’ Amsoft (quella dei vari roland) ? Scrolling a parte ricordo molte conversioni ben riuscite che compravo alla LAGO a 19.900 lire, Caudron II e The sacred Armour of Antiriad della palace software, Barbarian (sempre palace)? Ghost’n’Goblins …
[…] dalla Amstrad (che ancora annoverava nella sua disordinata griglia di prodotti, la serie CPC) come competitor diretto dell’Atari ST, il che accelerò l’inevitabile destino del PC […]
Non sapevo che avevate pubblicato un articolo in merito, quindi anche se datato lascio un commento.
Recentemente ho ristrutturato casa, così in una vecchia scatola ho trovato il cpc464. I miei l’acquistarono nel 1984, versione completa di monitor a colori. Ma non era Amstrad, ma veniva realizzato dalla Schneider. Le differenze sono nella mancanza dei colori in alcuni tasti e altre piccole cose. Aveva 2 manuali, uno tedesco della Schneider e quello originale in italiano Amstrad, che come avete sottolineato, aveva i listati (sarebbe il codice di ora) pieno zeppo d’errori.
Con quel computer, io imparai a programmare. Era uno dei primi pc nel mio piccolo paese, e per numerosi anni a seguire non ebbi modo di procurarmi cassette, o altra documentazione. Forse anche per questo motivo preferivo realizzare programmini di vario tipo in basic. Ricordo come fosse ieri diversi game realizzati che salvavo su cassette e non vi dico quante volte maledicevo il fatto che i nastri si rovinavano e ci perdevo tutto. La scritta “read error A” era la più temuta mentre caricava dal nastro.
Tra le altre cose insieme al pc che i miei pagarono 1,5 milioni di lire, cifra comunque che a me sembra troppo elevata per il periodo (l’avevano preso da venditori che giravano di casa in casa), veniva fornita una scatola, con un corso di alcune cassette realizzato dal CNR che spiegava i fondamenti dell’informatica e della programmazione.
Ci sarebbe molto altro da dire, è incredibile come nonostante fossi un bambino, ricordo alcune cose che ora trovandomi davanti un pc mi dimenticherei il giorno dopo.
Il cpc464 è un ricordo che non dimenticherò mai.
Aveva un processore più veloce del commodore 64 ma, nonostante ciò, le performance generali, soprattutto video e audio, erano inferiori. Non aveva gli sprite ed aveva un scrolling scattoso e lentissimo. Dal punto di vista hardware aveva una tastiera scomoda e scarse possibilità di espansione avendo porte e connessioni non standard. Ma il suo punto debole era il mangianastri integrato che era lento e diffettoso. Però aveva un basic molto semplice e potente, con avanzati comandi per i grafici anche se non ricordo avesse i comandi per i dischi.
Sono stato anche io possessore sia del CPC464 (per primo) e del C64 (acquistato dopo). Riguardo ai listati errati nel manuale del CPC, con un pò di logica all’epoca sono riuscito ad avviarli tutti, confermo anche quanto detto sulla scattosità nello scrolling. Riguardo al basic mi sono trovato meglio con il CPC, simile ma molto diverso e direi più macchinoso quello del C64, ma entrambi fantastici home computer per quei tempi, per entrambi riuscivo tranquillamente a duplicare le cassette. Per l’Amstrad avevo il monitor a fosfori verdi, poi ho trovato il modulatore e lo collegavo alla tv a colori, mentre della Commodore avevo sia il monitor a colori che la stampante ed il lettore floppy 5.25 oltre che il mangianastri, cartucce, modem, mouse ecc. Li ricordo ancora oggi con piacere, mi sono anche scaricato e stampato i manuali, ogni tanto riprendo sia il CPC che il C64 sotto forma di emulatore, mi sono realizzato un pc per lo scopo, giusto per divertimento e per trascorrere un pò di tempo piacevolmente in nome dei vecchi ricordi. Viva gli anni ’80!!!
Slve vorrei chiedere a Christian…ma erano gli stessi venditori che l hanno venduto a me?! Stesso corso (che poi qualche cassetta non funzionava) possiedo due cpc464 uno amstrad e l altro shneider cerco un monutor a colori..per ora uso un tv con cavo scart tra cpc e tv. Sto realizzando anche periferiche per il cpc e qulche gioco..se volete potete contattarmi. Per i giochi vi suggerisco di scaricarli in mp3 da amstradeus un sito francese e di iniettarli dentro al cpc con un adattatore per cassette (dai cinesi!) oppure i filess cdt con tapdancer li aprite e stesso procedimento..