Fact checking: come il tablet può migliorare la TV

Ormai è assodato: i tablet e smartphone sono un secondo schermo, che si affianca spessissimo alla fruizione della TV per lo svolgimento di una serie di attività, non necessariamente coerenti con quanto avviene sullo schermo della televisione:

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Il grafico qui sopra, elaborato da Business Insider, inquadra l’uso correlato alla programmazione televisiva come un trend non trascurabile. Se infatti le prime quattro attività sono parallele alla TV, ossia le sottraggono attenzione, le ultime quattro la completano sinergicamente, arricchendo l’informazione e dando all’interesse dell’utente rispetto a quanto mostrato. Uno sbocco del tutto nuovo, che sta lentamente ristrutturando il nostro modo di fruire dei mass media e in parte sovvertendo il modello broadcast.

Consapevoli di questa tendenza, le reti televisive cercano di incanalare la discussione e l’interazione col pubblico nei propri canali social, un primo esempio di come il secondo schermo rappresentato dai dispositivi mobile possa effettivamente arricchire l’esperienza televisiva.

Malgrado i primi coraggiosi esperimenti, questo nuovo modello di interazione con la programmazione televisiva presenta potenzialità enormi, di cui solo una piccola parte oggi è dispiegata. Dal canto mio reputo che il miglior servizio che si potrebbe trarre da un tablet durante una trasmissione televisiva sia quello che gli anglosassoni chiamano fact checking: una funzione di tradizionale appannaggio del giornalismo professionale, che avrebbe nella simultaneità abilitata dal tablet il luogo ideale per lo svolgimento.

Lo sforzo necessario sarebbe proporzionale alla vastità degli argomenti esaminati e il servizio potrebbe avere un suo palinsesto, coerente con quello delle simultanee trasmissioni TV. Dico di più: con il giornalismo professionale lanciato in una corsa al ribasso – innescata proprio dall’avvento dei nuovi media – le risorse editoriali non mancherebbero. E il pubblico, sarebbe disposto a pagare per un servizio del genere? Personalmente credo di sì, particolarmente in un’epoca di campagna elettorale permanente, che rende il dibattito politico irrilevante ai fini della formazione dell’opinione.

I dati del grafico citato mostrano un’ottima disposizione del pubblico ad un uso simultaneo e contestuale di tablet e TV. Uno strumento nato precisamente attorno a questo scopo non potrebbe che trovare terreno fertile.

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