Dopo avere parlato degli albori della storia del Petrolio ed averne più ampiamente discusso gli sviluppi da un punto di vista storico fino alla seconda guerra mondiale, ed averne evidenziato lo sviluppo in particolare negli Stati Uniti parlando della Standard Oil e del suo fondatore, J. D. Rockefeller, andiamo quest’oggi a parlare del ruolo che l’Italia ha avuto sullo scenario petrolifero internazionale, ruolo divenuto particolarmente importante nel dopoguerra che ha portato l’Italia a divenire una delle grandi del petrolio, grazie in particolare alla figura di Enrico Mattei e dell’ENI.
L’ITALIA NELLO SCACCHIERE PETROLIFERO TRA INIZI DEL SECOLO E DOPOGUERRA
Al termine della seconda guerra mondiale l’Italia ha dovuto fare gli inevitabili conti con il processo di ricostruzione, aggravato dal peso della sconfitta inizia a subire una certa sudditanza rispetto agli interessi delle Forze Alleate, in particolare degli Stati Uniti.
Le attività dell’allora ente statale Agip – Azienda Generale Italiana Petroli, nato sotto l’egida fascista nel 1926, portarono allo sviluppo della società in varie regioni quali la Romania e l’Albania, oltre che in Libia grazie alla scoperta del petrolio in questa regione ad opera di Ardito Desio, ed inoltre portarono all’esplorazione ai fini petroliferi della nostra penisola, esplorazione che non ebbe però grande successo fino all’interessamento, nell’immediato dopoguerra, degli americani.
Tale interesse era maturato in seguito all’esame della documentazione delle ricerche effettuate dai tecnici dell’Agip negli anni 30, ricerche che sebbene apparissero poco fruttuose racchiudevano un potenziale che non era stato compreso all’epoca.
Da tale interessamento nacque l’esigenza per gli americani di eliminare ogni possibile contesa e problema sulla via dell’oro nero Italico, problemi che vennero rimossi grazie alla politica accondiscendente fino all’arrivo all’Agip di un personaggio che ne segnerà la storia in maniera rilevante, Enrico Mattei.
LA FIGURA DI MATTEI ED IL SUO RUOLO NELL’AGIP
Enrico Mattei, ex partigiano e membro della nascente Democrazia Cristiana, venne incaricato nel 1946 di occuparsi della liquidazione dell’allora poco fruttuosa Agip, compito che venne svolto in maniera opposta in quanto, accortosi del potenziale dell’azienda e delle ricerche sul suolo Italiano effettuate nel passato, in particolare sul fronte del gas naturale, comprese che l’Agip poteva divenire strategica per il paese e puntò tutto sul rilancio dell’azienda con metodologie spesso contestate ed ostacolate dalla politica, spinta probabilmente dagli interessi delle compagnie appartenenti alle cosiddette Sette Sorelle (alcune delle quali incontrate nel precedente post), ovvero:
- Standard Oil of New Jersey
- Royal Dutch Shell
- Anglo Persian Oil Company
- Standard Oil of New York
- Texaco
- Standard Oil of California
- Gulf Oil
Tali compagnie si spartivano l’intero mercato petrolifero internazionale e formavano tra di loro un vero e proprio cartello il cui accesso era pregiudicato agli altri operatori, e la presenza nel mercato di un concorrente operante in particolare modo in un territorio di interesse non era certo ben vista.
L’operato di Mattei permise, grazie anche a comportamenti spregiudicati ed ai limiti del lecito di portare l’Agip ad operare consistenti indagini su tutto il territorio Italiano e, cosa forse ancora più importante, di entrare nel mercato petrolifero mediorientale stringendo accordi direttamente con lo Scià di Persia e con altri partner (Libia, Egitto, ecc.), accordi resi possibili dall’applicazione da parte dell’Agip nei confronti dei propri partners di una politica economicamente molto vantaggiosa per essi rispetto a quanto applicato dalle Sette Sorelle.
Dall’Agip successivamente (nel 1953) prende vita l’ENI – Ente Nazionale Idrocarburi, azienda sorta per inglobare le differenti società operative nei vari settori energetici sviluppatesi intorno all’Agip e le sue sorti procedono a doppio filo con quelle del suo fondatore, lo stesso Enrico Mattei che avevo reso l’Agip un interprete internazionale di assoluto rispetto e che continua con la propria strategia, sicuramente spregiudicata ma anche di successo, a fare crescere l’azienda pur raccogliendo intorno a se molti nemici.
La storia successiva è nota, la morte di Mattei nel 1962 avvolta nel mistero, sebbene l’ipotesi di omicidio sia stata confermata in tempi recenti attraverso alcune perizie sui reperti.
Con questo capitolo nazionale sulla storia del petrolio si conclude anche il post odierno termina qui, ma tratteremo ancora questo argomento lunedì prossimo, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.
Mattei, lo dice la storia più che i processi, fu assassinato perché mise in dubbio gli interessi energetici angloamericani e il loro monopolio sul mercato…
Una figura per certi versi discutibile (diciamo che scese spesso a compromessi, per il fine), ma che agì sempre con l’idea di dare all’Italia un ruolo di primo piano in campo energetico e soprattutto nell’area del Mediterraneo, mai per interessi personali.
Tutto il contrario della gentaglia – con rare eccezioni – che siede al potere, non solo politico, da una ventina d’annni.
Consiglio il film “Il caso Mattei” di Rosi, con il grande Gian Maria Volontè.
Ciao, cosa intendi con
“L’operato di Mattei permise, grazie anche a comportamenti spregiudicati ed ai limiti del lecito di portare l’Agip ad operare consistenti indagini su tutto il territorio Italiano”?
Mi pare strano che una compagnia italiana operasse ai limiti della legalità per eseguire prospezioni in territorio italiano.. tra l’altro, ironia della sorte, il petrolio è stato trovato davvero in Basilicata (si parla del più grosso giacimento terrestre europeo..) ed è sfruttato da una compagnia britannica..
per la serie: non riusciamo mai a fare i nostri interessi strategici..
@ andres
condivido pienamente il tuo commento, seppure sul bordo e spesso oltre del lecito, Mattei è stato uno dei pochi casi di persona che credeva negli interessi della propria nazione
@ Giacomo
la frase è espressa un po’ male, ciò che volevo esprimere era che il “metodo Mattei” basato su comportamenti spesso oltre la legge (non dimentichiamo che era il liquidatore, ed invece faceva investimenti in ricerche difficilmente giustificabili in bilancio, oltre molto altro) ha però permesso di impedire che un’azienda dotata di un grande potenziale venisse cancellata, e con essa si lasciasse mano libera agli interessi stranieri in Italia… all’epoca sotto la guida di Mattei venne scoperto un giacimento di petrolio in Emilia Romagna ed altri di gas naturale, la scoperta in Basilicata se non sbaglio è abbastanza recente…
proprio Mattei rappresentò la persona capace di fare gli interessi strategici dell’Italia, interessi in un campo dove tutti giocano sporco, e nel quale ha incontrato ostacoli messi dalla stessa politica Italiana, evidentemente poco dotata di spirito patriottico e facilmente manipolabile dal soggetti stranieri (e francamente mi ricorda una certa morbidezza mostrata dalla politica moderna davanti a certe “regalie” di aziende ad altri stati, quando poi dagli stessi abbiamo assistito ad un protezionismo ostinato delle proprie aziende)
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all’epoca sotto la guida di Mattei venne scoperto un giacimento di petrolio in Emilia Romagna ed altri di gas naturale
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Cortemaggiore, da cui il nome della benzina: Supercortemaggiore oggi solo Super.
In alcuni film dell'epoca si possono vedere distributori Supercortemaggiore.
Per maggiori info Google.
Io sono di Cortemaggiore ;)
tutto il mio rispetto per una figura eccezionale, Enrico Mattei ucciso brutalmente perchè ha cercato di fare gli interessi del nostro paese. Stesso rispetto per il regista Pasolini e il giornalista De Mauro, anch’essi uccisi perchè cercavano di portare la verità alla ribalta.
In effetti la forza dell’ENI è soprattutto data dal monopolio del gas in Italia. Toglietegli quello e vedete cosa rimane.. Con lo svantaggio di dover pagare caro il prezzo del gas
Dopo Mattei vari scandali hanno coinvolto la dirigenza di questa sociètà, i cui vertici, di nomina politica, non sempre sono indipendenti e all’ altezza della situazione. Anzi spesso con stipendi d’oro non commisurati ai risultati economici.
Basterebbe confrontare i numeri di fatturato e utili con quelli di altre compagnie concorrenti.
E’ un vero peccato, perchè l’azienda ha grandi professionalità e potrebbe dare all’Italia, specie in questo momento, un miglior contributo all’innovazione nel campo della energia.