di  -  venerdì 13 Gennaio 2012

Tanti auguri Commodore 64!

Eh si, il Personal Computer più venduto al mondo spegne in questi giorni 30 candeline e di tempo ne è decisamente passato dal gennaio del 1982 quando fu presentato al CES di Las Vegas.

I numeri di questo piccolo gioiello sono da capogiro: si stima siano stati prodotti tra i 17 ed i 22 milioni di unità, nelle varie edizioni che lo hanno accompagnato. Anche tecnicamente il C64 si difendeva decisamente bene: processore MOS 6510 (MOS Technology era di proprietà della stessa Commodore e le cui CPU 6502 furono utilizzate da Apple per l’Apple I e II) con frequenza di 1 MHz, 64KB di RAM, due chip diversificati per la grafica e la riproduzione audio, entrambi con caratteristiche avanzate. Nel 1983 ne viene persino realizzata anche una versione “trasportabile”: l’SX-64, dotata di monitor CRT a colori e lettore floppy da 5,25″ incorporati.

Come da tradizione in questa rubrica, vogliamo però spingerci oltre e non parlare del calcolatore in se, ma dell’uomo dietro al suo successo, ovvero Jack Tramiel.

 

Jack Tramiel

Nato in Polonia il 13 dicembre del 1928, di origine ebraica, dopo essere scampato allo sterminio nazista, emigra negli USA e si arruola nell’esercito. Di istanza a Fort Dix apprende l’arte di riparare gli strumenti di ufficio, in particolare le macchine da scrivere Hermes Baby, riuscendo, nel frattempo, ad ottenere un contratto di assistenza alla Fordham University e a frequentare un corso presso l’IBM per imparare a riparare le macchine da scrivere elettriche. Nel 1952 lascia l’esercito e, dopo essere diventato cittadino americano nel ’53, inizia a lavorare come tassista e riparatore tuttofare, grazie all’apertura di un piccolo laboratorio di macchine per ufficio nel Bronx (New York). La svolta però arriva nel 1954: in società con un amico fidato crea la Commodore Portable Typewriters, con un nome ispirato dalla sua passione per il mondo militare. Si narra, infatti, che essendo già utilizzati i nomi Admiral e General, Tramiel optò per Commodore dopo aver visto a Berlino, durante un viaggio, una macchina con il nome inciso su di essa.

Il primo atto della società è quello di acquistare 200 macchine da scrivere IBM delle Nazioni Unite, ripararle e rivenderle. Con i proventi viene ripetuta l’operazione con uno stock di macchine Singer, ma Tramiel, insoddisfatto dei profitti che la società riesce a trarre da questo business, inizia ad importare e commercializzare macchine da scrivere dall’Europa E qui c’è un pezzo d’Italia: infatti Tramiel ha una particolare attenzione per i prodotti Olivetti, di cui è grande estimatore.
Nel 1955 nasce la Commodore Business Machines International (CBM), con lo scopo di importare negli USA macchine da scrivere prodotte dalla Ceca  Zbrojovka Brno. Per fare ciò, però, Tramiel deve creare la società in Canada (Toronto) poiché facendo l’allora Cecoslovacchia parte del blocco comunista, era vieto importarne i prodotti negli States. A tal proposito Tramiel dirà:

“..We bought the parts in Czechoslovakia and assembled them in Canada, so our typewriters were true Canadian products..” [compriamo i pezzi in Cecoslovacchia e li assembliamo in Canada, così le nostre machine da scrivere sono un “vero” prodotto Canadese]

Nel 1962 la CBM approda in Borsa, e, successivamente, in seguito all’invasione delle macchine da scrivere giapponesi, comincia a guardare ai mercati affini, in particolare alla produzione di calcolatrici utilizzando tecnologia e componentistica di Bowmar e Texas Instruments.

Commodore portable Typewriter I

Tramiel intuisce l’importanza strategica della microelettronica e decide di rendersi indipendente con l’acquisizione (1976) della MOS Technologies, società che produce chip di elevata tecnologia ma finanziariamente in cattive acque.

 SR7919, una delle calcolatrici Commodore

Eccetto i circuiti per le calcolatrici, Tramiel è intenzionato a tagliare tutti i rami secchi dell’azienda acquisita, ma Chuck Peddle, già in MOS, riesce a convincerlo che la CPU 6502 (terminata da poco) potrà dare grandi soddisfazioni in futuro, diventando la base per la produzione di personal computer. La sfida non è tanto nel far capire al CEO di Commodore il “valore” della CPU, quanto spiegargli, nel 1976, cosa sia un “personal computer”: un’idea astratta, un’intuizione comune a pochissime persone al mondo.

La leggenda vuole che il pragmatico Tramiel abbia dato a Peddle una sorta di ultimatum: portare a termine entro sei mesi il progetto di un computer per il mercato professionale, pena l’abbandono del settore. La scadenza è rispettata: e nel ’77 nasce il primo personal computer di Commodore: il PET 2001, ovvero il Personal Electronic Transactor 2001.

 

Chuck Pedddle ed il PET 2001

Si conclude qui il primo dei due post dedicati a Tramiel e agli anni gloriosi del marchio Commodore. L’appuntamento è per il prossimo venerdì, nel frattempo vi lascio con un breve video dedicato al PET 2001.

22 Commenti »

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  • # 1
    Altrove
     scrive: 

    Io ho iniziato lavorando proprio su un Commodore Pet 3032 (figlioccio evoluto diquesto).
    6502 a 1 Mhz, 8 Kbyte di ram e floppy da 64Kbyte …. SIGH!

    Quanto costava, fra l’altro …. alcuni milioni di lire dell’ 82!

    Ottima macchina per l’epoca, fra l’altro…..

  • # 2
    phabio76
     scrive: 

    Da gran fanatico della Commodore, bisogna riconoscere che il PET era una macchina con enormi limiti, specialmente se confrontata con l’Apple II uscito qualche mese prima.

    Peddle fece visita a Jobs e Wozniak prima di iniziare lo sviluppo del PET, c’era da parte di Commodore la concreta possibilità di acquisire la Apple appena fondata ma le richieste spropositate di Jobs fecero saltare tutto…

  • # 3
    Marco
     scrive: 

    “bisogna riconoscere che il PET era una macchina con enormi limiti”

    Ma costava la metà ed avevi monitor e registratore integrati ;-)

  • # 4
    phabio76
     scrive: 

    @Marco
    Il monitor era integrato, ok, in una macchina dedicata al business, non avere la possibilità di usare un qualsiasi TV color non consideriamolo grave, come pure di essere monocromatico.
    La lentezza del registratore integrato (come tutti i registratori) è intollerabile in ambienti lavorativi.
    Le limitazione più gravi sono la poca memoria a disposizione (4K o 8K), la mancanza di slot di espansione che lo rendevano inutilizzabile con fogli di calcolo più pesanti, e la visualizzazione limitata a 40 colonne.

    Un Apple II con l’espansione a 48K, l’espansione a 80 colonne e il floppy disk drive manteneva un prezzo competitivo ed era enormemente superiore.

  • # 5
    Antonio Barba (TheKaneB)
     scrive: 

    @phabio76: il PET2001 non puoi confrontarlo con un Apple II con espansioni al massimo e Floppy Drive. Ci sono alcuni anni di distanza tra le due possibili configurazioni. Quando uscì il PET2001 era veramente competitivo, Apple recuperò in un secondo momento mentre Commodore faticava a tirare fuori una macchina superiore.

    Il monocromo all’epoca era standard nel business. Anzi, la presenza dei colori faceva apparire una macchina come un giocattolo, perchè era associata ai giochi e non alle applicazioni serie (ed in effetti Apple II aveva una nutrita collezione di giochi, finchè non fu annientato da Vic-20 e C64, ma anche questo accadde alcuni anni dopo).

  • # 6
    phabio76
     scrive: 

    Infatti, come ho detto, il colore era un valore aggiunto nell’Apple II. Restando in ambito business, il 90% delle vendite di Apple nel 78-79 provenivano da questo settore.
    Il PET, è vero, costava circa la metà dell’Apple II da 4K, ma in questa configurazione le definirei ancora macchine da hobbysti e a questa dimensione il PET è rimasto confinato, nonostante le ambizioni.
    L’acquisto tipico del businessman nel 1979 era: Apple II 48K, card 80 colonne, floppy disk + Visical,
    con buona pace di tutti i concorrenti.
    L’Apple II adeguatamente carrozzato, che arrivava a costare più di $4000 espandendo la versione originale del 1977, dominò il mercato fino al 1981 quando si scontrò con il PC IBM… dire che fu “annientato dal VIC-20” è un insulto a Woz.

  • # 7
    Antonio Barba
     scrive: 

    “annientato” era riferito all’ambito ludico :-)

    Comunque da quello che ho letto nel libro “Commodore: A company on the edge”, durante tutto il primo anno, il PET2001 vendette qualcosa come 10 volte il numero di Apple II, il recupero avvenne in maniera lenta ma costante.
    Infatti Apple introdusse pian piano il floppy drive (battendo sul tempo il costoso progetto dual-drive di Peddle, che non vide mai la luce perchè troppo complesso) e l’espansione a 80 colonne.

    Nel libro citava anche qualcosa riguardo lo sviluppo di Visicalc.
    Dice che la Personal Software, fondata dal tizio che invento MicroChess per il KIM-1, era impegnata a produrre software per PET2001 per tutto il primo anno e avevano acquistato un Apple II su cui inizialmente fecero il porting di Microchess.

    Ad un certo punto, il progetto di VisiCalc (di cui non era ancora stato fiutato il potenziale) venne presentato alla Personal Software dal suo inventore. La Personal gli diede l’AppleII per sviluppare il suo software, perchè i 5 PET dell’azienda erano tutti impegnati nello sviluppo dei loro software commerciali (a quel tempo il PET2001 era ricercatissimo proprio negli uffici, mentre l’Apple II aveva una diffusione minore e iniziava ad avere una discreta fama come macchina da gioco), per cui la prima versione di Visicalc uscì proprio per quella piattaforma praticamente per caso.

    Dopo l’uscita di Visicalc, le vendite di Apple impennarono (erano già 2 anni che vendevano pochissimo ed a quanto pare avevano difficoltà economiche) in modo assurdo, con businessman che chiedevano “Mi serve Visicalc” agli addetti dei negozi di computers. La gente aveva disperato bisogno di visicalc e questo fatto mise definitivamente in ombra il PET2001 in favore dell’Apple II che aveva molti pregi ma soprattutto aveva la sua killer application, che il PET non aveva.

    Ti ho un po’ riassunto la vicenda, ma nel libro ci sono tutte le interviste ai vari protagonisti della vicenda: Personal Software, poi rinominata VisiCorp, Peddle, Wozniak, Gates, ecc…

  • # 8
    phabio76
     scrive: 

    Il libro sulla Commodore l’avevi già citato qualche post fa… l’ho preso su Amazon ma devo ancora finire di leggere la biografia di Jobs…
    Riassumendo:
    Nel 1977 escono nell’ordine Apple II, PET, TRS-80, che si possono considerare concorrenti sul mercato, anche se l’Apple II, grazie al colore, è più orientata agli hobbysti e ad applicazioni ludiche.

    Come dice Wozniak in iWoz, le cose presero una piega impensabile all’inizio, con la maggior parte degli introiti che iniziarono ad arrivare dal settore business che avevano del tutto ignorato.
    Il PET nasceva come macchina orientata al business ma non si rivelò versatile ed espandibile come l’Apple II. In questo senso dico che il PET era limitato. Il progetto base dell’Apple II (che risale al 1976) ha invece risposto a tutte le esigenge del mercato grazie agli otto slot di espansione e la facilità con cui potevano essere progettati gli add-on.
    Tanto che il primo prodotto hardware della Microsoft è stata una card con lo Z80 che faceva girare il cp/m sull’Apple II.

    In ambito ludico l’Apple II ha ceduto presto lo scettro, ma più che al VIC-20, penso all’Atari 800 che aveva capacità grafiche nettamente superiori. Famosa la prima conversione ufficiale di un arcade, Frogger, realizzata da John Harris per la Sierra, che ne metteva in luce le doti.

  • # 9
    Giovanni
     scrive: 

    Scuaste, ma questa disputa mi sembra molto teorica e interpreta troppo i dati attraverso una visione condizionata dal presente. A parte che ritengo davvero difficile avere una cognizione della realtà del tempo anche per chi quegli anni li ha vissuti: i ricordi si accavallano, le informazioni al tempo non erano così strabordanti come oggi, solo attraverso certe fonti potevi avere un’idea più ampia di cosa accadeva fuori dal tuo paese!

    Parlare di “settore business” per quelle macchine non è appropriato; inoltre certi requisiti che adesso ci appaiono essenziali per un usoprofessionale al tempo non erano nemmeno presi in considerazione. Apple II ha avuto un enorme successo ed era uno splendido “home”, ne ho avuto uno anch’io (non era originale ma un clone realizzato dalla ASEM che esteticamente assomigliava molto ad un PET). In un certo senso qualsiasi piccolo computer poteva essere convertito ad esigenze business, ma questo non era certo merito di attenzione. Se gli si vuole riconoscere i suoi meriti bisogna definirlo la macchina per hobbisti per antonomasia… proprio per la sua origine, la sua diffusione, il grande software che è stato scritto, l’espandibilità ecc.. direi che è stata la migliore macchina per gli “smanettoni” …altro che business.
    Per Apple-II esistevano applicazioni grafiche (addirittura le primissime specie di CAD per homecomputer, cosa che nemmeno nel C64 si poteva pensare), programmi di calcolo strutturale e scientifico, appunto l’espansione per il CP/M… ma non mi sentirei di dire che queste fossero applicazioni “buines”, piuttosto delle meravigliose e geniali realizazioni che affascinavano qualsiasi programmatore smanettone!!!

    Tenete presente che non era ancora avvenuta la diffusione del personal computer e tutto ciò era piuttosto sperimentale. L’informatizzazione di massa era ai primordi anche negli USA e settore business per un PC era automazione della scrittura, qualche sistema di archiviazione dei dati e magari qualche calcolo automatico (ecco poi l’interesse per i fogli elettronici). Il software spesso bisognava arrangiarsi a farselo e molte macchine andavano bene… prima che dilagassero i compatibili MSDOS l’ambito del business era costituito da CP/M (tra l’altro, si badi, con un’enorme varietà di personalizzazioni incompatibili), a questo partecipava anche AppleII, ma non era certo un settore esaltante e ambìto.
    Proprio Visicalc, che come ricordato è stata una killer-app per Apple, è subito passato al CP/M.

    D’altra parte le macchinette PET-CBM potevano svolgere la loro attività di macchine per ufficio anche se ai nostri occhi possono sembrare esageratamente limitate, in realtà erano semplicemente un prodotto economico per un ambito di applicazione che già allora non necessitava di grandi requisiti… figuriamoci grafica, colori o espansioni di memoria!

    Piuttosto, un settore che al tempo richiedeva ottime macchine e che è stato toccato proprio con l’Apple-II, era quello tenico-scientifico dove c’erano gli splendidi personal HP… che ora pare siano ormai caduti nel dimenticatoio ma, derivando da progetti ben più professionali e molto seri, erano dei costosi gioielli di eccellente qualità e con doti tecnologiche di altissimo livello (grafica, linguaggi, memoria, stampanti integrate… anche l’inroduzione del touch-screen all’inizio degli anni 80). Non so, ma pare che quellapubblicità del Grande Fratello fosse premonitrice: adesso si vorrebbe riscrivere anche il passato più recente attraverso i successi commerciali dell’ iPhone e dell’ iPad… in pratica la “iStoriografia”!!!

    buon retrocomputer con http://www.jurassicnews.com

    ciao

  • # 10
    Tony73
     scrive: 

    Che macchine meravigliose che ha fatto la Commodore, non tanto il PET, ma quello splendore che era il C64 fino a quella meraviglia delle meraviglie che era l’Amiga (OK lo so non era farina commodore), poi sono riusciti ad annullare tutto questo potenziale con una dirigenza fuori dal mondo.. ma sto andando un po OT.

  • # 11
    Alessio Di Domizio
     scrive: 

    Giovanni, non cacciamoci la polemica anche dove non ci sta! La Apple ha avuto un suo ruolo nella storia del personal computer, senza nulla togliere alla Commodore o alla HP o altri.

    Stando a questo interessantissimo articolo:
    http://arstechnica.com/old/content/2005/12/total-share.ars/
    PET è stato una cometa nel mondo dei personal a 8 bit, complessivamente la rilevanza di Apple II e ancor più di TRS-80 (che però era una macchina di tutt’altre pretese rispetto ai due nominati precedentemente) è stata molto significativa fino all’avvento del PC da un lato e degli home della Commodore dall’altro.

  • # 12
    Giovanni
     scrive: 

    @Di Domizio
    No… non fraintendiamo il tono del mio post: il mio intento era proprio il contrario e l’importanza di Apple, nonché del mitico Apple-II (che ho avuto anche modo di usare quando ancora riusciva a dire qualcosa!), mi pare di averne riconosciuto tutti i meriti… piuttosto sottolineo come al tempo fosse grande merito il fatto di essere un computer da smanettoni e non certo quello di avere rilevanza nel settore business!
    hai ragione, sempre per i bassi prezzi il TRS-80 ha avuto grande importanza per l’informatizzazione di massa, ma negli USA e non in Italia, almeno rispetto ad Apple-II; mentre nel nostro paese i CBM PET, senz’altro meteorici, credo che fossero più diffusi.

    L’aspetto inteso quale polemico, riguarda sicuramente la tendenza ad interpretare tutto in modo “Apple-centrico”, anche i trascorsi storic; con un atteggiamento poco oggettivo che non solo trascura, ma annulla addirittura la presenza di realtà diverse, come se la Apple di 30 anni fa fosse analoga a quella i oggi. Non lo era nella realtà e, nonostante Jobs, lo era ancora nemmeno in potenza: ma di questo ne abbiamo già discusso proprio in tuoi precedenti post!

    Ho ricordato che c’erano dei favolosi personal HP (e non temo smentite) che costavano parecchio ma erano macchine professionali. Apple-II nasce come personal hobbistico e ne rappresenta la “quintessenza” nella forma più assoluta… che poi loabbiano usato per CAD o calcolo scientifico-strutturale ne conferma la duttilità e la grandezza, ma non rappresenta certo la sua vocazione di macchina busines. Tra l’altro, dicevo, questo rappresenta un merito ai nostri occhi al giorno d’oggi, ma non certo un motivo di gloria al tempo!

    La Apple che mi infastidisce (non sono certo i bellissimi prodotti) è quella del marchio commerciale, cioé quella di questo secolo, che invita ad adottare un atteggiamento arrogante fino al punto da voler riscrivere la storia dell’informatica (ho visto solo l’altro giorno il doumentario-serizio del 2006 sulla Pixar). La “forma mentis” di chi usava un Apple-II trenta anni fa aveva davvero poco in comune con quella di chi usa (e specie con quella di chi mostra) oggi un iPAD.

    Senza polemica, ciao

  • # 13
    Antonio Barba
     scrive: 

    Ah, un altra chicca presa dal libro:

    Il PET2001 in USA vendeva poco perchè andava in competizione con la Tandy Radio Shack, che aveva un migliaio di rivendite, mentre Commodore si affidava a partnership che duravano al più 6 mesi (il tempo di mettere in guai finanziari i propri partner, che poi mollavano). Era una caratteristica di Jack Tramiel quella di considerare il business come una guerra. Agiva infatti in modo da sfruttare e distruggere i suoi stessi “alleati”, come le catene di elettronica che compravano lotti di PET ad un certo prezzo e dopo 2 mesi lui tagliava il prezzo del 50% facendo andare quasi in bancarotta i distributori.

    Il PET invece vendeva moltissimo (ed a prezzi doppi) in Germania e UK, ed erano proprio gli introiti europei a tirare avanti l’azienda con vendite iniziali molto superiori ad AppleII.
    Infatti in europa non c’era una rappresentanza di Apple in quel periodo, mentre Commodore aveva 2 importanti sedi (Germania e UK appunto) e una terza affiliata in Francia (per la legge Francese una compagnia estera non poteva mettere piede, così nascevano compagnie francesi affiliate di quelle USA per aggirare l’ostacolo).

    Agli occhi deli americani, quindi, è facile vedere solamente TRS-80 e, in piccola parte per i primi tempi, Apple II in commercio, anche perchè i PET potevi ordinarli e “forse” ti arrivavano dopo un anno (tutta la produzione veniva dirottata in Europa, dove i margini erano nettamente superiori).

    Molto del revisionismo storico infatti nasce proprio da una prospettiva USA-centrica che ignora o sottovaluta tutto ciò che avviene al di fuori degli States.

    A conferma di questo, il Vic-20 ed il C64 furono promossi in USA proprio dallo stesso bravissimo manager che fece la fortuna dei PET in UK. Lui introdusse nuve tecniche di marketing (il capitano Kirk che consigliava il Vic-20 in TV), il design di un package accattivante, la diffusione nei negozi di giocattoli e centri commerciali, la scrittura di manuali esaustivi, ecc…
    Commodore in USA inizia ad avere un certo peso solo a partire dal VIC, mentre in Europa erano già i leader assoluti del mercato dei computer low-cost (finchè un certo Sir Sinclair bussò alla porta degli home computers, rubando metà dello share in UK e una buona percentuale in tutta Europa).

  • # 14
    Phabio76
     scrive: 

    La storia informatica USA-centrica è una bella osservazione che condivido. Non ho vissuto in prima persona gli albori dell’informatica e per farmi una “cultura” ho attinto dalle fonti disponibili. Affermare che il progetto dell’Apple II fosse nettamente superiore al PET non mi sembra un’affermazione da fanboy ma un fatto oggettivo quasi universalmente condiviso. Come pure lapalissiano mi appare che dietro al lavoro di Woz ci sia una filosofia del tutto diversa rispetto a quella che viene propinata oggi… dall’agenzia pubblicitaria ad integrazione verticale.

  • # 15
    Antonio Barba
     scrive: 

    Nessuno mette in dubbio che Apple II avesse caratteristiche superiori al PET2001, semplicemente il suo prezzo era doppio e vendeva 10 volte meno prima dell’arrivo di VisiCalc. All’epoca i computer business erano quelli monocromatici, dotati di stampante (che Commodore fece progettare in Giappone da quella ignota Epson che grazie a quei progetti per Commodore distrusse il monopolio di Centronics) e capaci di elaborare testi e programmi (il Basic di Microsoft era migliore dell’Integer Basic dell’Apple II).

    Anche questo è un fatto oggettivo raccontato dagli stessi Peddle (che tra l’altro aiutò il giovane Woz, con cui aveva ottimi rapporti, a progettare e debuggare il suo Apple I usando un 6502 ICE debugger da lui stesso inventato), Wozniak e dalla Personal Software che su VisiCalc ci fece tanta fortuna e si cambiò il nome in VisiCorp. Ci sono tutte le interviste che parlano chiaro :-)

  • # 16
    supertigrotto
     scrive: 

    Io odio la famiglia Tramiel,dopo che Nolan Bushnell fu costretto a cedere la compagnia ai Tramiel,Atari cominciò lentamente ad affondare in progetti che non decollarono mai decentemente.
    Infatti,la scomparsa di Atari è ancora additata alla famiglia Tramiel,alla loro cattiva gestione etc.
    Con commodore fecero un buon lavoro,con Atari si impegnarono al massimo per affondarla…….GRUNT!!!!!

  • # 17
    samslaves
     scrive: 

    Come disse Jobs (dall’autobiografia):

    “Il PET fa cag…”.

  • # 18
    Nemesialata
     scrive: 

    “computer for the massess not for the classess”
    Se avessi dovuto utilizzare macchine apple per divertirmi ed imparare all’epoca (1984/1985)probabilente non mi sarei mai interessato all’informatica… Non so se vi rendete conto di cosa fossero 4000 dollari in lire italiane dell’epoca con il cambio che si aggirava sulle 2000 lire a dollaro ed uno stipemdio medio di un’iimpiegato che era 500.000 al mese… Un c64 te lo compravi a 800.000 a rate e se ci mettevi il 1541 aerivavi ad 1200.000 e all’apple due gli spaccava decisamente il culo…
    Il resto e’ storia … Alla fine ha vinto il fricchettone che fregava i soldi a waz…(quest’ultima davvero unica)
    Ad ogni modo grazie jack … Nonostante tutti i tuoi errori ti devo parecchio…

  • # 19
    Giovanni
     scrive: 

    Nella metà degli anni settanta in USA si decise di informatizzare il settore pubblico i computer erano grosse scatole quadrate e l’avvento dei zilog Z80 e CP/M rilegava i PC professionali a cose troppo costose e troppo irraggiungibili per i comuni mortali ma nel 1977 si presentarono le fatiche dei primi hobbysti con la triade Apple, Commodore, Tandy (AppleII;Pet2001;TRS-80) essi avevano la convenienza del prezzo e di un sistema simile alle macchine CP/M; IBM decise di fare il salto nell’81 con il suo standard XT, ciò che differenziava era il costo e il volume di software che ci girava sopra. Quello che Jac non capì mai era che la distinzione fra PC professionale e PC per i Giochi non ci fu mai, e questo grazie alla guerra dei prezzi che portò i pc professionali a costare quanto quelli Hobbystici (commodore64;spectrum;Atari;etc) e ciò a decretato la chiusura di Commodore e Atari, non certo per colpa di Jac Tramiel ma perché il continuo evolversi del mercato PC non si è mai arrestato e ancora oggi non si ha una visuale precisa sul mondo dei computer….

  • # 20
    Max
     scrive: 

    Apple finchè c’è stata Commodore al potere non ha combinato un tubo, ce lo vogliamo mettere in testa?

  • # 21
    Paola
     scrive: 

    Avrei bisogno di riparare una macchina da scrivere elettrica: a chi posso rivolgermi nell’area di Napoli e dintorni? Grazie!

  • # 22
    Max
     scrive: 

    Apple finchè c’è stata mamma commodore non ha combinato nulla. Basta vedere le vendite totali dei singoli computer come il c64 e Amiga (eccetto qualche flop come il CDTV e altri desktop che erano all’avanguardia per il tempo e che forse non furono capiti), che in aggiunta erano computer di qualità e di “sostanza”. Quindi lasciamo
    stare i confronti in ambito desktop che è meglio non farli. Apple è oggi diventata una corporation, così come ce ne sono tante, che punta molto al design dei suoi prodotti e che ha allargato il suo business nell’ambito della telefonia. Il “core business” originale dell’azienda è morto da tempo (la stessa fine la farà google da questo punto di vista, che non è più un vero motore di ricerca).
    Quindi Commodore rimane sempre più in alto sul podio, nel mondo dell’home computing e non solo!

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